venerdì 30 dicembre 2022

Il macellaio di Alina Reyes

Romanzo breve, erotico onirico francese, che all' inizio ha il suo perché, ha delle parti scritte bene, anche pseudo riflessive, e poi ci sono le descrizioni grottesche e orripilanti della macelleria che suscitano il voltastomaco. Poi l' esplosione di un disperato, insaziabile e incomprensibile erotismo, verso il macellaio indecente e disgustoso, ma giunti quasi verso la fine diventa un vero e proprio delirio. 
Non so di cosa si sia fatta la scrittrice, ma doveva essere roba forte.

In sovracopertina: Otto Dix "Macellai", 1920.

giovedì 29 dicembre 2022

Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson

Non sono per le saghe, ma, questo libro mi ha tentato per via dei temi sensibili e delicati che vengono comunque pressomodo raccontati, si parla di "violenza sulle donne", e così avendo già visto i film svedesi e quel rifacimento americano che non mi aveva del tutto soddisfatto, eccomi a leggere il libro. 
Devo ammettere che come caratterizzazione dei personaggi, il libro è molto più approfondito e accurato e se vogliamo ha anche una piega tenera e romantica, Stieg Larsson ci racconta un aspetto diverso e inedito di Lisbeth che nei film non emerge quasi mai, se non in maniera del tutto forzata. 
Il libro a mio modesto parere, non ha una prosa distintiva che brilla per originalità, 
è molto anonima , ma bisogna anche considerare che è un libro thriller/ giallo fiction di intrattenimento focalizzato molto sugli avvenimenti. 
Inoltre, Larsson non mi pare fosse un vero e proprio scrittore, nasceva come giornalista, e in effetti, Il protagonista appare un po' come un suo alter ego per molti aspetti della sua vita privata. 
Quando Larsson si cimenta nelle descrizioni è un vero disastro, si  focalizza su aspetti poco esaltanti e interessanti, come l' arredamento dei mobili dell' Ikea, insomma nulla di poetico solo tanta noia superflua di cui si  poteva fare a meno. 
Diciamo che non aggiunge molto il libro rispetto ai film , però fornisce un quadro più nitido e completo delle vicende e dei personaggi, e dona anche maggiormente un effetto suspence e di sorpresa cosa che nel film americano per esempio risultava carente: Lo spettatore scopre praticamente gli indizi sul momento in cui il protagonista è già in azione, o comunque è lui a chiarire allo spettatore attraverso l' espediente delle azioni cosa ha scoperto e sta accadendo, cosa che fa perdere un po' il senso del giallo e del mistero. 
Poi, ovviamente ci sono delle pecche che di per sé si presentano anche nel libro.
Si sottolinea spesso che l' assassino citasse le scritture, ma da conoscere veramente dei passi scrupolosi e approfonditi della bibbia e commettesse gli omicidi con questo collegamento religioso, ma poi, questa pista e il senso di questa considerazione si va a perdere completamente. 
Stieg Larsson non si voleva inimicare gli esaltati religiosi?! Aveva forse già troppi nemici antisemiti e di estrema destra?! Devo dire che per molti aspetti ho trovato più interessante, leggere sulla sua vita e sulla diatriba giudiziaria della sua convivente assidua contro i familiari di Larsson, per la successione testamentaria dopo la sua morte, rispetto al libro in sé.  Tuttavia, è un libro che ha lasciato il segno nell' immaginario collettivo per quella famosa scena di Lisbeth che si vendica del suo aguzzino, e che nonostante sia una storia narrativa come dire di intrattenimento, spedita e immediata riesce comunque a trattare dei temi seri, e a toccare il cuore del lettore. 
Appassiona e coinvolge quando ovviamente Stieg Larsson non si perde nelle sue congetture ingannevoli, come quelle sulla Bibbia, oppure, quando ti descrive per filo e per segno come si svolge per esempio una riunione nel consiglio di Millennium per decidere sul destino della rivista e come vengono tipo ripartiti i soldi fra gli investitori e responsabili. 
E il lettore medio spontaneamente pensa
 " Insomma, Larsson non sono il tuo fottuto commercialista contabile non me ne frega niente! Andiamo avanti, te ne prego!". 
Da qui si intuisce che Larsson ne sa che è stato veramente gestore di una rivista, ma ai fini della trama, mi domando a cosa serve?! Assolutamente a niente, solo a fare chiudere le palpebre al lettore, o a fargli venire la tentazione di compiere l' inaudito per un lettore forte, ovvero il fantomatico salto della pagina. Insomma, anche meno dettagliato, e avrei apprezzato di più.
Poi, alcuni pensieri dei personaggi appaiono un po' sciocchi, da caricatura fumettesca e nei film ricorre il tentativo di omettere o di cambiare alcune dinamiche nelle vicende forse per dargli un aspetto più verosimile e credibile. 
Comunque, nonostante la mia iper-criticità, devo dire che l' ho trovata una lettura gradevole , uno di quei libri che ha il potere di catturarti e coinvolgerti perché vuoi comunque sapere come andrà a finire, e nel romanzo anche la storia sentimentale tra i protagonisti in fondo ti appassiona.
 La Lisbeth del romanzo è molto più coinvolgente e interessante, perché sotto  la corazza che indossa dimostra anche di poter essere tenera, e di possedere delle  debolezze e fragilità, e poi diciamo che con l' incontro con il protagonista subisce anche delle evoluzioni, mette in discussione sé stessa, facendo intuire che alla fine, sono anche le persone che incontriamo nel cammino che ci formano e determinano chi siamo, e il nostro modo di interagire con il mondo e gli altri. 
Sto già con il secondo libro fra le mani, e noto che è anche un libro per così dire di formazione su Lisbeth, cosa che nei film veniva a mancare.

giovedì 22 dicembre 2022

La culla vuota di Mary Higgins Clark

Leggendo questo libro ho avuto come la sensazione di non averlo mai effettivamente iniziato, come posso spiegare il livello di piattezza di un libro che sembra non essere mai cominciato e non essersi mai effettivamente concluso. 
Privo di suspense, conosci già il killer dall' inizio del romanzo, e quindi, semplicemente prosegui la lettura nella speranza di scoprire il movente, ma anche quello appare nebuloso e poco credibile.
Poi, anche tutte le dinamiche di indagine, non esiste una vera e propria indagine poliziesca, ora nonché io sia un'esperta di romanzi gialli e thriller, ma quei pochi che ho letto seguivano una logica e un senso, mentre questo sembra uno di quei film americani a basso budget in cui ci mettiamo anche una storia d'amore tra i protagonisti, per colmare i vuoti, o meglio per tappare gli enormi buchi della trama.
Poi non so, ho ritenuto questo libro anche un po' troppo pseudo cristiano/ cattolico e offensivo nei confronti della scienza e medicina, come quasi volto a screditare i medici o il fatto della ricerca scientifica, affinché le donne possano concepire figli in vitro.
La dinamica del dottore pazzo che fa avere dei figli a donne sterili con l' inganno non aveva veramente senso, o che le uccidesse senza neanche un vero e proprio schema, perché avevano scoperto il suo gioco losco. 
Un dottore che fa una cosa del genere non lo si può considerare cattivo a tutti gli effetti, perché sta facendo qualcosa per il bene delle donne, certo ovviamente è giusto che prestino il proprio consenso, ma io penso che una donna sterile lo avrebbe fatto, piuttosto che ricorrere ad un' adozione; quindi, veramente tutto questo inganno poteva benissimo essere evitato, anche se, magari, all' epoca del libro tutto ciò fosse stato illegale, io penso che una donna per raggiungere la propria maternità si sarebbe comunque prestata. 
Tuttavia, credo che il problema di fondo sia il pensiero cattolico dell' autrice, essendo fermamente cattolica, perché Dio viene citato non so quante volte in questo libro, con preghiere e vari riferimenti, e quindi è evidente che la scrittrice sia contro la manipolazione della vita, perché deve essere tipo volere di Dio. 
E sinceramente, è un giallo o un libro per dire, che sei contro la fecondazione in vitro, e indottrinare le persone con il tuo pensiero clericale?! 
Odio i libri che prendono questa scia, in cui Dio viene inserito così a casaccio. 
Non sono credente e quindi, ritrovarmi infinocchiata, dentro un libro che dovrebbe essere un thriller / giallo, e invece mi spuntano riferimenti biblici e cattolici in cui si delinea la linea di pensiero credente della scrittrice, così rigida e chiusa oserei dire, mi fa saltare i nervi, perché mi sento presa in giro. 
Se volevo leggere qualcosa di cattolico, prendevo la Bibbia o il vangelo, o comunque, sono io che decido cosa diavolo voglio leggere! Non sei tu a prendere il lettore e a convincerlo a leggere un libro, facendogli credere che sia un giallo / thriller e poi in realtà ci metti tutt'altro. 
Poi, quel poveraccio di lettore si ritrova a leggere il pensiero irritante e bigotto di una cattolica puritana del cappero, che vorrebbe solo mandare a quel paese, quando invece potevi fare un libro alla Nicolas Park ed eravamo tutti più contenti, così se lo leggevano consensualmente soltanto i cattolici pseudo romantici. 
Comunque , a parte questo la totale mancanza di introspezione, un cattivo così poco coinvolgente e i protagonisti ancora peggio. 
Un libro così piatto da non poter neanche dire che sia effettivamente brutto, ma veramente inconsistente.

