sabato 30 dicembre 2023

La guardia del corpo di Robert Tine/ Lawrence Kasdan

Leggere il libro o guardare il film più o meno la stessa cosa, non c'è nulla di differente, anche se forse alcuni dettagli trash nel film sfuggono o appaiono meno chiari, da passare tutto sommato per buoni e accettabili. Ne avevamo veramente bisogno? La risposta è ovviamente NO. 
Bastava e avanzava sicuramente il film. Tuttavia, io non potevo fare a meno di leggerlo quando me lo sono trovato davanti in bookcrossing.
Dovevo assolutamente leggere il romanzo del mio film dell' infanzia/ adolescenza.
È uno di quei film romantici stupidi, pieno zeppo di cliché, però è quel genere di storia che da ragazzina ti fa sognare e poi io amavo da morire Kevin Kostner. Rimango comunque sempre affezionata a questa storia, anche se ne riconosco inevitabilmente tante pecche e alti livelli di trash che sicuramente da ragazzina ignoravo o comunque nel film appariva forse più sfumato ed edulcorato. 
Per esempio, perché alla fine è un' altra guardia del corpo ad attentare alla vita di Rachel? Movente? Soldi? Competizione e rivalsa verso Frank Farmer? Boh, tutto questo resta un bel mistero.
Tante cose appaiono poco sensate e chiare, ho capito volersi focalizzare sulla storia d'amore, ma un minimo di senso e spiegazione logica agli eventi a quello che accade non si vuole dare? Ma comunque, a noi appassionate del cult romantico anni 90' "la guardia del corpo" piace così, in tutte le sue sfaccettature no sense e trash. 
Certo, senza sentire gli acuti sorprendenti di Whitney Houston a riempire i profondi buchi di trama si perde tanto delle emozioni del film, e hai tempo di riflettere, anche troppo, sulla ciofecata su cui ti sei appena addentrata. No, era meglio continuare a ignorare alcuni aspetti incongruenti e no sense del film, non è stata una gran bella idea voler trasporre una storia che era riuscita a diventare un cult grazie a Withney Houston che era persino riuscita persino a camuffare tutti i suoi difetti e pecche, e a lasciartelo godere senza farti troppe domande; o quanto meno venivi distratta dalla voce incredibile di lei e da un giovane avvenente Kevin Kostner. 
Mentre nel libro chi è che ti distrae? Il traduttore che ti strappa una risata perché lo ha persino editato male, con moltissimi errori ortografici di battitura, rendendo evidente che neanche lui aveva voglia di portare avanti questo lavoro, ritenendolo lui stesso un vero e proprio flop. 
Massima comprensione e supporto al traduttore che lavorava dietro le quinte di questo pseudo- romanzo, dopo tanti studi, sacrifici e fatica per lavorare in una casa editrice , e poi ti ritrovi a dover tradurre "la guardia del corpo". No, vabbè sto male.

mercoledì 27 dicembre 2023

Quadriglia di Sylvia Thorpe

Si tratta di una commedia romance in costume spensierata e di semplice lettura. 
Si va quasi subito dritto al punto delle dinamiche amorose fra i personaggi, forse anche troppo speditamente da trovarlo un po' piatto e superficiale. Mi aspettavo che il momento della danza, della fantomatica quadriglia accadesse qualcosa di interessante, o che venisse raccontata quanto meno l' esecuzione di questo ballo, e invece persino il titolo appare quasi buttato lì a caso. Non è stata una lettura sgradevole, ma neanche la più bella e originale di questo genere, per carità non mi aspettavo di certo gli alti livelli di Jane Austen, ma neanche questo. Una caratterizzazione dei personaggi veramente ai minimi termini, per non parlare delle ambientazioni pressoché inesistenti, ma ok magari è una scelta stilistica l' autrice vuole più focalizzarsi sugli intrighi e le dinamiche amorose e psicologiche fra i personaggi, ma anche quelle sono poco avvincenti; solo banali equivoci che si risolvono anche fin troppo frettolosamente senza neanche provocare chissà quali grandi conseguenze.
Diciamo che, come autrici più leggere nel romance  commedia in costume ho preferito libri come "il figlio del diavolo" di Georgette Heyer che era riuscito anche a divertirmi strappandomi qualche risata o il meno noto "Lydia" di Clare Darcy.

martedì 26 dicembre 2023

Il castello errante di Howl 🏰 di Diana Wynne Jones

È uno di quei rari casi in cui il film è meglio del romanzo. Diana Wynne Jones si dilunga molto in descrizioni eccessive, tanto da annoiare il lettore, poi però sugli incantesimi e sui meccanismi magici è caotica,  non  abbastanza esaustiva. Non so se sia pure colpa di una traduzione realizzata male, ma nel corso della lettura si fa fatica a seguire e a capire perfettamente il corso degli eventi. Poi, sicuramente molti aspetti del romanzo sono stati tralasciati da Hayao Miyazaki, per esempio che la protagonista Sophie, lei stessa sia in possesso di alcuni poteri, poi anche tanti altri personaggi sono stati eliminati, non inseriti nel film, ma in effetti alcune cose sono state ritenute un po' marginali ai fini della trama, e diciamo che Miyazaki ha voluto rendere la storia più lineare, rispetto al groviglio di incantesimi, personaggi, trame e sottotrame che l' autrice ha buttato dentro al calderone, senza però fare un po' di ordine. Tuttavia, il finale appare per molti aspetti più incisivo, carino e romantico nel romanzo, però che mal di testa, è stata una lettura veramente macchinosa e difficile da proseguire e badate bene che lo abbiamo letto in due, è stata una lettura di coppia, e mi aspettavo, speravo che potesse tanto piacere al mio ragazzo estimatore del film d'animazione il castello errante di Howl e invece mi accorgo che con questo regalo devo aver fatto un bel buco nell' acqua,rimane però il ricordo piacevole di essere comunque riusciti a leggerlo insieme, nonostante la lettura fosse astrusa e complicata.

