martedì 21 giugno 2022

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon.

Sicuramente, se fossi stata più giovane questo libro lo avrei apprezzato di più. Tuttavia, devo dire che è stata una lettura semplice, ma, comunque molto carina e piacevole, nonostante i limiti dovuti all' età, perché nonostante tutto, questo libro ha un grande punto di forza, e sta tutto nella bravura dello scrittore, nel mettere in comunicazione il lettore con Christopher, un ragazzino affetto da sindrome di Asperger, una forma particolare di autismo.
Con grande empatia, lo scrittore ci trasporta nella mente di Christopher,  spiegandoci il suo modo di vedere il mondo, di rapportarsi con esso e gli altri. Mette in luce le difficoltà di adattamento riscontrate ai cambiamenti, ma, anche i suoi punti di forza. Non lasciatevi ingannare dal titolo, l' indagine sul cane ucciso è soltanto un pretesto, per entrare e analizzare il mondo da un' altra prospettiva, vederlo sotto una luce diversa.  
Mark Haddon ci catapulta dentro la mente di Christopher su cui predomina la scienza, la logica, la matematica e in cui si fa fatica a rapportarsi con concetti più astratti e inafferabili come i sentimenti. 
Ma, l' aspetto più bello di questo romanzo è che la sindrome di Asperger viene spiegata sotto molti aspetti, trasmettendo un messaggio molto positivo sulla diversità, poiché ci dà una visione molto più ampia di essa, senza attribuirgli la connotazione semplificativa di handicap. Mark Haddon scava in profondità, lasciando intuire che spesso e volentieri chi ha questa sindrome, riesce a vedere le cose con uno sguardo più attento e sensibile del nostro, che notoriamente ci consideriamo "normali"; ci spinge a mettere in discussione il nostro stesso concetto di "normalità".


lunedì 20 giugno 2022

La ragazza con la Leica di Helena Janeczek.

A me dispiace tanto dover dare una recensione negativa ad un romanzo del genere, perché l' idea di fondo è buona e ha una grande importanza, parlare di donne coraggiose e dimenticate dalla storia, come Gerda Taro, ma purtroppo, scrivere una biografia non è così facile. La nota positiva di questo libro che mi ha spinto volerlo leggere, era appunto, la biografia di questa gran donna che girava con la macchina fotografica, che non era neanche sua, ma presa in prestito, appunto, la Leica, più conveniente della reflex dei tempi. Ma, Gerda Taro non era una semplice fotografa e basta, le sue foto erano di denuncia sociale, contro la guerra e l' oppressione fascista, ed è stata uccisa per questo. Tuttavia, il problema di fondo di questa biografia è che esula dalla Gerda Taro fotografa, slittando l' attenzione su aspetti della sua vita meno interessanti e anche meno lusinghieri, non perché fosse una donna libera sessualmente, non è quello il punto, anzi grande storia di emancipazione femminile, ma il problema di fondo è porre l' attenzione sui suoi spasimanti, su tutti gli uomini che la bramassero e dar a loro la parola, fare trasparire Gerda dagli sguardi maschili e non da una luce femminile, con una soffermazione di dettagli da Gossip amorosi nell' epoca della resistenza, che in un libro di questo genere, sono irrilevanti e sminuiscono la figura di Gerda Taro. Perché le donne devono essere sempre associate all' aspetto sessuale, o devono essere definite e guardate da un occhio maschile, soprattutto, in un libro dove l' obbiettivo era quello di parlare di altro? Speravo che questo libro non prendesse questa rotta, essendo scritto da una donna e invece... Ovviamente, sono certa che questo non fosse l'intento della scrittrice, ma, purtroppo, volente o non nolente è questo a mio avviso il risultato. Paradossalmente, il titolo è la ragazza con la Leica, ma in realtà viene veramente dato poco spazio a Gerda Taro in questo libro, dato che vengono raccontati spezzoni di vita degli uomini con cui lavorava, che le giravano attorno e sinceramente non ne ho capito il senso e lo scopo. Poche sono veramente le parti in cui si parla del coraggio e la determinazione di Gerda, mentre ci sono tante pagine sul nulla di fondo, di personaggi di cui non ti interessa assolutamente nulla, anzi, ti infastidiscono, perché narrando di loro, si perde di vista la vera protagonista. Poi, mi sarei aspettata in un libro del genere, un' accurata documentazione, una spiegazione degli eventi storici sulla guerra, e invece anche quello diventa marginale e non capisco perché. Mi ha fatto veramente arrabbiare questo libro, l' ho letto fino alla fine nella speranza di ricredermi, ma ha continuato per tutto il tempo ad essere caotico e divagante.

giovedì 16 giugno 2022

Il suono della montagna di Yasunari Kawabata.