martedì 13 dicembre 2022

Schiava di mio marito di Tehmina Durrani

È una lettura densa, a tratti un po' dispersiva, ma è una storia vera che valga veramente la pena di leggere, per tutte le donne oppresse, islamiche e non. 
Può essere anche di grande aiuto per capire tutte le dinamiche distorte che si innescano in un rapporto coniugale patriarcale e non del tutto paritario. 
La storia di Tehmina è pesante, difficile da digerire, perché ci mette nelle condizioni di svelare un mondo chiuso e a sé stante, in cui l' uomo resta ancora padrone della donna, in nome opportunistico di una religione, su cui neanche crede.
Si sfrutta e reinterpreta il Corano secondo la propria convenienza, è sempre stato fatto così e si continua ad agire in questa maniera. Mi è piaciuto molto questo libro, perché nonostante gli enormi capitomboli della protagonista, si capisce in fondo la ragione profonda per cui ritornasse sempre da quel marito violento e tanto disprezzato, dopotutto,  Tehmina spiega accuratamente le dinamiche della società pakistana, in cui si scoraggia il divorzio, soprattutto se è la donna a volerlo. Si innesca un meccanismo distorto, per cui è la stessa famiglia d'origine a tener legata la donna al proprio aguzzino, per non suscitare scandali, o perché Allah non vuole. Anche se, dettagliata nella sua amarezza, questa storia ha un lieto fine, è una storia di coraggio e rivincita personale di una donna  contro un uomo possessivo e manipolatore, o meglio contro un intero sistema feudale arretrato.

venerdì 9 dicembre 2022

Le assaggiatrici di Rosella Postorino

Donne che assaggiavano il cibo del Fuhrer, per assicurarsi che non fosse avvelenato.
Quello che mi preme dire è che se alla base c'è un fondo di veridicità storica non è che una storia o un romanzo sia necessariamente da prendere e apprezzare come oro colato, perché alla fine c'è una rivisitazione, una storpiatura sulla storia  vera, che può piacere e non piacere. Potrebbe addirittura non piacere semplicemente il modo di scrivere e di raccontare la storia, anche se viene riportata per filo e per segno nella sua autenticità, ma non è comunque questo il caso. 
Non è una storia di base brutta, ma il punto il problema cruciale di questo libro è l' eccessiva somiglianza e brutta copia del "racconto dell' ancella", anche se quello è un racconto di fantasia, con ovviamente trame anche divergenti, purtroppo per tutto il romanzo nello stile e nel modo di raccontare mi sembrava di avere questo effetto sgradevole di dejavu, come di qualcosa di già letto e sorpassato. Comunque, un'altra considerazione voglio farla, pensavo peggio, credevo che questo libro mi avrebbe annoiato da morire, e che addirittura non sarei mai riuscita a finirlo di leggere, ma, invece tutto sommato è stato così ben confezionato e infiocchettato da poter risultare tutto sommato scorrevole, e studiato apposta per spingerti a continuarlo. 
Dopotutto, intendiamoci la relazione tra la protagonista e il colonnello nazista ha soltanto uno scopo Harmony di stuzzicare l'appetito delle lettrici con qualche dettaglio hot, ma di per sé non aveva altri scopi che questi. Per il resto, se non qualche marginale narrazione storica, riportata a strascichi non c'è nessun degno resoconto storico in questo libro, che dovrebbe spingere la gente a leggerlo.  
E quindi, alla fine si indugia nella vacuità e nella noia...e non si vuole neanche sfociare in una storia d'amore, si vogliono raccontare i dolori della guerra, ma a piccole dosi, e io mi chiedo perché? Perché non indugiare, perché non rafforzare la dose? E perché dovremmo leggere un libro del genere, quando ne esistono moltissimi altri che ne parlino meglio e con maggiore serietà, di cosa realmente sia stata la guerra. Per carità, forse, si apprezza il voler porre l' accento su un altro tema, cioè guardare il nazismo con gli occhi dei tedeschi e capire che non tutti, erano poi in verità nazisti, ma in un certo qual modo costretti, manipolati e ingabbiati dal regime, ma, davvero c'era bisogno di questo libro per ribadire un' ovvietà come questa?

 

domenica 20 novembre 2022

La ragazza di nome Giulio di Milena Milani

Un libro che suscitò scandalo nel 1947, anno in cui è stato pubblicato, ritirato dalle librerie e l' autrice è stata denunciata e arrestata per offesa al pubblico pudore ai tempi considerato grave reato penale. 
E la domanda che il lettore si pone, che lo spinge a leggere questo romanzo è perché? Il libro si pone un po' come un libro di formazione, Jules è una ragazza in fase di crescita, che rimane comunque inconsapevole di sé stessa e del suo corpo femminile, fino a che con la curiosità di una ragazzina che vuole scoprire il sesso non si imbatte in degli uomini che approfittano di lei della sua innocenza e incoscienza. Quello che risulta imperdonabile e scabroso in questo libro è il modo in cui molti uomini si comportino con lei, e il fatto che non venga fornita a Jules un'educazione sessuale, come il sesso venga taciuto come tabù e Jules si ritrova a doverlo conoscere attraverso esperienze sessuali sbagliate, in modo piuttosto spiacevole e confusionario, oserei dire, a causa dell' ipocrito e bigotto puritanesimo cattolico e maschilista, in cui la donna è poi sempre la colpevole, provocatrice e peccaminosa. 
Per esempio, la protagonista si confessava, raccontava le vicessitudini con gli uomini a padre Dario, ma mai che il prete abbia osato aprirle gli occhi, chiarirgli come stessero le cose, sempre a colpevolizzare una povera ragazzina vittima anche di abusi sessuali, con uomini molto più maturi di lei, che avevano maggiormente coscienza di cosa stessero facendo rispetto a lei. 
È uno schifo, devo dire che mi ha veramente disgustato il modo in cui la protagonista venga trattata dagli uomini, e il modo in cui il prete si comporti con lei dandole sempre addosso, come se fosse sempre colpa di Jules, mentre gli uomini restino sempre impuniti. 
Sicuramente, a quei tempi un libro del genere suscitò scandalo perché Jules a differenza di altre protagoniste non ricerca l' amore, ma  disperatamente e spasmodicamente il piacere sessuale, e scopre che nessun uomo riesca a colmarlo. Vede gli uomini saziarsi facilmente, culminare nel godimento, mentre lei ne resta sempre avvilita e insoddisfatta. 
È la prima volta che in Italia un libro osa parlare di argomenti come sessualità femminile in modo così spigliato e aperto, raccontando anche approcci sessuali fra donne ed è plausibile che  a quei tempi fosse ancora un argomento ritenuto scabroso. 
Siamo stati sempre indietro rispetto agli altri paesi e questo libro lo dimostra, perché nell' ottocento già Colette scriveva di Claudine, raccontando dei suoi approcci libertini. Comunque, il romanzo resta ancora attuale e piacevole da leggere, anche se pecca di poca introspezione, mi sarei aspettata una narrazione più densa e analitica, ma capisco anche che i tempi non erano ancora fertili per poter parlare liberamente di certi argomenti, quindi, sicuramente l' autrice stessa si sarà anteposta di per sé qualche freno, e in fondo e credo che sia spinta, anzi oltre l' inaudito per i tempi in cui è stato scritto. 
Il finale mi ha lasciato un po' basita, ma non intendo spoilerare niente, lascerò giudicare voi sulla conclusione della storia.

domenica 13 novembre 2022

Chiedi alla polvere di John Fante

Un uomo vuole diventare uno scrittore, ma, a differenza di molti altre storie sulla stessa scia, in questa storia ci accorgiamo che il protagonista è quasi un visionario, pieno di sé e di manie di grandezza destinate a soccombere, scontrandosi con la realtà dei fatti. 
È una storia di aspettative deluse e di amori infranti e non corrisposti. 
Ha un aspetto romantico e drammatico, ravvivato e velato sapientemente dalla penna sarcastica e vivace di John Fante. Tuttavia, andando avanti la storia perde quel ritmo incalzante di humor, e diventa malinconico, laconico e quasi opprimente. C'è tanta crudezza, che ho trovato corrosiva e offensiva. 
Forse, i tempi sono ben diversi, e quindi un libro del genere può fare innoridire il lettore, tanto da metterlo a disagio nel proseguimento della lettura, perché il protagonista narra la violenza con una naturalezza e disinvoltura, come se fosse qualcosa di dovuto, di necessario, soprattutto a discapito di una donna mexicana, che pur dice di amare. 
Il razzismo e la misoginia è spiazzante, non so è un libro che va preso con le pinze, dai toni eccessivamente forti, e devo dire che dopo quella violenza insensata ho volutamente preso le distanze dal protagonista, quindi, ho sentito meno interesse e coinvolgimento nel proseguire. Capisco l' apertura e la confessione, forse, pseudo biografica e sincera di John Fante, che si autodefinisce comunque un farabutto e una canaglia della peggior specie, ma, è veramente difficile apprezzare un protagonista che picchia una donna, soprattutto, una che dice di amare per tutto il libro, perde di credibilità e di ammirazione. 
È un libro eccessivamente spontaneo, di una sincerità offensiva e spiazzante, senza alcun filtro, apprezzato infatti da Bukowski, riscoperto appunto da lui. 
Per me resta una lettura mediocre, che si perde nella sopraffazione di una povera donna straniera, che non ricambia i sentimenti di Arthuro Bandini o di John Fante, dato che verso la fine dichiara che la storia sia vera, e dice di aver amato veramente questa donna, ma di un amore feroce, seppur senza passione erotica, perché aveva capito sin dall' inizio che quella donna non gli sarebbe mai appartenuta, come se le donne potessero veramente appartenere ad un uomo. 
Non so purtroppo idee e visioni troppo antiquate nel ruolo di genere della donna, capisco anche che volevasi passare il messaggio di denuncia sociale sul razzismo e appunto sul genere femminile,  ma lo trovo di un' ipocrisia unica, un messaggio del genere trasmesso da uno che picchia e  perseguita una donna perché non lo corrisponde sentimentalmente, capisco anche, che le convenzioni sociali fossero altre, ma io credo che cosa è giusto e cosa è sbagliato non possa necessariamente derivare da una linea di pensiero culturale e sociale, è radicato nell' uomo. 

