lunedì 1 febbraio 2021

Il racconto dell' ancella di Margaret Atwood

Narrazione distopica o come disse Margaret Atwood la stessa autrice del romanzo "racconto speculativo" su un regime totalitario in cui scarseggiano i bambini e faticano spesso a sopravvivere, così si realizza "l'ordine" delle ancelle, se vogliamo dirla così, delle donne che vengono sfruttate ai fini procreativi dai ceti più ricchi formati dal comandante, da una moglie e una marta ( donna sfruttata per i mestieri casalinghi). A mio parere, questo romanzo è molto particolare perché non è una distopia scifi, di fantascienza  o con il pretesto di realizzare delle avventure e storielle romantiche alla protagonista. 

Infatti, il problema di chi non ha apprezzato il libro è stato un errato approccio alla lettura, credevano di leggere qualcosa tipo "Hunger games" o quei generi molto in voga ultimamente in cui la distopia è un presupposto per creare azione e situazioni di avventura, ma questo non è decisamente il caso. Mi riferisco a note recensioni su youtube sul libro che mi hanno fatto storcere il naso, pensando: "Non hai capito niente sul reale significato del libro!". 

Margaret Atwood utilizza la distopia come pretesto per parlarci di emancipazione femminile per offrire degli spunti di riflessione in un regime sovvertito in cui il ruolo della donna è dimesso e propende per il maschilismo, capostipite di tutto la religione cattolica. E' un libro introspettivo e psicologico, un po' come i romanzi di Philip K Dick, noto per aver scritto "Gli androidi sognano pecore elettriche" che poi a livello cinematografico è diventata un'altra cosa, è stato ampliato e reso più accattivante alla vista dello spettatore medio.  Anche, in questo caso è accaduto, solo che il telefilm "il racconto dell'ancella" è un vero e proprio stravolgimento di tutta la storia. 

La prima serie segue il filone del libro, ma, poi sarebbe stato difficile proseguire la serializzazione e sono stata aggiunte molte scene e situazioni del tutto inventate che fanno perdere di senso la storia e la coerenza stessa dei ruoli dei personaggi. Tante cose non concordano tra loro nel telefilm e sono stata innescate solo allo scopo di renderlo più appetibile e godibile dallo spettatore medio, facendo copia e incolla del format del trono di spade. Non ho voluto proseguire il telefilm ho perso decisamente interesse, per quanto alcune parti e idee fossero carine, andando avanti ha perso sempre più di senso, spingendo i personaggi a fare cose senza né capo né coda. E' come se il romanzo dalla Atwood sia stato ad un certo mutilato e privato di tutto il suo valore. Tanto valeva dire che era una rivisitazione del romanzo e chiamarlo con un altro nome, perché a parte la prima serie, tutto il resto è pura invenzione dei produttori che hanno voluto attenersi a quel format da trono di spade con scene cruente, violente e sesso tanto sesso buttato così a casaccio. Nel trono di spade aveva un senso l'inserimento delle scene di sesso perché il romanzo  di George  R, R Martin in fondo era così, poi certo anche lì hanno voluto renderle più forti, esplicite e scenografiche rispetto alla narrazione dello scrittore, però, la differenza è che comunque c'erano; nel racconto dell'ancella vabbè, dalla seconda serie in poi il libro era già bello che terminato. Tornando al libro, mi è piaciuto non mi è piaciuto? Personalmente, ho trovato lo stile di Margaret Atwood molto riflessivo e travolgente, unica pecca è forse un uso eccessivo di frasi spezzate e slegate, troppe frasi brevi anche sgradevoli da vedere in una prosa cartacea. Ci sono casi in cui l'utilizzo di frasi semplici senza subordinate funziona, essendo una lettura densa di pensieri e riflessioni della protagonista, però, in altri momenti un uso di frasi più articolate poteva essere più riuscito, enfatizzare meglio l'espressività delle parole. In questo libro ci sono tanti momenti sospesi e mancati, la protagonista è piegata alla volontà di altri e non sa nulla del mondo esterno, dato che è in una dittatura e capisco che per molti possa risultare una lettura deludente, fiacca e demotivante. Tuttavia, la chiave di lettura del libro è quella di leggerlo per scopi meramente riflessivi sulla condizione della donna. 
E' come un saggio però, con una base narrativa. E' un libro scritto da una donna e si vede, l'analisi psicologica della protagonista è accurata e ben riuscita, ci si riesce a immedesimare perfettamente in lei, non è un personaggio straordinario, anzi, affatto è una donna comune come tante altre con le sue imperfezioni umane. June è piena di debolezze umane e non è condita da buonismo e perbenismo secondo cui dovrebbe sempre e solo pensare di liberare la figlia o al suo amore per il marito, nello stato di disperazione e di spirito di sopravvivenza si aggrappa disperatamente a qualsiasi piccola sfumatura di amore e felicità che riesce a raccogliere da quel suo piccolo mondo in cui è reclusa. Ho apprezzato molto questa capacità della Atwood di raccontare una donna piena di contraddizioni senza farla apparire né una troia né una santa, ma, semplicemente, una donna con le sue fragilità e desideri umani, anche sessuali. Credo tanto, che questo aspetto nel telefilm sia stato stravolto, rendendo il personaggio vizioso ed egoista, ma, nel libro non era così.

Tuttavia, c'è da dire che sul finale aperto, non nego che avrei tanto voluto scaraventare il libro fuori dal balcone. Lo so, la Atwood l'ha voluto fare di proposito, ma io odio le narrazioni con i finali aperti e sospesi, in cui non sai effettivamente come finisce la storia, poi la discussione finale in cui si analizza questo stato dittatoriale a distanza di tempo dagli studiosi del periodo successivo è stata un'idea carina, ma è stata resa particolarmente noiosa, irritante, scoraggiante e demotivante. E' uscito di recente il seguito che si chiama "I testamenti" però molti dicono che, in realtà, si ha un polpettone commerciale realizzato dall'autrice, spinta dal successo del telefilm. Alla fine anche la scrittrice è stata  plagiata dalla stessa narrazione televisiva della sua stessa opera, quindi, sinceramente, non sono propensa a spendere al momento 14 euro per questo tipo di letture. E' un libro godibilissimo fino a che, non si arriva al finale inconcludente e irrisolto, in cui vorresti spiaccicarlo fuori dalla finestra.














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