martedì 19 dicembre 2023

Vado a Shanghai per comprarmi un cappello di Bamboo Hirst

Ho preso questo libro in bookcrossing credendolo erroneamente un romanzo, e invece è una ricostruzione storica di Shanghai della sua evoluzione artistica,etnica e culturale fino ad arrivare alla Shanghai che conosciamo oggi. Nel complesso è un libro veramente interessante, riporta tanti eventi storici sconosciuti a noi occidentali, come per esempio le guerre che ci sono state fra i cinesi e i giapponesi nella contesa di Shanghai. Sicuramente, dopo aver terminato questo libro, mi sono fatta un'idea nuova e diversa di Shanghai rispetto a quella che ho sempre posseduto da occidentale. Ma credo che il modo ideale per spiegare questo libro sia quello di riportare le parole della stessa autrice, che è stata testimone di tutte le sue evoluzioni, vivendole in prima persona. Estratto dal libro:
"Oggi la città si presenta con una spigliatezza, una sfacciataggine e un'arroganza che rivelano un dinamismo e una capacità organizzativa senza pari nel resto del paese, ma, ai miei occhi, è priva del glamour e del fascino che l'hanno resa un tempo un'icona internazionale.
Il ricordo di allora trema come un miraggio. La memoria oggi mi dà una grande delusione qui a Shanghai, perché ciò che vedo non si accorda con i miei ricordi. E mi sento smarrita di fronte a questa metropoli sgargiante come un appartamento di nuovi ricchi.Nonostante domini il putonghua, la lingua ufficiale del paese, tracce del passato rimangono nel sibilante dialetto di Shanghai: quel gergo locale che tante volte avevo sentito da piccola risveglia in me onde di ricordi. E ogni ricordo, anche sonoro, è la memoria del cuore.
Permangono nell'aria della città alcuni odori che richiamano i sapori e le delizie della sua tavola: il granchio del lago Yangcheng e l'aringa di fiume che generazioni di shanghainesi hanno apprezzato. I perenni profumi di frutta e di tuberose e l'odore di terra umida che si mescolano a quello salmastro di pesce secco ridestano in me, ancora una volta, un'intensa nostalgia."



martedì 12 dicembre 2023

Occhi nel buio di Barbara Vine

In un romanzo con un titolo del genere si presuppone l' inizio di un bel  giallo o thriller, e invece no. Questo libro si focalizza sulle dinamiche familiari dell' assassina, che sarebbe la zia della protagonista, ma senza un nesso sull'omicidio, ci sono tanti eventi e dialoghi che ai fini della trama sono veramente noiosi e marginali.  L' unico vero mistero che aleggia per tutto il libro, è capire perché la zia è stata condannata alla pena di morte, chi ha ucciso, peccato che questo genere di enigma ha scatenato su di me solo irritazione, ed è stato l' unico motivo che mi ha spinto a volerlo terminare, solo per sapere chi era stato ucciso e per quale motivo. Peccato che le motivazioni, tutte le dinamiche che sono state raccontate perdessero continuità e motivazione sul finale. È come se l'autrice volesse suggerire delle cose sull'omicidio, ma poi non le abbia volute approfondire e chiarire del tutto, e il movente viene reso un po' assurdo, e meno forte rispetto a tutto quello che avesse raccontato per l' intero romanzo. Quello che intendo dire , è perché raccontare determinati eventi se poi non hanno ripercussioni vere sul movente dell' omicidio? Troppi dettagli inutili che non portano a niente, un vero buco nell' acqua, per carità non dico che sia tutto da buttare, ma che noia. Il titolo è stato ingannevole, volevo un bel thriller da leggere ad Halloween, e invece... una vera delusione.

sabato 11 novembre 2023

Valentino di Natalia Ginzburg

Breve audio libro ascoltato gratuitamente su raiplaysound, tratto dal libro di Natalia Ginzburg. Valentino è sempre stato un bambino stravagante, e da adulto diventa ancora più ozioso e vanesio, e descritto negativamente dagli occhi della sorella che crede di conoscerlo molto in profondità, ma in realtà questo libro lascia intuire che per quanto si cerchi di entrare nell' intimo di un' altra persona, anche di un familiare, ci sono parti di lui che potrebbero restare in ombra e a noi completamente sconosciute, nonostante la quantità di tempo che si trascorre insieme. 