domenica 6 novembre 2022

Interno coreano con sequestro di Yi Ch'Ongjun

La protagonista della storia è una cantante pop, che si ritrova sequestrata dentro casa sua da un uomo a lei completamente estraneo. La storia verte in un flusso di coscienza della ragazza, che deve spiegare cosa realmente sia accaduto al procuratore O, riguardo i fatti accaduti tra lei e quell' uomo. Il lettore si ritrova sommerso a ridosso negli eventi che la protagonista faticosamente cerca di riportare alla memoria, le sue emozioni e impressioni verso ciò che le stava accadendo. Intercorre un rapporto perverso e contraddittorio fra la vittima e il rapitore, che sfocia in una malata sindrome di Stoccolma, e su cui il reale svolgimento dei fatti fatica a riemergere. 
Piano piano, si scioglieranno tutti i nodi, e progressivamente si rivelerà cosa realmente sia accaduto, così da alimentare  una lenta, ma crescente suspence, da lasciare il lettore con il fiato sospeso.
La storia incalza, le pagine vanno scorse ancora e ancora, il racconto va proseguito e continuato, per scoprire dove sta l'inghippo.
 È una storia introspettiva e psicologica controversa, piena di ambiguità nei sentimenti dei personaggi, ma questo passaggio viene descritto così perfettamente bene, da apparire sensato e lineare, come solo uno scrittore coreano saprebbe fare. 
Il lettore riesce quasi a comprendere, a ritenere plausibile e spiegabile ciò che sia avvenuto fra il carnefice e la vittima, fino ad arrivare alla completa inversione dei ruoli, o perché no, lascia intuire che il carnefice non era ciò che sembrava, e la vittima anche lei non era proprio come in un primo momento potesse sembrare. 
Avviene tra di loro uno scambio, una transformazione al momento in cui avviene il sequestro, nessuno dei due sarà più lo stesso dopo quell' evento, qualcosa cambia per sempre nelle loro intenzioni e nel loro animo.



martedì 1 novembre 2022

L' Agnese va a morire di Renata Viganò

La storia della disperazione di una donna che rivendica la libertà e la morte di suo marito, ucciso dai tedeschi, durante il fascismo. Un pezzo di storia italiana importante e straordinaria, spesso tralasciata, quella della resistenza.
Questo romanzo mette in luce, 
l' opposizione forte e determinata contro al regime fascista: i partigiani mettevano a rischio la propria vita, pur di fare soccombere un' ideologia contro cui non credessero. 
A livello di narrazione, si rivela un po' pesante e di difficile lettura a lungo andare, tuttavia, è un libro che merita di essere letto, proprio perché trae spunto da un periodo storico realmente vissuto, e riesce a rendere noti gli ideali e la forza della resistenza, molto più di un "bella ciao" che è  stata svilita, sino a diventare più un inno italiano folkloristico, perdendo il suo potente e reale significato, di ribellione e speranza.

martedì 18 ottobre 2022

Il paese del Carnevale di Jorge Amado

Primo libro scritto da Jorge Amado, all' età di diciannove anni. 
Racconta le vicende di un gruppo di amici brasiliani che cercano tutti a loro modo di raggiungere la felicità, senza mai trovarla pienamente. 
In questo romanzo pseudo biografico/ introspettivo ed esistenzialista un po' acerbo di Jorge Amado, si dipinge lo spirito di un popolo in apparenza festaiolo e felice, che strafà con il carnevale, ma, dietro quell' esagerata ed esasperante allegria, si nasconde e si maschera a festa la malinconia.
Mi è piaciuto molto come romanzo, perché nella sua semplicità, attraverso dialoghi e una narrazione immediata, Jorge Amado riesce  sapientemente ad inserire, coinvolgere, comunicando  lo spirito del popolo brasiliano, arrivando al cuore del lettore. 
Forse, non è il suo romanzo migliore, però nella sua brevità riesce perfettamente a condensare la corale storia di diversi personaggi, e a dargli una conclusione ben riuscita, seppur amara.

mercoledì 12 ottobre 2022

L' amante silenzioso di Clara Sanchez

Questo libro mi ha lasciato un enorme "boh", intanto la narrazione parte dal punto di vista di Isabel, la protagonista, e poi chissà come, come in tutte le storie scritte male, si passa poi dal punto di vista di lui. Tuttavia, il titolo trae in inganno, come anche la copertina, da cui si presagisse "love story".
Mi aspettavo un libro romance , e in realtà credo che volutamente abbiano voluto mettere quel genere di copertina per fare intendere che il libro primo o poi sarebbe sfociato in una storia d'amore, peccato che la storia romantica sia persino appena delineata, tanto da cogliere il lettore del tutto impreparato, perché così dal niente la protagonista come nelle peggiori storie di wattpad si è innamorata, ovviamente, però, Clara Sanchez non voleva abbassarsi a soffermarsi a scrivere un romance che personalmente avrei apprezzato di più, anziché fare questo pastone di cose malriuscite, parlando di una setta. 
Poi, il capo setta ha un nome che non si può sentire, mi ha fatto spaccare dal ridere "Maina", come "Mai na gioia" o "Maina" come i panettoni, e in effetti, questo è un libro-panettone, che lascia un grande vuoto cosmico quando lo si finisce di leggere.
Non nutrivo grandi pretese, mi aspettavo una storia un po' Harmony spensierata e  se fosse stata una storia lineare su quella scia l' avrei apprezzata di più, perché la scrittrice si sarebbe addentrata su un territorio più conosciuto e sondato, entro cui si sarebbe mossa meglio, mentre, invece, ahimè, ha voluto strafare inoltrandosi in territori impervi e sconosciuti, narrando qualcosa di molto più articolato e complesso, riguardante 
la manipolazione psichica.
Superficialmente a strascichi, si racconta il lavaggio del cervello di un gruppo di persone, trascinate dentro una setta, solo che l' argomento è così complesso, che le sfugge letteralmente di mano, e la conseguenza è di non avere né una narrazione soddisfacente ed entusiasmante su quel punto e figuriamoci sulla storia d'amore appena accennata, che provoca al lettore eccessivo spaesamento e scarso coinvolgimento. Tanto da pensare che la protagonista sia più pazza di tutti gli altri personaggi del libro.

venerdì 7 ottobre 2022

Kulturmarket di Giuseppe Cassieri

È un saggio sulla cultura di consumo, parla e recensisce molte pubblicazioni di libri, di molti pensatori diffusesi nel nostro paese, ovviamente sono delle pubblicazioni vecchie, risalenti al periodo della pubblicazione del libro, nel 1977.
Tuttavia, questo saggio resta ancora abbastanza attuale, affrontando argomenti come l' inquinamento, il cambiamento climatico, la sovrappopolazione, l' aborto e rende noto ai lettori che questi argomenti non sono attuali, ma erano già stati affrontati da molti pensatori, eppure, venivano smentiti e affossati, bannandole come frottole.
 In questo saggio Cassieri dimostra di essere un giornalista, con la G maiuscola, non come i giornalisti improvvisati di adesso, che non denotano alcuna conoscenza né linguistica e né in materia letteraria. 
Molte delle sue constatazioni di humor satirico, mi devono essere sfuggite, dato che Cassieri adotta un linguaggio edotto e forbito, che non sempre per un comune lettore risulta facilmente fruibile e di facile comprensione, tuttavia, devo dire di averlo apprezzato e di aver condiviso molte delle sue opinioni, e lo considero uno di quei libri che non si legga solo per il piacere di leggere, anzi, a volte, risulta pesante e difficile da seguire, ma, tuttavia, facendo uno sforzo in più nell' ostinazione di voler proseguire la lettura arricchisce come pochi.

lunedì 3 ottobre 2022

Il gioco del male di Angela Marsons

È una raccolta di libri sulla detective Kimberley Stone, questo in realtà è il secondo libro, ma essendo ogni indagine una storia autoconclusiva si possono leggere senza seguire l'ordine. Io mi sono imbattuta nel gioco del male, secondo libro, sinceramente non nutrivo grandi pretese, volevo una lettura di distrazione, veloce e semplice da poter leggere comodamente sul treno quando si torna anche stanchi da lavoro, e tutto sommato il libro in questo senso può risultare piacevole, ma ovviamente, non potevo fare a meno di notare delle pecche a livello di indagini poliziesche, dato che sembrano non svolgersi affatto, non del tutto. Kimberley scopre, ma in realtà sembra più che incappi negli eventi e che faccia delle sue deduzioni più legate all' emotività e a cosa le dica la testa, non mi sembra che ci siano all' inizio delle prove schiaccianti, e be' anche il movente è poco credibile. Io credo potesse essere un thriller psicologico più entusiasmante e invece, un vero flop, sembrava di vedere un po' un film di serie B americano su casi di omicidio, in cui la protagonista a sensazioni e a tentoni, quasi per botta di fortuna riesce ad incastrare l' assassino.

