"È un libro che a mio parere va preso con le pinze. Va letto in una fascia d'età tra i 25-30 anni, in cui sei già abbastanza maturo da poter comprendere un po' meglio, il senso di inadeguatezza per la vita, la costante sensazione di inettitudine e di malattia che Zeno si sente addosso. Riguardo il fatto che non sia scritto bene, anche qui, c'è da considerare che Italo Svevo fosse triestino e prima della seconda guerra mondiale Trieste non facesse parte dell' Italia, ma fosse appunto sotto il dominio austro-ungarico. Inoltre, è un po' come Pirandello non ci si deve soffermare sullo stile di scrittura, ma più sull'accurata introspezione psicologica. Zeno ripercorre la sua vita attraverso un diario-confessione, senza seguire un ordine cronologico, ma attraverso eventi cruciali e focalizzanti della sua esistenza quali: l'inizio della terapia psicoanalitica, la morte del padre e il momento in cui si sposa, per poi farsi un'amante fino al periodo in cui decide con Guido ( cognato e amico) di aprire un'associazione commerciale raccogliendo insuccessi.
Lo psicologo deciderà di rendere pubblico per vendetta questo suo memoriale, poiché Zeno non si presenta più alle sue sedute, concludendo di essere guarito o meglio di esser malato, come tutti gli esseri viventi, è la società stessa ad essere malata. Devo ammettere, che inizialmente il personaggio di "Zeno Cosini" mi era più simpatico sulle prime pagine, andando avanti il personaggio si deforma rendendolo per certi versi detestabile,eppure anche in questo si delinea la bravura di Italo Svevo nel costruire l' evoluzione del protagonista, che in fin dei conti non è buono ne cattivo, è solo umano. Andando avanti il romanzo, procede con alti e bassi, meno appassionante, con la storia del cognato Guido,fino ad arrivare ad un finale molto profondo e significativo, che auspica il senso di tutto il romanzo attraverso lo scoppio della seconda guerra mondiale a cui fa riferimento parlando di un' esplosione di ordigni (facendo riferimento alla bomba atomica). In questa parte conclusiva, il pensiero pessimista e decadente che l'essere umano guarirà solo al momento di perire, fino ad estinguersi. Questo libro mette in luce la crisi dell' uomo moderno, piena di buoni propositi che non trovano attuazione e lo sviluppo di nevrosi nuove, che adesso appaiono piuttosto vicine e contemporanee a noi, quali l' ipocondria e il desiderio stesso di contrarre una malattia, per rendere la vita più sopportabile, accarezzando l' idea di lasciarla quanto prima. Queste problematiche psichiche vengono messe in luce dall' avvento della guerra. Solo esseri viventi malati, possono farsi la guerra tra loro, uccidendo la loro stessa specie.