Mi dispiace un po', perché "il paese delle nevi" dello stesso autore mi era piaciuto molto, non era un libro di facile lettura, ma, era molto evocativo e mi aveva lasciato delle impressioni molto suggestive e forti sulla neve, che a distanza di tempo, mi sono rimaste impresse.
Mentre questo romanzo "il suono della montagna" mi ha deluso molto. 
Mi aspettavo dei richiami forti alla montagna, un libro che mi portasse lì e invece niente.. a parte, dei richiami carini ai fiori particolari giapponesi, qualche riflessione seppur vaga, questo libro non mi ha lasciato nulla. 
Non ho capito l' intento, cosa l' autore volesse comunicare. 
C'è un introspezione limitata al protagonista, il capo famiglia nonno e padre, sulla sessantina, ma non è neanche così potente. 
Poi, la confusione sui nomi, "Kuniko" e "Kikuko", certo che, se uno decide farsi l'amante, scegliersela almeno con un nome ben diverso, da quello della moglie; Io la inserirei come regola base di ogni tradimento.
L' unica cosa che mi è piaciuta è il modo in cui Kawabata, lasci intuire i sentimenti, come anticipa l'idea di un amore platonico, celato e proibito,  ma, senza dirlo chiaramente, ne parla in modo velato, con una delicatezza unica e singolare tipicamente giapponese, eppure, 
allo stesso tempo, il lettore lo riesce comunque a percepire. 
Questa resta una caratteristica unica e intramontabile di Kawabata, il suo modo di raccontare dell' amore e della sua impossibilità di comunicarlo ed esternarlo liberamente, per vincoli familiari e sociali.  A parte questo, resto dell' idea che sia il libro sbagliato da leggere di Yasunari Kawabata, ritengo che il paese delle nevi sia più riuscito, perché risveglia e stimola i sensi, ti porta e conduce direttamente sulla neve, te la fa vivere e immaginare. 
Mentre, qui, io la montagna non l' ho vista proprio. Ho soltanto percepiti strascichi di conflitti familiari irrisolti, neanche spiegati bene, e che per tutto il romanzo sono rimasti tali e quali sin dall' inizio alla fine, senza una spiegazione, uno sviluppo. Infatti, non esiste un vero e proprio finale, 
è come se restasse aperto e sospeso nell' etere, o perché no sulla montagna.



domenica 12 giugno 2022

Nulla fallisce di Al (Amazon Kindle)

Come lettura di Amazon Kindle gratuita, non è male, però, troppa confusione. 
Si intuisce che la storia abbia tanti spunti autobiografici, però, è forse troppo spontaneo e diretto.
Il guaio è che quando si scrive qualcosa di troppo personale, si dia forse, spesso per scontato che il lettore capisca, che si cali nella propria esperienza personale, senza esitazioni e punti di domanda. 
Dimentichiamo troppo spesso che il lettore non è dentro la nostra testa e quel vissuto è nostro, e dobbiamo condividerlo, renderlo comprensibile e fruibile al lettore. Dobbiamo prendere il lettore delicatamente per mano, e condurlo a piccoli passi dentro la storia, altrimenti non capirà niente. 
È importante introdurre il lettore, accompagnarlo adeguatamente nel nostro vissuto, perché spiegare un' esperienza vissuta realmente è molto più difficile, che raccontare una realtà contraffatta di sana pianta. È molto più difficile scrivere una biografia, che una storia  completamente inventata. Si corre il rischio di annoiare, di non coinvolgere abbastanza il lettore, oppure di dare tutto per scontato, perché sono situazioni vissute sulla nostra pelle, e rendere partecipe l' altro di quello che abbiamo provato, non è sempre facile.
Per questa ragione, credo che questo libro purtroppo appaia come un diario interiore dispersivo e colmo di divagazioni, sulla vita di questo ragazzo e il suo affacciarsi all' età adulta. Avrei preferito una storia con meno narrazioni, alcune erano veramente superflue, mentre, magari le parti in cui si doveva arrivare un po' di più alla sostanza, si perdevano nel nulla. Andavano approfonditi determinati argomenti e aspetti più di altri, rispetto a quelli più superficiali che sono stati narrati a per di fiato,  nel dettaglio, creando solo noia e un senso di vuotezza di fondo. Tuttavia, non posso dire che sia stato brutto nella sua interezza, ho colto il messaggio finale del libro che mi è molto piaciuto sull' accettare e scoprire sé stessi, peccato che ci siamo arrivati per vie contorte e divaganti. 
Ho apprezzato anche le citazioni a libri che personalmente neanche conoscevo e anche quelle musicali e cinematografiche, non mi sono dispiaciute nel complesso. Ho amato le tematiche affrontate l' adolescenza,il bullismo, il rapporto con i genitori, la violenza domestica
i disturbi alimentari e l' omosessualità. Si affrontano tanti temi delicati, ma ahimè alcuni potevano essere trattati con maggiore cura e attenzione. Tuttavia, ho apprezzato il coraggio e lo sforzo di questo ragazzo nel raccontare sé stesso, perché non è facile mettersi così tanto a nudo, soprattutto, quando sei una persona alle prime armi con la scrittura, e si denota l' inesperienza, l' eccessiva e impacciata spontaneità in questo libro, che, tuttavia, la si apprezza nelle sue imperfezioni.