giovedì 22 settembre 2022

La boutique del mistero di Dino Buzzati

"La boutique del mistero" di Dino Buzzati è una raccolta di racconti grotteschi, esistenzialisti, ma, anche molto intimi e personali di Dino Buzzati. 
Io amo lo stile di Buzzati, la sua scrittura e le sue narrazioni introspettive che indagano affondo sull'indole umana e sul senso della vita, usando spesso anche del sarcasmo cupo. 
Tuttavia, in questi racconti ho trovato solo piccoli stralci del Dino Buzzati che mi piace, molto probabilmente perché non apprezzo molto i racconti.
Mi piace immergermi in un' unica storia che mi spinga a continuare per la curiosità di scoprire come andrà a finire, e nei racconti questa voglia mi viene a mancare, ogni qualvolta anche se, si tratta di autori che mi piacciono, perché io adoro perdermi nei dettagli e nella narrazione della storia, la brevità non mi soddisfa mai abbastanza. Nel complesso mi è piaciuto con alti e bassi, ci sono racconti più geniali, grotteschi e divertenti e altri in cui il mio interesse è calato vertiginosamente, ma gli ultimi sono veramente toccanti e in linea con lo spirito esistenzialista e riflessivo di Dino Buzzati.

sabato 17 settembre 2022

Brida di Paulo Coelho

Sinceramente, non è un libro per cui nutrissi grandi aspettative, sono sincera. 
Dopo, aver letto " L' alchimista" una profondissima delusione, dato che da molti è osannato come se fosse il più grande capolavoro di Coelho, e invece, almeno nel mio caso io ho preferito libri meno osannati di quest'autore più particolari e piacevoli da leggere e sono, appunto "undici minuti" e "Veronika decide di morire" che si allontanano dal misticismo pseudo spiritual religioso di Coelho. 
Mentre, in Brida si torna allo stile New Age e concettuale, tuttavia, devo ammettere che se "nell' alchimista" ha tutto la parvenza di frasi fatte, in Brida ho trovato una maggiore originalità, conoscenza e proprietà di linguaggio. Non grido al capolavoro, questo sicuramente no, ancora adesso, ritengo che "Veronica decide di morire" sia il libro più bello di questo scrittore, che mi abbia veramente trasmesso forti emozioni e nella quale mi sia fortemente riconosciuta con la protagonista.  
Tuttavia, ho preso questo libro senza eccessive pretese, volendo leggere qualcosa di piacevole, in un momento no, di indisposizione e devo dire che è stata una lettura semplice e per nulla faticosa, un buon libro di conforto e che comunque lascia in minima parte qualcosa, inducendo il lettore a delle piccole riflessioni sull'amore e l' esistenza.

The Shining di Stephen King

Un cult dell' orrore veramente denso, Stephen King sviscera tutte le paure e i traumi dell' essere umano all' interno di questa storia. 
Personalmente, non pensavo che mi sarei mai avvicinata a quest' autore con questo romanzo e che tutto sommato lo avrei apprezzato, nonostante l' eccessiva sovrabbondanza di figure retoriche ridondanti e troppo spesso non pienamente riuscite, forse, dovuta anche ad una traduzione imprecisa. 
Tuttavia, devo ammettere che è stata un' immersione piacevole e adrenalinica, soprattutto, in audiobook, in cui prendono forma l' intonazione della voce dei personaggi, i suoni e i rumori dell' overlook e di tutte le situazioni terrificanti, collocandoti perfettamente dentro la narrazione. 
Non posso che fare anche un buon elogio, a coloro che hanno realizzato l' audiobook anche ben riuscito, ma riconosco che, tuttavia, non sia sufficiente, ritengo che  dovrò comunque leggere il libro, perché nell' ascolto, ho avuto la percezione un po' sgradevole di essermi persa un passaggio o un qualche pezzo portante della storia. Comunque, è stato un buon modo per iniziare con gli audiobook, dato che è la prima volta che ne ascolto uno, e devo dire che ne è valsa veramente la pena, soprattutto, perché il film per quanto sia bello e ben riuscito, non ha niente a che spartire con il romanzo; soprattutto per la figura della madre di Danny una donna veramente determinata e forte, che nel film viene percepita solo come una smidollata, e il potere di Danny il the Shining viene spiegato solo in minima parte nel film. 
Poche cose vengono veramente raccontate ed esplicate nella trasposizione cinematografica, per ovvi motivi, limiti temporali, e un altro grande limite resta quello di una narrazione differente, attraverso immagini, e non più di parole, perché spesso le parole sono più efficaci delle immagini, e in questo Stephen King è un bravo maestro, con un approccio scrupoloso e quasi cinematografico.
Anche se, riconosco che kubrik se l'è giocate bene le sue carte, con una reinterpretazione della storia accattivante e degli attori ben riusciti, soprattutto, Jack Nicholson, dopotutto come non immaginarsi lui per tutta la narrazione?!
Di sicuro, il film offre meno, eppure, riesce ad offrire delle immagini decise e agghiaccianti, che restano impresse nell' immaginario collettivo, anche se puramente reinventate da Kubrik, come quella delle piccole gemelle insaguinate. 
Eppure, mi permetto di dire che, non risulta sufficiente per destreggiarsi con un colossale mattone come questo di Stephen King, in cui l' hotel libera e dà sfogo a tutte le paure e i traumi umani, in cui fa da padrone anche l' aspetto psicologico e di suggestione dei protagonisti e nella quale in qualche modo, anche il lettore riesce a immedesimarsi e a riconoscersi, perché diventano specchio stesso delle proprie fobie innate.

venerdì 16 settembre 2022

Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi

Questo libro lo avevo letto da ragazzina, ma, ero probabilmente troppo piccola per cogliere le varie espressioni e sfumature del libro, che poi non ero mai riuscita a terminare. 
Ho deciso di riprenderlo e leggerlo a distanza di anni, e l' ho trovato un libro che parla di adolescenza, in modo scomodo e irriverente. Forse, troppo spontaneo e sincero, poco edulcorato su alcune parti. 
A distanza di tempo, il modo di dialogare tra Alex e i suoi altri amici di ragazze risulta denigratorio e offensivo, e spesso sfoccia nell' eccessivo, del tipo "te la potresti scopare con un sacchetto in testa, dato che è cessa", insomma, robe di questo tipo, "Oh, puttana qui, puttana di là", forse un libro invecchiato male, per certi versi. 
Tuttavia, la storia è tutto sommato carina, e rievoca ai nostalgici gli anni 90'. 


mercoledì 14 settembre 2022

Mr Gwyn di Alessandro Baricco

L' incipit di questo libro mi attirava come una calamita: uno scrittore che decide di smettere di scrivere, ma si rende sempre più conto di non poterne fare a meno, perché è la stessa scrittura a dare senso alla sua esistenza, ecco, un buon inizio, ottimo punto di partenza, peccato che la storia prende delle rotte senza senso.
Il romanzo a metà libro perde quella linearità di partenza, e diventa sempre più tedioso e scritto anche di malavoglia da Baricco, questo è evidente perché scrivere parole come: "E dopo essersi scambiati le proprie reciproche boiate tra loro, parlarono di ..." . Espressioni gergali che non mi sarei mai aspettata, dopo aver letto "Oceano mare", sinceramente una profonda delusione, ho voluto terminare il libro soltanto per capire dove volesse andare a parare, e sinceramente è stato veramente deprimente.

sabato 10 settembre 2022

Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro

Piccolo mondo antico racconta l'ottocento italiano in cui l' intenzione era quella di ribellarsi dal dominio austriaco e di unificare l' Italia. 
In questo contesto storico facciamo la conoscenza della famiglia Maironi, come nei promessi sposi, qui si parla di un matrimonio disapprovato, questa volta dalla nonna del protagonista Franco, ma contro il suo stesso volere, Franco decide lo stesso di sposare Luisa. 
La scrittura di Fogazzaro è trascinante, anche se non si respira un' introspezione così pregnante e forte dei protagonisti, tutta al più si parla tanto di contrasto di opinioni religiose e di drammi familiari, ma sempre con un occhio distante. 
Coinvolge sì, commuove anche, ma, i toni di Fogazzaro restano sempre freddi e scostanti, non ci si avvicina mai troppo ai protagonisti, a scovare dentro la loro interiorità.
Soltanto, sui dialoghi tra i personaggi  secondari Fogazzaro si lascia andare, con il dialetto lombardo; e qui, la grossa pecca è che nell' edizione in mio possesso, 
i dialoghi non fossero tradotti in italiano, quindi, ammetto di essermi persa quell' aspetto un po' divertente e folkloristico, compreso e apprezzato solo in minima parte.
Inoltre, la vicenda è quasi interamente ambientata a Como, lungo il lago, fino ad inoltrarsi in altre zone vicine di Varese, e per me che vivo ormai da tanto tempo in queste zone, be' mi ha fatto piacere trovare nel libro gran parte dei laghi e dei posti da me visitati e conosciuti del varesotto. Aggiungo anche che questo romanzo rappresenta l'incipit di una quadrilogia familiare dei Maironi, esiste anche il seguito "Piccolo mondo moderno" , "il santo" e per concludere "Leila", ma non credo che li leggerò, almeno per il momento non provo interesse a continuarne la lettura.