sabato 4 novembre 2023

Ingannevole è il cuore più di ogni cosa di J.T Leroy

"Ingannevole è il cuore più di ogni cosa" è un libro agghiacciante nella sua spietata crudezza. Un bambino di nome Jeremy viene portato via dal suoi genitori adottivi, per tornare con la madre biologica che è una drogata e prostituta, e lascia credere al bambino di non essere più desiderato dai genitori adottivi, perché è un bambino cattivo. Questo romanzo parla di tossicità materna, di violenza psicologica e fisica, alla quale da bambini diventa difficile sottrarsi, perché si finisce per credere in fondo di meritarsi tanta crudeltà esercitata dagli adulti, forse perché in fondo si è sbagliati e cattivi. È un romanzo che spezza il cuore. 
Un vero pugno allo stomaco. Ci si chiede se alla fine, tutta questa malvagità riservata ad un bambino possa finalmente terminare, ma la risposta dell' autrice è  dura da accettare, ed è  NO.
Dico autrice, perché J.T Leroy è uno pseudonimo, usato da una donna per sentirsi più a suo agio per trattare tematiche così forti e delicate in modo così disinvolto. In conclusione , è un romanzo molto breve, ma un po' difficile da digerire per le tematiche di violenza racchiuse in esso, che non consiglierei a tutti i lettori, dato che potrebbe trasmettere dei trigger negativi. 
Nel complesso  mi è piaciuto, anche se l' ho trovato un po' ripetitivo, nel senso uno di quei romanzi che a lungo andare scorrendo le pagine diventa la solita solfa, Jeremy che le prende sempre da qualcuno o per un motivo o per un altro, insomma si entra in un loop di violenza senza fine da diventare nauseabondo e voyeuristico, un po' troppo eccessivo.

il monaco di Matthew Gregory Lewis

Il monaco è un romanzo gotico del 1796 di Matthew Gregory Lewis.  
Io l' ho ascoltato in audiolibro attraverso  l' applicazione raiplaysound sound l,con la straordinaria e incredibile interpretazione dell' autorevole attore Tommaso Ragno. 
È stata una lettura emozionante ed avvincente specie in questo periodo tra halloween e la festa dei morti, la trovo particolarmente indicata come lettura cupa e grottesca. La storia del monaco cappuccino Ambrosio  da principio pieno di virtù, castità e di buoni sentimenti, finché non si imbatte in un novizio di nome Rosario misterioso ed emblematico per cui comincia a nutrire dei sentimenti sfrenati.
Sulla trama mi fermo qui perché non intendo svelare nulla, perché è una storia che va goduta con tutti i suoi intrecci, colpi di scena, sortilegi e peccati; tanti innumerevoli peccati indicibili e svergognati, tanto da aver suscitato lo scandolo all' epoca in cui è stato pubblicato tanto da essere censurato e da essere apprezzato  del Marchese de Sade in persona. È un romanzo gotico con tutti i suoi crismi, non manca niente a questo libro , mi stupisce che sia così poco conosciuto tra i romanzi di questo genere, perché l' ho trovato veramente molto bello, coinvolgente e mai scontato, a differenza del tanto decantato "Dracula" per me troppo retorico e moralista, mentre in questo libro il finale è disarmante e spietato. Sicuramente, per leggerlo vi deve piacere il genere con i suoi eccessi, anche a livello descrittivo e narrativo, tuttavia posso dire che è un romanzo che racchiude anche un animo bohémien.

sabato 28 ottobre 2023

Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino

Ascoltato in audiobook su raiplay sound letto magnificamente da Manuela Mandracchia. 
Sicuramente, l' esperienza in audiobook è comunque differente dalla lettura, ma devo ammettere che quest' audiobook è stato realizzato molto bene, anche se più avanti preferirei leggere il libro, mi darebbe la certezza di non essermi persa dei pezzi, e una maggiore garanzia di completezza. Comunque, riguardo il romanzo io credo che sia tra i più belli scritti da Italo Calvino, o almeno tra quelli che ho letto e provato a leggere, la mia esperienza traumatica e negativa con "Marcovaldo" abbondonato quasi subito da bambina, poi un secondo tentativo con "il barone rampante", anche quello abbandonato, e come terzo tentativo "il visconte dimezzato" che mi ha fatto ricredere sull'autore. Ebbene, Italo Calvino essendo stato un autore molto prolifico nella scrittura ci si può imbattere in una variegata serie di libri di vario genere, e spesso i più conosciuti e famosi non sono quasi mai i più belli. Nel sentiero dei nidi di ragno, Italo Calvino parla della resistenza partigiana, ma a differenza di altri autori non la esalta, non usa toni entusiastici e di assoluta approvazione, ma d'altra parte non prende di certo le parti dei fascisti e dei tedeschi. Quello che Italo Calvino esplicita chiaramente è che la guerra gli fa schifo, tanto da non voler prendere le parti di nessuno. E così, ne parla adottando un linguaggio che conosce solo lui,
ne parla a modo suo, usando lo sguardo innocente di un bambino. La guerra vista dagli occhi di Pin, di un ragazzino che pur non essendo tanto ingenuo, alcune cose dei grandi non riesce proprio a capirle. 
E anche verso la fine sarà così, Pin non capirà , ma noi lettori sapremo leggere fra le righe, e avremo la conferma che la guerra non è un gioco.
Sicuramente il finale e l' intera storia anche se vista in modo giocoso e scherzoso da Pin, mantiene un ritmo incalzante e un atmosfera cupa e amara.

