Questo romanzo mi è piaciuto tantissimo, perché è metafisico, tutte le volte che Dino Buzzati descriveva la fortezza mi si è impressa l' immagine di quegli spazi desolanti dei quadri famosi di De Chirico, però, ambientati su una fortezza, sopra una sconosciuta montagna dell' Italia settentrionale.
Non sarà poi la trama a riempire le pagine del libro, ma c'è qualcosa di molto più profondo dentro, racconta dello stantio della vita, dello scorrere del tempo e delle attese spesso non ripagate dell' esistenza, di come l' orologio scorra inesorabile e non ci si possa fare niente.
È un romanzo introspettivo e riflessivo, dal sapore amaro, ma è proprio questo il suo punto di forza.
La bravura di Dino Buzzati sta nell' andare aldilà della trama, trasformandola solo in un' espediente esistenzialista, descrivendo le emozioni e dinamiche astratte della vita. Riporta con maestria, per iscritto quelle sensazioni, a cui non avremo saputo dare un nome preciso: quell' incombente ansia del tempo che fugge, mentre noi restiamo in sospeso, con le nostre aspettative e ambizioni irrealizzate.
Il lettore viene trasportato su un posto immaginario e sperduto insieme a Drogo,
o maggiormente su una dimensione impositiva della vita, in cui non accade nulla e diventiamo noi stessi prigionieri della nostra stessa esistenza, nella speranza che, qualcosa accadrà primo o poi, a distoglierci dal nostro torpore, ma del resto, in fondo, con il tempo, ci siamo anche adagiati e abituati ormai ad esso, da non saper più rispondere agli impulsi del cambiamento.
Ci si immedesima pienamente nelle vicende e situazioni di Drogo, perché benché non siamo militari, il senso delle vicende di Drogo appartengono a tutti noi: Quella sensazione in cui la nostra vita appare ferma e tutto resta stantio, monotono e immutato, eppure, quel severo orologio continuerà a girare, a scandire le ore, senza risparmiarci affatto; mentre noi attendiamo la nostra occasione che, tarderà ad arrivare, e quando si presenterà, semmai accadrà, ci coglierà del tutto impreparati, così da ritrovarci ormai troppo vecchi e stanchi, da poter essere all' altezza di essa.
Cosa altro posso dire? Se volete leggere un libro italiano del novecento particolare che lasci il segno, questo sarà un libro che farà al caso vostro!