martedì 30 agosto 2022

Il ragazzo morto e le comete di Goffredo Parise

È un romanzo onirico, surreale in cui vita e morte si confondono, laddove il tempo stesso rimane sospeso. È un libro macabro e inquieto in cui ricordo, sogno e realtà si mischiano. In un primo momento, questo romanzo produce volutamente spaesamento al lettore, ma più avanti, 
tutto apparirà meno offuscato e più chiaro, fino a volgere all' amara conclusione.
Si delinea una visione decadente dell' esistenza, un' amarezza motivata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Parise ci delinea le macerie, la distruzione, la perdita della gioia e della speranza, come anche la perdita della vita, dei valori e dell' innocenza, in un ragazzo di soli quindici anni. 


lunedì 29 agosto 2022

Il signor Han di Hwang Sok-Yong

Questo è il secondo libro che leggo di Hwang Sok-Yong che parla della guerra delle due Coree. L' autore stesso è stato detenuto in carcere, poiché ritenuto erroneamente pericoloso per il governo del sud, e Amnesty International si è interessato a lungo del suo caso.
In questa storia, rivediamo delle assonanze tra il protagonista e lo stesso scrittore, tutte e due arrestati per sospetta complicità al regime comunista.
Come in una caccia alle streghe, il protagonista, il signor Han, un medico viene ingiustamente accusato di spionaggio, per conto del partito comunista della Corea del Nord, soltanto a causa della propria provenienza nordica, e per una denuncia campata in aria, architettata soltanto per incastrarlo.  
Ma, in realtà Han paga semplicemente a caro prezzo la propria onestà, il fatto di voler essere un medico dai forti principi morali, come si evince per tutto il racconto.
Hwang Sok-Yong anche in questo libro ci rammenta come l' estremismo ideologico sia dannoso e non porti a nulla di costruttivo, ma, anzi spesso danneggi l' uomo, seminando solo morte e distruzione.
Tuttavia, questo romanzo l' ho trovato meno forte ed efficace rispetto all' "ospite", non mi ha pienamente soddisfatto, perché quel libro era decisamente più efficace,  intenso e agghiacciante, meno edulcorato, ma più focalizzato sulla guerra e la sua cieca e disumana violenza.

sabato 27 agosto 2022

Amicizia di Hermann Hesse

In questo breve romanzo Hermann Hesse, ci racconta la storia di un' amicizia e la sua inevitabile fine con il passaggio della maturità. Lo scrittore riesce a cogliere gli aspetti cruciali, i meccanismi che si innescano, nelle amicizie molto lunghe, coltivate nell' adolescenza, che conducono alla loro inesorabile conclusione. 
Quel genere di amicizia fanciullesca mai cresciuta, che è rimasta sempre legata ad una possessiva esclusività e dipendenza dell' uno verso l'altro. Riusciamo a cogliere in Hesse che l' amicizia può tramutarsi in una relazione tossica che ingabbia l' essere umano, e gli impedisca di compiere da solo le proprie scelte individuali. L' amico influenza la propria visione del mondo, e può limitare le proprie esperienze, impedendo al proprio amico di  commettere i propri errori e sbagli, ma questi a volte, sono strettamente necessari per maturare e crescere. 
Hesse non ci parla positivamente dell' amicizia, anzi, la sviscera, la mette in discussione e ci fa capire che la rottura, spesso è un atto di ribellione e crescita, seppur anche un atto di sincero affetto verso l' altro. Dopotutto, per crescere è necessario esplorare e conoscere nuovi orizzonti e se si rimane bloccati, con amicizie che non offrono nuovi spunti e visioni del mondo, ci si  assopisce  e si finisce per assorbire l' altro nel proprio vissuto. Hesse ci fa intuire che voler bene a qualcuno, spesso significa anche lasciarlo libero, garantirgli indipendenza da noi stessi, qualora la nostra presenza sia troppo ingombrante. Quando si ama un amico, si nutre per lui un' estrema forma di rispetto verso la sua individualità e personalità, e per  salvaguardare la sua unicità, si può decidere di distaccarsi e allontanarsi da lui, per garantirgli la possibilità di strutturare e formare sé stesso, senza la nostra influenza.
È così che Hesse spiega perché amicizie tanto lunghe si disfano, perché da essa non sgorga più niente, dall' amico e stato preso e appreso tutto, fino a prosciugarsi reciprocamente. Non avviene più quello scambio di conoscenza e sapere costruttivo di un tempo, e così progressivamente il rapporto diventa stantio e muore, soprattutto, quando ci si scontra con l' età adulta.

venerdì 26 agosto 2022

Il manoscritto di Brodie di Jorge Luis Borges

Una scazzottata raccolta di racconti brevi di Borges che non mi ha entusiasmato particolarmente, e d'altro canto non posso dire neanche che sia stata spiacevole da leggere, tuttavia, non credo che sia stato il libro giusto, che valesse veramente la pena leggere, di Jorge Luis Borges. 
Le storie sono piuttosto coincise nella loro assurdità sardonica, ma non lasciano il segno, tra un racconto e l' altro diventa tutto un po' vano e ripetitivo, se non il racconto più famoso da cui prende il nome la raccolta "Il manoscritto di Jorge Luis Borges" che mette in discussione la stessa civiltà, di cui tanto ci vantiamo, sentendoci superiori agli uomini primitivi e arcairci. D'altro canto, questo racconto non credo sia messo a caso sulle ultimissime pagine, ma si ricollega, appunto, ai racconti precedenti, in cui si intravede la crudeltà e meschinità dell' uomo civile.
Borges con mordace ironia e con forte spirito critico enfatizza e si beffa della violenza, che per l' uomo diventa espressione naturale di virilità, mettendo in discussione persino sé stesso e le sue certezze.

giovedì 25 agosto 2022

Ero Amelia Earhart di Jane Mendelsohn

Questo romanzo è un omaggio, in memoria della prima aviatrice che sorvolò l' atlantico, Amelia Earhart. 
Seppur nasca da una storia vera, Jane Mendelsohn ricostruisce a proprio piacimento con inventiva e fantasia cosa possa essere accaduto quello sfortunato giorno, in cui si perdono le tracce di entrambi i due piloti, Amelia Earhart e Fred Noonan. 
I due navigatori avrebbero dovuto intraprendere il giro del mondo, ma in questa impresa accadono tanti malaugurati imprevisti : la radio funziona male, gli strumenti di bordo non sono stati regolati e il carburante risulta insufficiente per l' impresa. 
La storia viene raccontata in prima persona da Amelia, e poi ci si allontana dalla protagonista e si capitombola su una terza persona, con l' intersecarsi dei dialoghi tra i personaggi, preciso "senza virgolette discorsive".
Personalmente, non apprezzo quando il narratore passa da una persona all' altra, o sobbarca il lettore di dialoghi, senza ordine, sovraffolando il testo, dopotutto, basterebbero solo due virgolette, per essere più chiari. 
Ho avuto quella fastidiosa impressione che la scrittrice non avesse la piena padronanza di ciò che stesse scrivendo, a causa delle frasi spezzettate, la prosa che si storpia, passando dalla prima persona e poi repentinamente alla terza, fino a sfociare nella forma dialogata e in aggiunta flashback casuali meramente riempitivi. 
Il testo manca di fluidità e continuità tale, da mantenere alto l' interesse del lettore.
Tuttavia, nonostante, i difetti riscontrati a primo impatto, l' ho trovata tutto sommato una lettura gradevole, riflessiva e con una giusta dose di pathos.
Di sicuro, ho apprezzato l' idea di fondo e 
l' ho trovato un buon modo per commemorare una figura femminile realmente esistita, così avventurosa e coraggiosa, come Amelia Earhart. 
Anche i picchi fantasiosi e romanzati della storia non mi sono tanto dispiaciuti, è solo il modo di raccontare che non mi ha convinto del tutto.

mercoledì 24 agosto 2022

Lasciami sola di Marcelle Sauvageot

Questo romanzo, o forse, dovrei dire "commentario", o raccolta di memorie, oppure, epistolare rivolta al proprio amato, ma in realtà, Marcelle Sauvageot non rivolge la lettera all' uomo che l' ha abbandonata, per sposare un' altra, ma, bensì la rivolge più a sé stessa. 
La scrittrice scava in profondità nella sua interiorità e in quella dell' uomo tanto desiderato e amato, scoprendo tutte le loro pecche e imperfezioni di coppia. 
Svela e riflette i limiti e la miseria stessa connaturata dall'amore tra uomo e donna, lo analizza e se ne discosta, lo disprezza, lo giudica e allo stesso tempo lo brama con angosciosa malinconia. 
Sauvageot minuziosamente rivolge lo sguardo alle sue emozioni, non fugge da esse, ma le affronta, decide di commentarle minuziosamente, di non lasciarsene sfuggire, neanche un brandello, pur di liberarsene e ridurle al niente.
Fa i conti con sé stessa, con la sua malattia contro cui sta lottando con le unghia e con i denti.
Infatti, mentre scriveva Marcelle Sauvageot si trovava dentro un sanatorio, nella speranza di guarire dalla turbecolosi, ed è proprio lei stessa ad accorgersi di essersi aggrappata disperatamente all' amore, per la guarigione e la salvezza, ma, al contempo, è lei stessa a volerlo scansare e annientare, come il più vile dei mali. 
Marcelle Sauvageot realizza un monologo emotivo disinvolto e femminista, in cui  rivendica sé stessa e i confini entro cui amare un uomo, per salvaguardare la propria autostima, anche prima di morire. Decide piuttosto di fare a meno delle vile consolazione di due braccia maschili, ottenute solo per meschina pietà e compassione. 
Seppur breve, in questo triste e desolante "memoire" ci possiamo in quanto donne immedesimare e ritrovare nella disarmante sincerità della protagonista, che ci offre di lei un ritratto di donna ribelle e inafferrabile, senza nascondere le sue miserie e fragilità.