venerdì 10 giugno 2022

Oceano mare di Alessandro Baricco.

Questo libro è stata per me una profonda immersione nostalgica sul mare. Mi sono piaciute le atmosfere. Credo che, in fondo, sia questa carrateristica particolare e affascinante di Baricco, che ti trasporta in delle sensazioni e in un determinato contesto, come se fossi in una fiaba, sospesa tra sogno e realtà.
In questo caso è il mare a fare da padrone, a prevalere persino sui personaggi. 
Ho percepito questa emozione di profondo dolore, come nostalgia mista a malinconia, ma anche di liberatorio abbandono, come se si lasciassero scorrere tutte queste emozioni, lasciandole trasportare dalla forza violenta delle onde. Ammetto che, Baricco non è mai stata in cima alla mia lista di scrittori da leggere, anzi, tutt'altro! Mi interessava solo leggere "Seta", per
l' ambientazione giapponese, storia d'amore proibita e le sue atmosfere malinconiche, nostalgiche, miste a sereno e quieto abbandono, riprese e ben rappresentante nella trasposizione cinematografica. 
Ora, leggendo questo libro ho capito che è parte dell' identità di Baricco, come scrittore ricreare queste sensazioni e trasmetterle al lettore.
Esiste una sola morale in questo libro, o almeno che, ho colto io da queste pagine: Bisogna lasciarsi cullare delle onde, nonostante, il loro impatto sia violento e doloroso. Sappiamo di non poter fermare e contrastare il mare, e appunto per questo, dobbiamo abbandonarci alla forza della corrente, mai sbatterci contro. Occorre lasciare che tutto fluisca, anche le emozioni negative, solo così buttandole fuori le lasciamo veramente andare , anche se, sono dolorose e violente, e ci fanno paura. Noi dobbiamo accettarle e tirarle fuori, così da liberarcene una volta e per tutte, perché soltanto così passeranno, e torneranno giorni migliori. Come serve la serenità, è necessaria altrettanto anche la tempesta, ed è sciocco volerla tenere a bada, più cerchiamo di controllarla e peggio sarà. 
Ovviamente, il significato non è così esplicito e ho apprezzato che non sia un un autore di eccessiva e ridondante retorica, va per sottintesi, soprattutto verso la fine.
Mi è discretamente piaciuto, di sicuro, Baricco sa il fatto suo, sa scrivere sa trascinare e condurre il lettore dove vuole. Unica pecca molte situazioni e i personaggi stessi della storia appaiono poco chiari, risultano come abbozzi e si è generata in me tanta confusione, per distinguerli. Inoltre, anche il susseguirsi di svariate vicende tra i personaggi, non si capiscono benissimo. 
Poi, un ulteriore difetto, però, forse, questa è una questione di gusto personale, io odio quando nella prosa ci sono troppe ripetizioni. Lo so, che ovviamente è stato un espediente ricercato da Baricco per dare musicalità, come se fosse una narrazione ballata, da cantastorie, ma all' ottava volta 
( le ho contate) che nella seconda parte "il ventre del mare" si ripete l' espediente narrativo "La prima cosa è il mio nome, la seconda è lo sguardo... la terza i miei occhi...". 
La prima volta fa scena dici bella idea, la seconda dici ok, carino, ma alla terza, la quarta, la quinta, la sesta, la settima e all' ottava - Basta! Volevo quasi lanciare il libro fuori dalla finestra.
Come, anche non sopporto gli scrittori alternativi, che inseriscono nei libri pagine di nulla. In questo caso ci sono descritti i quadri dipinti di un personaggio, ma con scritte addirittura le dimensioni della tela, descrizione dell' opera come se fossi dentro ad un museo, ma di quelli contemporanei brutti brutti: Quelli con le tele bianche. E allora, ti chiedi: "Si, ma questa cosa qui, che mi sta a significare?! Mi stai anche un po' prendendo per i fondelli!".  
Lo so, cosa voleva dire, ovviamente, che è difficile rappresentare il mare, cogliere tutte le sue sfumature, perché senza occhi non si coglie la sua anima e non si capisce dove finisce;  Ok, però, bastava semplicemente scrivere una volta, che il pittore non fosse riuscito a dipingere il mare, semplice e immediato, punto. 
E invece, un capitolo intero con la descrizioni di questi quadri fittizi. 
Oh, mi dispiace, ma io questi picchi estrosi non li sopporto nella scrittura, sarò troppo vecchio stampo, con un' eccessiva propensione alla letteratura classica, ma no, non mi piace.
A parte questo, nonostante le criticità da me riscontrate, nel complesso è un libro estivo e piacevole che si lascia leggere.
Tuttavia, non sarò mai una lettrice agguerrita di Baricco, proprio perché è uno scrittore un po' eccentrico per i miei gusti, ma, devo ammettere di essermi ricreduta su di lui e dai pregiudizi a lungo nutriti nei suoi confronti. Comunque, penso che, in questo ultimo periodo, io mi stia  veramente ricredendo, in generale, sugli scrittori italiani, dai contemporanei ai classici.