giovedì 26 ottobre 2023

La strada verso la guerra di Putin di Anna Alan

Offre interessanti spunti di riflessione sulla guerra ancora in corso della Russia contro l' Ucraina, tuttavia non l' ho trovato sempre molto chiaro e fluido, sembra tradotto male, in modo approssimativo e non si capisce spesso chi sia l' interlocutore. Comunque, una lettura di attualità molto utile e interessante, anche se speravo in qualcosina in più.

martedì 24 ottobre 2023

Profumo di ghiaccio di Yoko Ogawa

L' intero romanzo verte sul misterioso suicidio del compagno della protagonista e così si inscena un giallo, un' enigma sentimentale da sciogliere riguardo la  motivazione che sta dietro la scelta di Hiroyuki, di porre volontariamente fine alla sua vita.
Questo libro presenta delle ottime premesse, e si lascia piacevolmente leggere, il problema è che di fondo, non soddisfa le aspettative, le risposte esaurienti ed esaustive che ci si aspetta di ricevere, alla fine non arrivano; e in un certo senso, il significato potrebbe essere proprio questo, la morale di tutto potrebbe essere che una spiegazione vera non esista attorno ad un suicidio di un proprio caro, ma se era questo il significato dietro a questo romanzo, be' ecco il concetto doveva essere sviluppato meglio.  
Il romanzo mette molto da parte l' aspetto emotivo della perdita, trasformandolo in un mistero sulla quale destreggiarsi, insomma me lo sarei aspettato più pieno di pathos, sofferenza e dolore, se il significato dietro a tutto fosse che una vera ragione, in fondo non esistesse. Inutile dire che, tutte le rivelazioni attorno al compagno non portassero in realtà nulla di così incredibile e sconvolgente e che molte delle vicende passate da Hiroyuki appaiono veramente troppo marginali per condurlo ad un gesto così estremo, insomma, non sta veramente in piedi, se erano veramente state quelle a determinare la sua scelta. Inoltre temo di non aver ben compreso il finale, credo che ci sia una sorta di riferimento all' effetto farfalla e alla reincarnazione, ma non credo di aver afferrato appieno il nesso dell'epilogo.

sabato 21 ottobre 2023

Tsugumi di Banana Yoshimoto

Banana Yoshimoto ha scritto tantissimi libri, e quindi risulta difficile fare una valutazione complessiva della sua prosa. Devo dire che tra i libri che ho letto di Banana Yoshimoto "dall' ultima  amante di Hachiko","Honeymoon", "la piccola ombra" una serie di racconti sui rapporti sentimentali e "Amrita" la storia di un lutto familiare, di una sorella che perde la propria sorella per un suicidio, romanzo che peraltro non sono mai riuscita a terminare ritenendolo troppo pesante, depressivo e soporifero, be'ecco, questo "Tsugumi" mi ha fatto ricredere su di lei, mi è piaciuto come romanzo breve, non è eccezionale, però ha qualcosa di nostalgico e magnetico, molto probabilmente è la caratterizzazione del personaggio di Tsugumi, una ragazza cagionevole  di salute che però non è velata da eccessiva compassione e pietismo, anzi tutt' altro. Quell' ingenuità, atmosfera nostalgica adolescenziale ed estiva che si respira in questo libro mi ha scaldato in qualche modo il cuore, non brillerà  di certo per originalità, ma nel complesso mi è  piaciuto, mi ha trasmesso quella piacevole calma e distensione che spesso ricerco nella prosa giapponese.

Le bianche dune della Cornovaglia di Rosamunda Pilcher

Non che avanzassi grandi pretese da questo romanzo, l' ho letto solo per divertimento e curiosità, e mi ha regalato  grandi risate per il contenuto trash come lettura spensierata da leggere in coppia. 
E come qualità di romanzetto rosa, so per certo che, è riuscito a superare di gran lunga  le mie aspettative... sì, ma, negative;
insomma, è peggio di quanto credessi. 
Paradossalmente, nei film ispirati ai suoi romanzi, il risultato forse è meno deludente,non essendoci la narratrice in prima persona, questa protagonista fuori campo che ti dà delucidazioni irrilevanti sui suoi pensieri superficiali, frivoli e snob e così l' impatto complessivo è tutto sommato accettabile; puoi dire non è il mio genere di film, ma ok, ci sta rivolto ad un' altra tipologia di target.
Mentre in questo caso, almeno in questo romanzo è tutto spaventosamente cliché, stereotipi e i personaggi sono anche orribili, ci sono dialoghi che sono veramente il vuoto siderale o che possono anche rivelarsi offensivi alla comune decenza e intelligenza. 
Capisco anche che Rosamunde Pilcher scrivesse nell' 82 che erano altri tempi e che si rivolgesse ad un pubblico femminile non sicuramente letterario, ma più da fotoromanzi, però veramente su tanti discorsi e ragionamenti dei personaggi rappresenta un vero insulto all' intelligenza, alla sensibilità e capacità critica. 
Anche il romanticismo in questo libro è una costruzione forzata, e decisamente  poco coinvolgente, veramente piatta, che non possiede  neanche  delle basi concrete, è alimentata dal nulla di fondo, forse dalla vuotezza stessa dei personaggi, che forse è l' unica cosa che li tiene legati fra loro. 
Ci sono state delle parti veramente assurde, quasi imbarazzanti per il livello di infantilismo, come il giudicare qualcuno dal proprio nome, perché Nigel è un nome da smidollato, o moltissime altre affermazioni dei personaggi spiazzanti che non si sa se ridere o piangere, o scaraventare direttamente il libro fuori dalla finestra. 
Poi le descrizioni nota dolente, perché le descrizioni possono essere la parte più bella a mio parere di un romanzo che possono salvarlo o annientarlo, persino più della trama. Ci sono stati libri che magari la trama non mi ha neanche particolarmente coinvolto, ma di cui ricordo delle descrizioni piacevolissime che mi hanno portato in posti sconosciuti, trascinandomi direttamente lì, mentre qui, io la Cornovaglia non l' ho proprio vista.
Ecco, nel film almeno con le immagini la Cornovaglia la respiri, la vedi, ma nel romanzo con queste descrizioni vaghe e sconclusionate , più un elenco di cose, come scogli, gabbiani, estuario, spiaggia, mare, pozze d'acqua non è che mi sia potuta fare un quadro chiaro del luogo, e comunque per tutto il romanzo ogni descrizione è solo buttata lì a casaccio, allo scopo di riempire pagine, ma senza veramente trasmetterti un qualcosa, senza un vero scopo. Davvero insignificante e senza spessore, no, decisamente non fa per me, ritengo ci siano romanzi rosa più gradevoli da leggere e scritti decisamente meglio.