martedì 23 agosto 2022

Donnarumma all' assalto di Ottiero Ottieri

Ottiero Ottieri ha lavorato come selezionatore del personale della fabbrica Olivetti, e in questo romanzo ci racconta il suo lavoro, che se a prima vista potrebbe apparire come un banale lavoro di ufficio, scopriamo in realtà che si tratta molto più di questo. 
Ottieri ci svela le incertezze umanamente etiche nella scelta di un potenziale operaio, e nel dover necessariamente scartare qualcun altro. 
In particolare, qui si parla della fabbrica Olivetti che era stata aperta nel Mezzogiorno, a Pozzuoli,  avversata da disoccupati disperati, da richiedere ogni giorno l' assunzione. 
In questo libro intuiamo le difficoltà tra il perseguimento di un fine aziendalistico a quello umanitario, nell'impossibilità di poter vertere nella stessa medesima direzione. Non si può assumere e accontentare tutti, e quindi, occorre una scrematura, una selezione, una scelta, volta ad escludere necessariamente qualcun'altro bisognoso di lavoro. 
Il dubbio più grande che Ottieri si pone è se fra test attitudinali e psicotecnici e se aldilà del giudizio personale, su ogni presunto candidato, la scelta effettuata sia stata effettivamente la migliore; e se in fin dei conti, abbia scelto veramente con metodo meritocratico, i futuri operai della Olivetti. La psicotecnica non è infallibile ci spiega Ottieri, e ci racconta la storia di tutti quegli uomini e donne che bersagliavano la portineria ogni giorno, al limite dello stalking pur di ottenere una mansione.
I pedinamenti alla moglie di Ottieri, fino ad arrivare a gesti estremi e disperati come le minacce e a narrazioni strappalacrime, pur di impietosire il recluiter. 
Farei leggere questo libro a quei settentrionali che hanno le idee ancora offuscate da aberranti e offensivi luoghi comuni del "terrone  pigro che non vuole lavorare", così da smentire le loro idee becere e campate in aria.

sabato 13 agosto 2022

Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini

In quest'ultimo periodo, sto riscoprendo gli autori italiani del 900', Elio Vittorini è uno fra questi. 
In questo romanzo "Conversazione in Sicilia", tra i più famosi e capisaldi della sua scrittura si respira la nostalgia della sua terra natale, una Sicilia calda e accogliente, ma allo stesso tempo anche inospitale e povera, piena di contraddizioni. 
In questa storia non accade moltissimo, semplicemente, il nostro protagonista intraprende un viaggio dalla Lombardia alla Sicilia, ritornando al luogo in cui è cresciuto, e da lì capirà le grandi differenze tra Nord e Sud, fino a giungere ad un' esagerata esaltazione del Nord, racchiusa nella figura quasi leggendaria e mitologica del "Grande Lombardo". Da una parte il protagonista vuole discostarsi dalla sua terra d'origine, ma dall' altra avverte una stretta appartenenza ad essa. 
Il protagonista finirà per elogiare "l' uomo lombardo" in modo quasi imbarazzante, fino a sfociare in una forma di razzismo verso le proprie origini meridionali, come se, per essere dei veri gran uomini sia necessario possedere origini lombarde. 
Tuttavia, la madre stessa smentirà le sue convinzioni, d'altro canto, dalle lunghe conversazioni riflessive con lei, emergerà che il vero "Grande Lombardo" non è che un miraggio. 
In fondo, tra Nord e Sud non esistono tutte queste enormi differenze, anzi, spesso e volentieri, sono solo delle costruzioni dialettiche e mentali degli uomini. 
Sono gli esseri umani stessi a volersi distinguere dagli altri, tanto da credersi con presunzione e arroganza tanto diversi, così da potersi distaccare, creando disparità e separazione fra loro.
Elio Vittorini conclude, intuendo che non esiste "il vero Grande Lombardo", così da farci intuire, che non esiste neanche un' Italia meridionale e settentrionale, ma esiste solo un' unica terra su cui viviamo.
Per quante differenze gli italiani potrebbero inventare e raccontare su di sé, in fondo, sono tutti più o meno simili e dovrebbero smetterla di arrampicarsi agli specchi, pur di sentirsi superiori agli uni o agli altri.

martedì 9 agosto 2022

Martin Eden di Jack London

Un libro completamente diverso dai canoni letterari di Jack London, di solito si ricorda generalmente questo scrittore per libri per ragazzi di avventura come "Zanna Bianca" e "il richiamo della foresta", genere che onestamente neanche da bambina mi ha mai coinvolto. E poi, da adulta faccio la scoperta di un altro Jack London forse più boicottato, un romanzo più riflessivo e di formazione come Martin Eden che a tratti ricorda un Jude l' oscuro di Thomas Hardy, ma con atmosfere meno fosche e cupe, di sicuro è un libro un po' autobiografico e con un' aspra critica alla società e alle convenzioni, ma non racchiude quel pessimismo imperante e negativo di Thomas Hardy, laddove la conclusione sfocia nella tragedia più assoluta.
Non lo avrei mai detto, che mi sarei ritrovata a leggere ben volentieri un libro di Jack London e che potesse aver scritto un libro così diverso e più corrispondente ai canoni letterari e classici.

giovedì 14 luglio 2022

L' eleganza del riccio di Muriel Barbery

Questa storia non mi ha convinto a pieno.
Per prima cosa le due protagoniste risultano abbastanza odiose e ipercritiche nei confronti del genere umano. 
Il problema di fondo è che appare molto superficiale nella trattazione di tematiche anche abbastanza delicate, come il suicidio. 
Ora, io capisco il voler rendere certi argomenti appetibili e fruibili al lettore medio, e l' intento di sdoganare il tabù su certi argomenti, per così dire "normalizzandoli", ma se certi argomenti non vengono approfonditi con una precisa analisi introspettiva, si corre il rischio di sminuire e banalizzare, urtando anche la sensibilità del lettore, soprattutto, a chi certi temi stanno particolarmente a cuore. 
Poi, un' altra cosa che ho particolarmente odiato di questo romanzo è l' ondata radical chic che permane tutta la storia, del tipo "Non sei nessuno se non hai letto il capitale di Marx" . 
Poi ci sono delle descrizioni veramente pretenziose, come anche questi giudizi aspri e abbastanza sciocchi sulle altre persone, da apparire spesso gratuiti e ingiustificati. 
Ora, nel "giovane Holden" c'era dietro un motivo per cui il protagonista disprezzava tutto e tutti, almeno lo spiegava, e non gli si poteva dare tanto torto, ma queste due spesso danno dei giudizi affrettati in cui generalizzano per stereotipi e luoghi comuni, senza mai trascindere dalle apparenze, cosa che dovrebbe essere il contrario. 
Poi, quanto infantilismo c'è nel voler nascondere di essere una portinaia che legge?! 
E poi la dodicenne che si vuole uccidere e poi così di colpo cambia idea, è tutto molto campato in aria. 
Inoltre, troppe frasette pseudo filosofiche che per carità hanno attirato il mio interesse, però nel libro stridono, essendo inserite puramente a caso, giusto per voler dare al libro questa parvenza di pseudo intellettualismo, cosa che non è affatto.

martedì 21 giugno 2022

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon.

Sicuramente, se fossi stata più giovane questo libro lo avrei apprezzato di più. Tuttavia, devo dire che è stata una lettura semplice, ma, comunque molto carina e piacevole, nonostante i limiti dovuti all' età, perché nonostante tutto, questo libro ha un grande punto di forza, e sta tutto nella bravura dello scrittore, nel mettere in comunicazione il lettore con Christopher, un ragazzino affetto da sindrome di Asperger, una forma particolare di autismo.
Con grande empatia, lo scrittore ci trasporta nella mente di Christopher,  spiegandoci il suo modo di vedere il mondo, di rapportarsi con esso e gli altri. Mette in luce le difficoltà di adattamento riscontrate ai cambiamenti, ma, anche i suoi punti di forza. Non lasciatevi ingannare dal titolo, l' indagine sul cane ucciso è soltanto un pretesto, per entrare e analizzare il mondo da un' altra prospettiva, vederlo sotto una luce diversa.  
Mark Haddon ci catapulta dentro la mente di Christopher su cui predomina la scienza, la logica, la matematica e in cui si fa fatica a rapportarsi con concetti più astratti e inafferabili come i sentimenti. 
Ma, l' aspetto più bello di questo romanzo è che la sindrome di Asperger viene spiegata sotto molti aspetti, trasmettendo un messaggio molto positivo sulla diversità, poiché ci dà una visione molto più ampia di essa, senza attribuirgli la connotazione semplificativa di handicap. Mark Haddon scava in profondità, lasciando intuire che spesso e volentieri chi ha questa sindrome, riesce a vedere le cose con uno sguardo più attento e sensibile del nostro, che notoriamente ci consideriamo "normali"; ci spinge a mettere in discussione il nostro stesso concetto di "normalità".


lunedì 20 giugno 2022

La ragazza con la Leica di Helena Janeczek.