lunedì 6 giugno 2022

Azami di Aki Shimazaki

Questo è il primo libro di una pentologia 
"L' ombra del cardo", non sono una da libri in serie, in realtà se lo avessi saputo prima non mi sarei mai addentrata in questo genere di lettura. 
Odio pure le serie TV proprio perché sembrano non terminare mai, a causa della serializzazione. 
Tuttavia, devo dire che nel complesso è carino, niente di eccezionale, mi aspettavo sinceramente qualcosina di più da un' autrice giapponese, maggiore introspezione dei personaggi, delle descrizioni più accurate e invece è scritto in modo così semplicistico ridotto al minimo indispensabile, è una prosa anonima, senza identità, che avrebbe potuto scrivere chiunque un po' insulso in tal senso. 
Non credo sia un libro brutto, ma non il genere di libro che speravo di leggere. 
Tuttavia, come libro da spiaggia e ombrellone lo consiglio, è una lettura spensierata, e dal primo libro scorrevole e stilisticamente frivolo. 
Non ci si addentra in una prosa elaborata e magnetica, ma piuttosto mediocre e leggera, tuttavia, avendo letto solo il primo libro non posso giudicare l' intera opera. Ovviamente, questa successione di libri è una pura trovata commerciale, si sarebbe potuta riunire l'intera storia in un unico libro, visto e considerato che il prezzo pieno di 18€ per un singolo libro non è giustificabile, visto l' esiguo numero di pagine e la mancanza di complessità narrativa e di stile, questo primo libro si può benissimo terminare in un' unica giornata. 
Motivo per cui vi suggerirei, di recarvi in biblioteca se volete addentrarvi in questa lettura, perché veramente tanto vale farsi la tessera in biblioteca e prendere i libri in prestito, così da risparmiare un bel po' di soldini ed evitare anche di riempirvi la libreria di questa pentologia sproporzionatamente e ingiustificatamente costosa. 
Esteticamente le copertine saranno pure graziose, ma il prezzo è veramente esagerato, per il libro in sé, visto e considerato che esistono storie gratuite scritte in modo più sofisticato e accurato. 

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