venerdì 20 ottobre 2023

I falò dell' autunno di Irene Nemirovsky

È un romanzo postumo di Irene Nemirovsky, che parla degli effetti devastanti della grande guerra, non soltanto in termini di sangue, morte e sofferenza, ma anche come crisi dei valori. Nemirovsky parla di una Parigi distrutta e corrosa dalla guerra, in cui i giovani si aggirano alla ricerca spasmodica del piacere immediato e facile, ormai senza speranza per il futuro. Bernard rappresenta la crisi interiore, la difficoltà di riadattarsi alla vita quotidiana dopo la guerra,  e allo stesso tempo c'è Terese una donna che ha vissuto i dolori della guerra perdendo l' amore coniugale e figliare. Irene Nemirovsky riesce perfettamente a rappresentare in chiave introspettiva cosa la guerra abbia comportato per un uomo, ma allo stesso tempo cosa abbia provocato invece nell' animo di una donna anche se non vissuta in prima linea.

domenica 15 ottobre 2023

Storie di fantasmi dal Giappone di Lafcadio Hearn e Benjamin Lacombe.

Questo libro illustrato da Benjamin Lacombe è un piccolo gioiello, le illustrazioni di Lacombe sono indiscutibilmente magnifiche quasi opere d' arte. Tuttavia, c'è un problema di fondo nella scrittura delle storie raccolte nel libro,  capisco perfettamente il fatto di aver voluto adoperare un sistema di traduzione particolare per il quale tenere la lingua originale giapponese vicina a quella italiana, ma sono due lingue completamente diverse e per quanto si cerchi di dare una traduzione fedele e intatta, spesso si incorre nell' errore di distruggere la lingua italiana e di rendere il testo completamente incomprensibile. 
Ci sono tante parti che sono state scritte veramente male, la traduzione è oserei dire molto spesso inadeguata ed errata, e dispiace perché diventa veramente difficile da leggere e da apprezzare. Inoltre, ci sono moltissime parti in cui si riportano dei termini o parole giapponesi che si potevano inserire con un asterisco perfettamente sotto la spiegazione o semplificarla con una parola poi in italiano a piè di pagina, per rendere la lettura più immediata, e non doverla interrompere tutte le volte cercando nelle pagine in fondo sulle note. Le storie del folklore giapponese sono comunque particolari e carine, alcune sono più coinvolgenti altre un po' meno,  ecco, forse avrei selezionato anche delle storie più incisive, o comunque andavano forse spiegate e approfondite meglio.

giovedì 12 ottobre 2023

La conquista di Londra di P.G Woodhouse

Speravo in una lettura esilarante che mi potesse strappare quanto meno un sorriso, ma niente, profonda delusione. Un romanzo fiacco, scialbo, e i personaggi piatti e privi di spessore, neanche sull'aspetto romantico non è stato neanche un momento travolgente, era tutto fin troppo prevedibile e non c'era chissà quale gran gioco di equivoci. Una lettura spensierata insoddisfacente, eppure è un peccato perché lo scrittore aveva un suo modo singolare di descrivere e narrare che poteva anche potenzialmente coinvolgere, però non c'era assolutamente suspence, da apparire quasi privo di contenuti e di trama.

venerdì 6 ottobre 2023

Come si fa a piacersi (Kimochi) di Yukiko Motoya

Yukiko Motoya in questo romanzo ripercorre vari passaggi e fasi della vita di questa donna Linde, apparentemente viene raccontata la vita quotidiana, ma in profondità si racconta di come spesso la propria insicurezza e la scarsa autostima compromettano la propria esistenza e i rapporti sentimentali. Tutto quello che viene taciuto per non fare rimanere male l' altro, per paura delle conseguenze si ripercuote inesorabilmente nel rapporto, fino a che non si giunge a una frattura definitiva.  Mi è piaciuta molto la parte dettagliata in cui viene spiegata la lite fra i due fidanzati, e poi successivamente coniugi che nella loro incomunicabilità ripetono alla fine entrambi gli stessi errori fino a giungere alla rottura. Credo che quella parte sia stata resa molto realistica nelle sue dinamiche,  da immedesimarsi perfettamente in Linde nei suoi desideri  taciuti e incompresi dal fidanzato. 
Tuttavia, il seguito mi è parso un po' piatto, noioso, evasivo e inconcludente, non mi è sembrato che raccontasse nulla di introspettivo ed eccezionale, o magari sono io che non ho colto il vero significato del finale.