A me dispiace tanto dover dare una recensione negativa ad un romanzo del genere, perché l' idea di fondo è buona e ha una grande importanza, parlare di donne coraggiose e dimenticate dalla storia, come Gerda Taro, ma purtroppo, scrivere una biografia non è così facile. La nota positiva di questo libro che mi ha spinto volerlo leggere, era appunto, la biografia di questa gran donna che girava con la macchina fotografica, che non era neanche sua, ma presa in prestito, appunto, la Leica, più conveniente della reflex dei tempi. Ma, Gerda Taro non era una semplice fotografa e basta, le sue foto erano di denuncia sociale, contro la guerra e l' oppressione fascista, ed è stata uccisa per questo. Tuttavia, il problema di fondo di questa biografia è che esula dalla Gerda Taro fotografa, slittando l' attenzione su aspetti della sua vita meno interessanti e anche meno lusinghieri, non perché fosse una donna libera sessualmente, non è quello il punto, anzi grande storia di emancipazione femminile, ma il problema di fondo è porre l' attenzione sui suoi spasimanti, su tutti gli uomini che la bramassero e dar a loro la parola, fare trasparire Gerda dagli sguardi maschili e non da una luce femminile, con una soffermazione di dettagli da Gossip amorosi nell' epoca della resistenza, che in un libro di questo genere, sono irrilevanti e sminuiscono la figura di Gerda Taro. Perché le donne devono essere sempre associate all' aspetto sessuale, o devono essere definite e guardate da un occhio maschile, soprattutto, in un libro dove l' obbiettivo era quello di parlare di altro? Speravo che questo libro non prendesse questa rotta, essendo scritto da una donna e invece... Ovviamente, sono certa che questo non fosse l'intento della scrittrice, ma, purtroppo, volente o non nolente è questo a mio avviso il risultato. Paradossalmente, il titolo è la ragazza con la Leica, ma in realtà viene veramente dato poco spazio a Gerda Taro in questo libro, dato che vengono raccontati spezzoni di vita degli uomini con cui lavorava, che le giravano attorno e sinceramente non ne ho capito il senso e lo scopo. Poche sono veramente le parti in cui si parla del coraggio e la determinazione di Gerda, mentre ci sono tante pagine sul nulla di fondo, di personaggi di cui non ti interessa assolutamente nulla, anzi, ti infastidiscono, perché narrando di loro, si perde di vista la vera protagonista. Poi, mi sarei aspettata in un libro del genere, un' accurata documentazione, una spiegazione degli eventi storici sulla guerra, e invece anche quello diventa marginale e non capisco perché. Mi ha fatto veramente arrabbiare questo libro, l' ho letto fino alla fine nella speranza di ricredermi, ma ha continuato per tutto il tempo ad essere caotico e divagante.

giovedì 16 giugno 2022

Il suono della montagna di Yasunari Kawabata.

Mi dispiace un po', perché "il paese delle nevi" dello stesso autore mi era piaciuto molto, non era un libro di facile lettura, ma, era molto evocativo e mi aveva lasciato delle impressioni molto suggestive e forti sulla neve, che a distanza di tempo, mi sono rimaste impresse.
Mentre questo romanzo "il suono della montagna" mi ha deluso molto. 
Mi aspettavo dei richiami forti alla montagna, un libro che mi portasse lì e invece niente.. a parte, dei richiami carini ai fiori particolari giapponesi, qualche riflessione seppur vaga, questo libro non mi ha lasciato nulla. 
Non ho capito l' intento, cosa l' autore volesse comunicare. 
C'è un introspezione limitata al protagonista, il capo famiglia nonno e padre, sulla sessantina, ma non è neanche così potente. 
Poi, la confusione sui nomi, "Kuniko" e "Kikuko", certo che, se uno decide farsi l'amante, scegliersela almeno con un nome ben diverso, da quello della moglie; Io la inserirei come regola base di ogni tradimento.
L' unica cosa che mi è piaciuta è il modo in cui Kawabata, lasci intuire i sentimenti, come anticipa l'idea di un amore platonico, celato e proibito,  ma, senza dirlo chiaramente, ne parla in modo velato, con una delicatezza unica e singolare tipicamente giapponese, eppure, 
allo stesso tempo, il lettore lo riesce comunque a percepire. 
Questa resta una caratteristica unica e intramontabile di Kawabata, il suo modo di raccontare dell' amore e della sua impossibilità di comunicarlo ed esternarlo liberamente, per vincoli familiari e sociali.  A parte questo, resto dell' idea che sia il libro sbagliato da leggere di Yasunari Kawabata, ritengo che il paese delle nevi sia più riuscito, perché risveglia e stimola i sensi, ti porta e conduce direttamente sulla neve, te la fa vivere e immaginare. 
Mentre, qui, io la montagna non l' ho vista proprio. Ho soltanto percepiti strascichi di conflitti familiari irrisolti, neanche spiegati bene, e che per tutto il romanzo sono rimasti tali e quali sin dall' inizio alla fine, senza una spiegazione, uno sviluppo. Infatti, non esiste un vero e proprio finale, 
è come se restasse aperto e sospeso nell' etere, o perché no sulla montagna.



domenica 12 giugno 2022

Nulla fallisce di Al (Amazon Kindle)

Come lettura di Amazon Kindle gratuita, non è male, però, troppa confusione. 
Si intuisce che la storia abbia tanti spunti autobiografici, però, è forse troppo spontaneo e diretto.
Il guaio è che quando si scrive qualcosa di troppo personale, si dia forse, spesso per scontato che il lettore capisca, che si cali nella propria esperienza personale, senza esitazioni e punti di domanda. 
Dimentichiamo troppo spesso che il lettore non è dentro la nostra testa e quel vissuto è nostro, e dobbiamo condividerlo, renderlo comprensibile e fruibile al lettore. Dobbiamo prendere il lettore delicatamente per mano, e condurlo a piccoli passi dentro la storia, altrimenti non capirà niente. 
È importante introdurre il lettore, accompagnarlo adeguatamente nel nostro vissuto, perché spiegare un' esperienza vissuta realmente è molto più difficile, che raccontare una realtà contraffatta di sana pianta. È molto più difficile scrivere una biografia, che una storia  completamente inventata. Si corre il rischio di annoiare, di non coinvolgere abbastanza il lettore, oppure di dare tutto per scontato, perché sono situazioni vissute sulla nostra pelle, e rendere partecipe l' altro di quello che abbiamo provato, non è sempre facile.
Per questa ragione, credo che questo libro purtroppo appaia come un diario interiore dispersivo e colmo di divagazioni, sulla vita di questo ragazzo e il suo affacciarsi all' età adulta. Avrei preferito una storia con meno narrazioni, alcune erano veramente superflue, mentre, magari le parti in cui si doveva arrivare un po' di più alla sostanza, si perdevano nel nulla. Andavano approfonditi determinati argomenti e aspetti più di altri, rispetto a quelli più superficiali che sono stati narrati a per di fiato,  nel dettaglio, creando solo noia e un senso di vuotezza di fondo. Tuttavia, non posso dire che sia stato brutto nella sua interezza, ho colto il messaggio finale del libro che mi è molto piaciuto sull' accettare e scoprire sé stessi, peccato che ci siamo arrivati per vie contorte e divaganti. 
Ho apprezzato anche le citazioni a libri che personalmente neanche conoscevo e anche quelle musicali e cinematografiche, non mi sono dispiaciute nel complesso. Ho amato le tematiche affrontate l' adolescenza,il bullismo, il rapporto con i genitori, la violenza domestica
i disturbi alimentari e l' omosessualità. Si affrontano tanti temi delicati, ma ahimè alcuni potevano essere trattati con maggiore cura e attenzione. Tuttavia, ho apprezzato il coraggio e lo sforzo di questo ragazzo nel raccontare sé stesso, perché non è facile mettersi così tanto a nudo, soprattutto, quando sei una persona alle prime armi con la scrittura, e si denota l' inesperienza, l' eccessiva e impacciata spontaneità in questo libro, che, tuttavia, la si apprezza nelle sue imperfezioni.

venerdì 10 giugno 2022

Oceano mare di Alessandro Baricco.

