martedì 26 maggio 2020

L'idiota di Dostoevskij

Termino così il mio periodo per così dire di"nullafacenza" , con questo libro. A differenza di "Delitto e Castigo"in cui c'è una trama abbastanza lineare, questo libro di Dostoevskij non ha una vera e propria trama, ma si disgrega attorno al personaggio di Lev Nicolaevic Myskin che dalla Svizzera decide di tornare in Russia, per conoscere Elizaveta Prokov'enna una sua parente alla lontana. La lettura di questo libro può essere apprezzata solo da chi ama Dostoevskij, il suo stile e l'accuratezza in cui costruisce i suoi personaggi. Mi tocca persino ammettere che io stessa per quanto ami la scrittura Dostoevstojana, questo libro l' ho trovato molto meno piacevole rispetto a "Delitto e Castigo", troppe divagazioni e un numero esorbitante di personaggi. Ho dovuto farmi uno schema a questo proposito per raccapezzarmi fra tutti questi nomi russi, e continuo a chiedermi perché le case editrici non inseriscano nei libri un apposito promemoria con albero genealogico e una mini descrizione di alcuni personaggi, per facilitare  la lettura ai lettori. Ma alla fine tra i tanti nomi russi, il personaggio più emblematico, travolgente e appassionante resta il principe Myskin per la sua ingenua bontà e fiducia verso il prossimo, un uomo eccessivamente idealista, soprannominato l' idiota proprio per questo suo modo di essere e anche perché affetto da epilessia. Questo ultimo elemento mi ha dato più volte modo di pensare, che nel personaggio dell' idiota ci sia qualcosa di molto autobiografico, e tante volte durante la narrazione mi sono figurata Dostoevskij stesso, e a me piace credere che sia appunto così, anche se non ho certezze al riguardo,a parte il continuo richiamo all' "epilessia", qualche declamazione "socialista e il continuo richiamo ad argomentazioni contro la pena di morte", e chi ha letto un po' qualcosa sulla vita di Fedor Dostoevskij potrà riflettere e convenire che ci sia qualche analogia con la personalità dello scrittore, poi è stato appunto condannato a morte per i suoi pensieri socialisti, e non mi pare un caso. 
Poi un' altro personaggio di spicco femminile è Nastas' Ja Filippina Baraskova, una donna che ricorda la "Nana" tanto narrata da Emilie Zola, personaggio pazzo e maledetto, per il resto tutti gli altri personaggi con le loro astuzie e bravate non fanno altro che da sfondo al cospetto di questi due personaggi antipodi, ma di colossale fascino e bellezza umana.  


giovedì 14 maggio 2020

La verità sul caso Harry Quebert di Joel Dicker

Premetto che non ho mai avuto intenzione di leggere questo libro, mi è solo capitato tra le mani attraverso il "book crossing", e tra le scelte ho deciso di dargli una chance.  Qualcuno mi aveva detto che era un bel libro, ma io non amo molto i best Seller soprattutto quando sono dei mattoni. Per 770 pagine tanto vale leggersi qualcosa di più serio e alla fine ha confermato un po' la mia idea,  è proprio così, non tutti i libri devono necessariamente essere letti, soprattutto dalla sottoscritta.  Ora non per darmi, arie da snob letteraria, ma il livello di prosa di questo libro è sterile, scialbo e informe.  Chi è abituato a leggere libri classici o di un livello un po' più alto, lo nota subito e non apprezza lo stile.  Poi oltre a quello, ho notato una sovrabbondanza di luoghi comuni, frasi fatte e dialoghi inverosimili tra tutti i personaggi.  Poi la narrazione è confusionaria, persistenti flashback e salti temporali continui rendono la lettura confusionaria e logorrante.  Capisco che si tratti di un giallo e si voglia tenere un po' di suspence, ma Dicker utilizza delle dilungagini che a livello di trama appaiono veramente fastidiosi e inutili, quando invece si poteva soffermare meglio su altri punti che sul finale non vengono del tutto chiariti e spiegati.  Poi ora capisco il colpo di scena, ma bisogna anche saperlo inserire e spiegare nel testo,le motivazioni perché un personaggio fa quel che fa, tante cose non tornano se ci si sofferma con attenzione sui vari personaggi della trama. Poi i colpi di scena buttati così a caso, tutti insieme e in sovrabbondanza e molto spesso inverosimili. Tuttavia, non posso dire che sia stata una lettura così terribile, ho letto di peggio, a livello di trama nel complesso mi è piaciuto, non ho apprezzato il modo in cui poi ha deciso di gestire e sviluppare la storia, secondo me si è anche lo scrittore un po' perso, senza sapere più che finale dare al libro. Ho visto in contemporanea anche la serie TV e devo dire, che è uno di quei rari casi in cui la serie televisiva mi è piaciuta di più del libro, e il fatto che si siano saltati dei pezzi in questo caso non mi è affatto dispiaciuto,anzi hanno migliorato di gran lunga il contenuto della storia e sono riusciti a condensare al meglio i punti più salienti della trama, dando persino più spessore ai personaggi appena abbozzati e rendendoli persino più gradevoli e divertenti. Tuttavia, mi è piaciuta l' ambientazione e questo richiamo a "Lolita" di Nabakov  e ho apprezzato anche il livello di narrazione di un amore platonico e delicato proprio d'altri tempi. 
Credo che sia uno di quei libri che può piacere a chi non ama letture impegnative e abbastanza ragionate, è un libro che va letto tutto d'un fiato, senza farsi troppe domande. Per me è un libro da 3 stelle, che poteva benissimo essere sfoltito a 300 pagine, o che si potrebbe benissimo evitare di leggere, guardandosi la serie TV.




lunedì 4 maggio 2020

Trash di Amy Yamada

Quando ho iniziato questo libro ho pensato scrittura piacevole, ma ecco che come tutti i libri asiatici va a parere su un amore malato e distruttivo, e ho iniziato a prevedere quale potesse essere la piega che avrebbe preso l' intero romanzo, avendo già letto romanzi simili. Per un attimo mi è sembrato un ritorno al romanzo "Shangai baby" ho ritrovato alcuni elementi comuni con questo romanzo, ma poi andando avanti fortunatamente se ne è discostato nel modo migliore. Inizialmente, ho pensato di abbandonarlo perché a lungo andare la tiritela della storia d'amore malsano fra un' ubriacone e una donna che si dà tanto da fare per un uomo che non lo merita, mi irritava e infastidiva. Tuttavia, a differenza di "Shangai baby" fatalista e disfattista più verso una società cinese, che risente dell' ondata capitalista ...."Trash" non analizza la società, ma i protagonisti intimamente nella loro individualità, e a differenza di quello che possa apparire dalle prime pagine, andando avanti si denoterà un processo di maturazione caratteriale nella protagonista, senza dover per forza sprofondare nel dramma. 
 

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