domenica 1 ottobre 2023

Manola di Margaret Mazzantini

Due gemelle, l' una l' opposto dell' altra parlano di sé stesse e del loro rapporto conflittuale di sorelle rivolgendosi a questa misteriosa fattucchiera di nome Manola. Dalla storia emergono tante bizzarrie, anche un po' tanto discutibili. 
È un libro che coglie di sorpresa, che può lasciare basiti i lettori più fedeli di questa scrittrice perché non è un libro che ci si aspetterebbe da lei. Bisogna anche considerare che fosse il suo secondo romanzo, e quindi  un po' acerbo,  da diventare piuttosto stravagante . Inverosimile, surreale e strampalato da fare storcere anche un po' il naso, però comunque coraggioso ed originale.
È come se la Mazzantini nella scrittura non si fosse anteposta alcun limite sulla rappresentazione della realtà, conscio e subconscio, ed è venuta fuori una scrittura un po' sperimentale sulla psicoanalisi, sfatandola e mettendola persino in discussione. Si deduce anche una gran bella presa in giro alle tesi freudiane e di tutto ciò che ne consegue. Riconosco la bravura di questa scrittrice nel buttar giù pagine di un romanzo psicoanalitico sardonico,  che lascia l' amaro in bocca, producendo l' effetto di  disgustare il lettore per lo squallore dei rapporti familiari e di coppia, di cui le protagoniste sono impregnate. Poi mi è piaciuto molto il ribaltamento dei ruoli delle due gemelle, che in fin dei conti, finiscono per rimescolare e rovesciare  le loro personalità, e assumere l' una l' essenza e la natura dell' una e dell' altra. 
In  più di un'occasione è come se ci fosse uno scambio di identità fra l' una e l'altra. Continuo a pensare che " Non ti muovere" per quanto la trama fosse più lineare e scontata , e avesse meno introspezione, be' ecco sia più sensato e piacevole da leggere, rispetto a questo, però non ritengo neanche che sia stata una lettura spiacevole nel complesso, anzi ci sono state delle parti riflessive e introspettive che mi hanno particolarmente colpito, e mi sono parecchio piaciute, ma il resto insomma, un po' meno, forse un po' meno stranezze e lo avrei apprezzato di più.

venerdì 29 settembre 2023

La derobade di Jeanne Cordelier

Derobade in francese significa evasione, fuga, latitanza o può anche voler dire voltafaccia, ma come assonanza all' italiano io gli darei il significato di derubata, perché in effetti Marie, o Sophie viene derubata della propria innocenza, dignità, identità e soprattutto del proprio corpo. 
È un autobiografia dal sapore amaro, e il linguaggio e i toni sono molto volgari e forti. Questo libro è stato per me disturbante, un vero pugno allo stomaco, in certe parti mi ha trasmesso dei trigger sgradevoli, trasmesso delle emozioni molto negative e spiacevoli, riportandomi  a delle situazioni vissute di recente che non avrei voluto rivivere o rivedere attraverso la lettura, e questo mi ha portato costantemente a interrompere la lettura. Diciamo che, non si parla solo di prostituzione, ma soprattutto di abuso, di molestia, di come certi uomini abbiano una visione riduttiva della donna,  collocandola a mero oggetto sessuale , e di come questo sia deleterio e porti la donna ai margini della società. Tuttavia, ci sono state tante parti incomprensibili, sgradevoli e noiose da leggere, secondo me concepito male, scritto di getto, e su molti punti senza capo né coda. È un libro con alti e bassi, nel complesso piaciuto, ma ho veramente faticato a terminarlo e apprezzarlo a pieno delle sue possibilità, perché l' inizio appare molto più incisivo, introspettivo e interessante, ma più avanti si divaga, si perde e sembra che abbia esaurito tutte le idee, o che comunque l' autrice non sappia più esprimere con chiarezza ciò che intendesse raccontare.