Questo libro è stata per me una profonda immersione nostalgica sul mare. Mi sono piaciute le atmosfere. Credo che, in fondo, sia questa carrateristica particolare e affascinante di Baricco, che ti trasporta in delle sensazioni e in un determinato contesto, come se fossi in una fiaba, sospesa tra sogno e realtà.
In questo caso è il mare a fare da padrone, a prevalere persino sui personaggi. 
Ho percepito questa emozione di profondo dolore, come nostalgia mista a malinconia, ma anche di liberatorio abbandono, come se si lasciassero scorrere tutte queste emozioni, lasciandole trasportare dalla forza violenta delle onde. Ammetto che, Baricco non è mai stata in cima alla mia lista di scrittori da leggere, anzi, tutt'altro! Mi interessava solo leggere "Seta", per
l' ambientazione giapponese, storia d'amore proibita e le sue atmosfere malinconiche, nostalgiche, miste a sereno e quieto abbandono, riprese e ben rappresentante nella trasposizione cinematografica. 
Ora, leggendo questo libro ho capito che è parte dell' identità di Baricco, come scrittore ricreare queste sensazioni e trasmetterle al lettore.
Esiste una sola morale in questo libro, o almeno che, ho colto io da queste pagine: Bisogna lasciarsi cullare delle onde, nonostante, il loro impatto sia violento e doloroso. Sappiamo di non poter fermare e contrastare il mare, e appunto per questo, dobbiamo abbandonarci alla forza della corrente, mai sbatterci contro. Occorre lasciare che tutto fluisca, anche le emozioni negative, solo così buttandole fuori le lasciamo veramente andare , anche se, sono dolorose e violente, e ci fanno paura. Noi dobbiamo accettarle e tirarle fuori, così da liberarcene una volta e per tutte, perché soltanto così passeranno, e torneranno giorni migliori. Come serve la serenità, è necessaria altrettanto anche la tempesta, ed è sciocco volerla tenere a bada, più cerchiamo di controllarla e peggio sarà. 
Ovviamente, il significato non è così esplicito e ho apprezzato che non sia un un autore di eccessiva e ridondante retorica, va per sottintesi, soprattutto verso la fine.
Mi è discretamente piaciuto, di sicuro, Baricco sa il fatto suo, sa scrivere sa trascinare e condurre il lettore dove vuole. Unica pecca molte situazioni e i personaggi stessi della storia appaiono poco chiari, risultano come abbozzi e si è generata in me tanta confusione, per distinguerli. Inoltre, anche il susseguirsi di svariate vicende tra i personaggi, non si capiscono benissimo. 
Poi, un ulteriore difetto, però, forse, questa è una questione di gusto personale, io odio quando nella prosa ci sono troppe ripetizioni. Lo so, che ovviamente è stato un espediente ricercato da Baricco per dare musicalità, come se fosse una narrazione ballata, da cantastorie, ma all' ottava volta 
( le ho contate) che nella seconda parte "il ventre del mare" si ripete l' espediente narrativo "La prima cosa è il mio nome, la seconda è lo sguardo... la terza i miei occhi...". 
La prima volta fa scena dici bella idea, la seconda dici ok, carino, ma alla terza, la quarta, la quinta, la sesta, la settima e all' ottava - Basta! Volevo quasi lanciare il libro fuori dalla finestra.
Come, anche non sopporto gli scrittori alternativi, che inseriscono nei libri pagine di nulla. In questo caso ci sono descritti i quadri dipinti di un personaggio, ma con scritte addirittura le dimensioni della tela, descrizione dell' opera come se fossi dentro ad un museo, ma di quelli contemporanei brutti brutti: Quelli con le tele bianche. E allora, ti chiedi: "Si, ma questa cosa qui, che mi sta a significare?! Mi stai anche un po' prendendo per i fondelli!".  
Lo so, cosa voleva dire, ovviamente, che è difficile rappresentare il mare, cogliere tutte le sue sfumature, perché senza occhi non si coglie la sua anima e non si capisce dove finisce;  Ok, però, bastava semplicemente scrivere una volta, che il pittore non fosse riuscito a dipingere il mare, semplice e immediato, punto. 
E invece, un capitolo intero con la descrizioni di questi quadri fittizi. 
Oh, mi dispiace, ma io questi picchi estrosi non li sopporto nella scrittura, sarò troppo vecchio stampo, con un' eccessiva propensione alla letteratura classica, ma no, non mi piace.
A parte questo, nonostante le criticità da me riscontrate, nel complesso è un libro estivo e piacevole che si lascia leggere.
Tuttavia, non sarò mai una lettrice agguerrita di Baricco, proprio perché è uno scrittore un po' eccentrico per i miei gusti, ma, devo ammettere di essermi ricreduta su di lui e dai pregiudizi a lungo nutriti nei suoi confronti. Comunque, penso che, in questo ultimo periodo, io mi stia  veramente ricredendo, in generale, sugli scrittori italiani, dai contemporanei ai classici.


lunedì 6 giugno 2022

Azami di Aki Shimazaki

Questo è il primo libro di una pentologia 
"L' ombra del cardo", non sono una da libri in serie, in realtà se lo avessi saputo prima non mi sarei mai addentrata in questo genere di lettura. 
Odio pure le serie TV proprio perché sembrano non terminare mai, a causa della serializzazione. 
Tuttavia, devo dire che nel complesso è carino, niente di eccezionale, mi aspettavo sinceramente qualcosina di più da un' autrice giapponese, maggiore introspezione dei personaggi, delle descrizioni più accurate e invece è scritto in modo così semplicistico ridotto al minimo indispensabile, è una prosa anonima, senza identità, che avrebbe potuto scrivere chiunque un po' insulso in tal senso. 
Non credo sia un libro brutto, ma non il genere di libro che speravo di leggere. 
Tuttavia, come libro da spiaggia e ombrellone lo consiglio, è una lettura spensierata, e dal primo libro scorrevole e stilisticamente frivolo. 
Non ci si addentra in una prosa elaborata e magnetica, ma piuttosto mediocre e leggera, tuttavia, avendo letto solo il primo libro non posso giudicare l' intera opera. Ovviamente, questa successione di libri è una pura trovata commerciale, si sarebbe potuta riunire l'intera storia in un unico libro, visto e considerato che il prezzo pieno di 18€ per un singolo libro non è giustificabile, visto l' esiguo numero di pagine e la mancanza di complessità narrativa e di stile, questo primo libro si può benissimo terminare in un' unica giornata. 
Motivo per cui vi suggerirei, di recarvi in biblioteca se volete addentrarvi in questa lettura, perché veramente tanto vale farsi la tessera in biblioteca e prendere i libri in prestito, così da risparmiare un bel po' di soldini ed evitare anche di riempirvi la libreria di questa pentologia sproporzionatamente e ingiustificatamente costosa. 
Esteticamente le copertine saranno pure graziose, ma il prezzo è veramente esagerato, per il libro in sé, visto e considerato che esistono storie gratuite scritte in modo più sofisticato e accurato. 

sabato 28 maggio 2022

L' origine della specie ( abbozzo del 1842) di Charles Darwin.

L' origine della specie (abbozzo del 1842) di Charles Darwin rappresenta l' inizio, il preambolo delle importanti tesi e scoperte scientifiche di Charles Darwin. 
È un testo saggistico di notevole importanza, particolarmente complesso da leggere, ma che lascia molto, induce il lettore ad un pensiero più analitico e aperto verso la natura, le specie animali e l' uomo. Un libro che suggerisco di leggere, anche se, non siete ferrati in materie scientifiche, una volta ogni tanto fare uno sforzo in più per leggere qualcosa, anche non proprio nelle proprie corde, be' ne vale veramente la pena per avere una visione più ampia e completa del mondo che ci circonda. Inoltre, essendo solo l' abbozzo del libro completo sull'origine della specie di Charles Darwin, che consta invece di 300 pagine e passa, direi che è un buon modo per avere un' idea breve e intensa delle teorie di Charles Darwin senza, però strafare troppo.

venerdì 27 maggio 2022

Solzenicyn una giornata di Ivan Denisovic, la casa di Matrjona e alla stazione.

Tre racconti di miseria e guerra, mi aspettavo dei ritratti della guerra più sconvolgenti e sanguinosi, e invece l' ho trovato, soprattutto sull'ultima storia vago, confusionario e monotono. 
Ovviamente, non è forse il miglior libro da leggere di Solzenicyn, una figura di opposizione contro il comunismo staliniano di grande importanza, che nei suoi romanzi ha confessato e reso noto al mondo tutte le nefadenzze e ingiustizie del regime comunista staliniano, raccontando dei Gulag, essendo stato lui stesso prigioniero dentro un Gulag.
Amnesty International si è interessata a lui, di sicuro una figura di grande importanza per rendere note a tutti le ingiustizie, i diritti umani e le libertà a lungo calpestate del regime dittatoriale comunista da non discostarsi più di tanto da un regime dittatoriale fascista o nazista. 
Ovviamente, è un premio Nobel per la letteratura,
 è per quanto la scrittura risenta tanto della traduzione perdendo quella sua particolarità nello stile, posso dire, comunque che è un autore che valga la pena leggere, forse, non tanto questa serie di racconti, anche se il primo devo dire che l' ho trovato veramente molto forte e notevole. 
Si evince dalla prima storia la conoscenza minuziosa dello scrittore verso i gulag, essendo stato lui stesso un prigioniero politico, a causa delle sue idee contrarie al regime. 
Tuttavia, a parte la prima storia e la seconda, sulla terza ho perso un po' il filo, la lettura è diventata sempre più monotona e di difficile comprensione. Di sicuro, l' ordine delle storie non è di aiuto, io avrei seguito una linea temporale differente, avrei invertito l' ordine delle storie partendo con "la casa di Matrjona", per poi entrare sempre più nel vivo, dentro le dinamiche della guerra, con "alla stazione" per poi concludere con "Una giornata di Ivan Denisovic", così il ritmo sarebbe stato più incalzante e avrebbe lasciato al lettore un maggiore senso di oppressione. 
Tuttavia, ritengo che libri come questi, che affrontino tematiche delicate come la guerra siano storie che vadano lette, ora più che mai, anche se, devo ammettere che competere con "l' ospite" di Hwang Sok-Yong sia veramente difficile.
Quel libro sulla guerra delle due Coree mi ha devastato e scioccata mentalmente per le sue immagini di violenza così agghiaccianti, quel libro è la Guerra e l' aberrazione che essa comporta, aldilà di dove avvenga e del tipo di guerra, io credo che quel romanzo utilizzi un linguaggio efficace, forte e universale da potersi comparare a qualsiasi guerra avvenga, in qualsiasi angolo del mondo.

Post in evidenza

La signora delle camelie di Alexandre Dumas fils

Questo libro volevo leggerlo da tantissimo tempo, e stranamente l'ho trovato meno pesante di quello che credessi, in tre giorni l'h...