lunedì 4 ottobre 2021

Cose che nessuno sa di Alessandro D' Avenia

Cose che nessuno sa di Alessandro D' Avenia, in molti hanno bocciato duramente questo romanzo. Io penso che, un romanzo  vada letto e valutato in base al genere e al pubblico a cui è rivolto. 
Questo libro senza dubbio è rivolto ad una fascia d'età adolescenziale, non di certo a persone della mia età, io sono già troppo fuori fascia d'età, avendo trent'anni.
 È un libro che offre delle riflessioni sulla vita, e cerca di avvicinare e stimolare i giovani alla lettura. Sicuramente, è un libro impregnato di eccessivo buonismo, di ridondante retorica e molte cose svincolano dal realismo, anche i personaggi stessi, il loro modo di parlare, pensare e di fare è spesso usato per cavar fuori molte frasi fatte e i dialoghi spesso perdono di credibilità. Ma, è un libro scritto da un professore, è un po' come i libri di Daniel Pennac, non so se lo avete letto mai?! Bene, Pennac è la stessa identica cosa, può piacere tantissimo questa indole da maestro che deve indottrinare le proprie idee sulla vita e i libri, o lo si detesta, la via di mezzo spesso non c'è. 
Tuttavia, penso che ricoprendo un ruolo di insegnante si tenda ad usare questi toni estremamente buonistici sui libri, è proprio nell' indole intrinseca del professore e della didattica. Tuttavia, credo che un libro del genere per degli adolescenti possa essere un valido approccio per la lettura, per me è naturale che il libro presenti tanti difetti, ma credo che D'avenia l'abbia scritto volutamente così, volendo avvicinarsi ai giovani, gli stessi a cui insegna nelle scuole. 
Di sicuro, questo libro può lasciare tanto a dei giovani rispetto ad un libro di Fabio Volo e Federico Moccia e ha il pregio di indurre il lettore a delle riflessioni sulla vita, ma senza appesantirlo troppo.  
Devo ammettere che, per quanto non sia stato nelle mie corde leggerlo, è stato piacevole nel complesso. Mi sono piaciute alcune frasi, poi la nonna della protagonista siciliana con i suoi proverbi siciliani, anche se, a volte strafava troppo, svincolando persino dai dialoghi con la nipote, e i richiami nostalgici al mare, agli odori e ai sapori della Sicilia si respirano spesso in questo romanzo, e questo da siciliana trasferitasi a nord mi è piaciuto. Il problema del libro è il narratore quando anziché raccontare una realtà oggettiva sfocia in frasi sulla vita fin troppo stucchevoli, retoriche e dozzinali, come quelle dei baci perugina. Come, anche dei dialoghi fra i personaggi che si scambiano delle battute per nulla realistiche, per dire cose sull'amore, tipo che il padre dell'amica della protagonista, non fotografa mai la moglie perché aveva paura di rovinare la sua bellezza, insomma, ma che sei serio?! 
Ma, poi anche l'amica che si prende questo pensiero di dover raccontare questo annedotto alla sua migliore amica, ma perché?! Insomma, ci sono tante situazioni e dialoghi che evadono proprio dalla realtà e fanno innervosire e storcere il naso per il nonsense, tuttavia, nel complesso lascia un bel messaggio, e in qualche modo, anche se maldestramente infonde nei giovani un bel messaggio positivo e di speranza sull'esistenza e l' amore. 



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