giovedì 31 agosto 2023

Ragazze di campagna di Edna O'Brien

"Ragazze di campagna" è un romanzo scritto nel 1999 e bandito dalla chiesa cattolica Irlandese, a causa dei suoi contenuti considerati a quei tempi osceni, spudorati e peccaminosi. In Ragazze di campagna, si parla della crescita formativa e sessuale di due ragazzine Caithleen e Baba, entrambe seguono un percorso di crescita sfortunato e difficile, che non è altro che il frutto della società, dei tempi in cui sono state cresciute, laddove i desideri e la passioni delle donne non avevano spazio e voce. 
Edna O'Brien parla di quanto fosse difficile per le donne essere padrone di sé stesse, e di quanto le donne fossero prigioniere e ostaggi prima dei propri padri e poi dei propri mariti. 
Edna O'Brien percorre l' intera vita delle due giovani ragazze, dai loro infantili e divertenti battibecchi, fino ad arrivare all'età adulta, e quello che resta,  in fin dei conti, alla fine del libro è quello di una grande e lunga amicizia fra donne, piena di alti e bassi, ma comunque commovente e straordinaria. Personalmente, mi è piaciuto molto , non ha uno stile sofisticato, ma nella semplicità, Edna O'Brien da una perfetta resa delle campagne Irlandesi, e del suo quotidiano, è  evidente che ci abbia realmente vissuto, si coglie un realismo impeccabile nelle sua scrittura, c'è una resa veritiera ineguagliabile, e anche nel descrivere l' amicizia tra le due ragazze riesce ad essere naturale, realistica, perché non si nasce subito grandi amiche per la pelle, ma lo si diventa gradualmente. Edna O'Brien esplora tutte le varie fasi di crescita dell' amicizia, da quella acerba a quella più matura. Tuttavia, non è un libro allegro e  spensierato non lasciatevi ingannare dalla copertina, e tutto fuorché felice, è un libro amaro e crudo, come del resto è stata la società per tanti anni con le donne e i loro desideri di emancipazione sessuale.

giovedì 24 agosto 2023

Vita stregata di Mary McCarthy

È una lettura intensa e coinvolgente, mi ha lasciato un po' perplessa e delusa sul finale, tuttavia, mi è piaciuto lo stile narrativo della scrittrice, forse un po' meno come vengono trattate alcune tematiche delicate. 
Non risulta chiaro se la protagonista sia stata violentata o meno, e il modo in cui è stata trattata la questione è stata  un po' superficiale e poco trasparente , visto e considerato che da una narratrice donna ci si aspetterebbe forse più delicatezza e sensibilità nel trattare certi temi. 
Va anche detto che il libro è stato scritto nel 1912, e già appare rivoluzionario per le tematiche trattate come l' aborto praticato illegalmente dalle donne.

lunedì 21 agosto 2023

Luce D'Agosto di William Faulkner



Sarebbe riduttivo affermare questo libro mi è piaciuto o non mi è piaciuto. In questo romanzo si toccano tematiche sociali calde, non a caso Faulkner vinse il premio Nobel per la letteratura, pur essendo un autore rifiutato dagli editori e dagli stessi critici letterari. Lo stile di Faulkner come ha rivelato lui non è curato, ma lo ha rivelato lui stesso di essere uno scrittore a cui premesse più narrare certe tematiche sociali importanti e forti, piuttosto che doversi preoccupare dello stile. Io credo che questo sia un libro difficile e complesso, che se una persona si ferma alla prima impressione potrebbe non apprezzarlo. Tuttavia, credo che sia come un' opera d'arte, ci sono opere che tu apprezzi al primo sguardo e opere che per la loro complessità potresti non apprezzarle, se non hai la conoscenza storica e artistica adeguata. In Faulkner si applica questa regola, non è una lettura gradevolissima, perché si adotta un linguaggio spesso dialettale, per rappresentare anche il livello di degrado sociale dei personaggi nel loro modo di esprimersi, poi c'è tanta violenza e soprusi, soprattutto nei confronti delle donne, ma come ha detto Faulkner anche se le donne spesso subiscono sono le più forti e coraggiose, e in questo libro mette in risalto la forza e la determinazione di noi donne, anche se al giorno d'oggi si potrebbe obiettare che il personaggio di Lena, sia solo remissiva e rassegnata al proprio destino, ma dobbiamo ovviamente rapportare il romanzo con l' epoca in cui è stato scritto, e in quella visione intuiremo che Faulkner non faceva altro che denunciare una visione religiosa patriarcale, volta a condannare sempre le donne più degli uomini per i loro "presunti" e ingenui peccati, tipo quello di amare e di lasciarsi travolgere dalla passione. Poi un' altra tema sociale importante è quello dell' identità e della questione razziale, di come venissero emarginati e trattati i neri, per cui non gli venisse fornita appunto nessuna possibilità di riscatto, per cui alla fine nella loro ghettizzazione diventassero per forza di cose dei criminali, poiché la loro identità di cattivo veniva già prestabilita dai bianchi. Ma come dice Faulkner nessun uomo è cattivo e buono in sé, ma racchiude tante sfumature, non è di per sé la religione e tanto meno la ragione, ma tanto più il cuore a rendere una persona buona, generosa e onesta. 
Quando si segue sia la ragione e il cuore si riesce a fare la cosa più corretta e giusta, pur rimettendoci per così dire anche la faccia, la virilità se così vogliamo intenderla e nel finale questo concetto Faulkner lo esprime benissimo. Come anche si intende un patriarcato maschile, che non condanna solo le donne, ma anche gli uomini e li mette in una condizione di non sapere più cosa sia giusto o sbagliato fare, e che li obbliga e spinge a comportarsi come bestie, affinché non venga messa in discussione la propria forza e virilità.

venerdì 4 agosto 2023

Bellezza e Tristezza di Yasunari Kawabata

Questo è il terzo libro di Kawabata che leggo, il primo è stato " Il paese delle nevi" che resta comunque il mio preferito, poi ho letto "Il suono della montagna" che per me è stato di gran lunga deludente. 
Passando a  "Bellezza e Tristezza", be'  questo  è il Kawabata che mi piace, forse non tanto di per sé narrativo, ma molto contemplativo ed evocativo sulle ambientazioni e atmosfere giapponesi.
È un romanzo con un' andatura molto lenta, riflessiva e sofferta, ma allo stesso tempo, pacata e rilassante. 
Poi, ho amato ogni riferimento artistico ai pittori giapponesi, tra cui Kokei Kobayashi, di cui possiedo tra l' altro "il paese delle nevi" di Kawabata con in copertina appunto uno dei suoi dipinti, quindi, non una scelta del tutto casuale, quella di associarlo a questo pittore.
Poi viene citato Kishida Ryusei con i suoi ritratti enigmatici di Reiko, poi i ritratti di Tsune Nakamura tra cui quello della madre e della sua fidanzata.
Kawabata in questo libro parla di arte giapponese con una tale minuziosità di particolari, dimostrando di padroneggiare sapientemente l' argomento, e per una appassionata della cultura giapponese come me, è stato molto entusiasmante e interessante, mi ha coinvolto più della storia tra i personaggi in sé, li ho trovati troppo depressivi e drammatici, o come dire troppo remissivi e rassegnati, che si lasciano trascinare a loro dire da un destino ineluttabilmente  tragico, quando in realtà, avrebbero potuto agire diversamente, ed essere felici, no? Ovviamente, capisco che era un' altra epoca e che nella cultura giapponese c'è questo forte senso del dovere, bisogno e necessità di fare sempre la cosa corretta e giusta, però da occidentale diventa solo sacrificio e sofferenza inutile e non richiesta, dato che tutti i personaggi restano insoddisfatti e infelici dalle proprie scelte. E come in tutti i libri di Kawabata il finale è sempre un po' sospeso e lascia  un  grande punto di domanda, ma devo dire che non mi è dispiaciuto. È un libro di una poetica emotiva e giapponese, che va anche collocato nell' epoca in cui è stato scritto, quindi potrebbe apparire sorpassato sul concetto e il posto che la donna abbia nella società, ma proprio per questo offre un' ottima testimonianza di come la donna venisse rappresentata e vista nella società giapponese, e di come permanga e alleggi questo maschilismo all'  interno della cultura e società moderna giapponese, questa idea della donna docile, indifesa  e delicata da vivere solo in funzione dell' uomo.

domenica 30 luglio 2023

Un vero uomo per Mattie Ross di Charles Portis

Contrariamente da quello che sembri suggerire il titolo, non esiste alcuna storia d'amore in questo libro. La protagonista Mattie Ross, una quattordicenne, disposta a vendicare il padre, assoda due uomini per uccidere l' uomo che ha ucciso suo padre, ma in realtà il compito assegnato non sarà così semplice, da portare a compimento. 
È  un romanzo d'avventura western, molto immediato e leggero da leggere, ma non lungi dall' essere molto cruento e sanguinario. 
Quello che mi ha sorpreso è che il romanzo sia completamente incentrato sulla grinta e il coraggio di Mattie Ross, la ragazzina è pronta a tutto per portare a termine la sua vendetta, e non si lascia fermare e scoraggiare dalle difficoltà che incontrerà durante il suo tragitto; a differenza di come poi sia stato trasposto nella versione cinematografica "Il Grinta" , che mette più in luce la figura dello sceriffo e non della ragazzina. Non è proprio il mio genere, però ogni tanto mi piace lanciarmi in letture insolite e fuori dai miei schemi, uscire insomma dalla mia confort zone, e devo dire che pur non essendo un romanzo da me, devo dire che nel complesso, l' ho apprezzato, perché in fondo ha un'impronta anche pseudo femminista, e mette in dubbio il fatto che una ragazza debba per forza trovare un uomo per portare a termine i suoi obbiettivi.

lunedì 17 luglio 2023

L' estate che sciolse ogni cosa di Tiffany Mcdaniel

Ho iniziato a leggere questo romanzo con poca convinzione, eppure, proseguendo con la lettura mi sono ricreduta. 
Era da tanto che non leggevo un libro che mi piacesse così tanto, da non riuscire più a staccare gli occhi dalle pagine. 
La trama è un po' insolita, e può cogliere il lettore del tutto impreparato, potrebbe apparire un incipit banale, sciocco e strampalato, ma non lasciatevi ingannare, superate le pagine iniziali capirete che non è quel che sembra, che questo romanzo è crudo, tragico, spietato come del resto lo sono l' ignoranza, il pregiudizio e la religione. 
Prende evidentemente spunto dal "Buio oltre la siepe" e volutamente viene citato, come vengono richiamati altri grandi libri della letteratura.
Tuttavia, posso dire di non aver mai letto nulla di simile a questo romanzo, è una scrittura apparentemente semplice, spedita e immediata e all' inizio sembra una riproduzione cinematografica già vista, con ambientazione anni 80' nel caldo Midwest, ma poi, l' elemento surreale si presenta alla porta della più classica e comune famiglia americana e tutto cambia. 
In realtà, più che il surreale, è più un' idea, una paura che si instilla nella gente che vive nell' Ohio sotto il caldo torrido di quell' estate. Un bambino misterioso che afferma con convinzione di essere il diavolo in persona , rispondendo al chiaro invito del signor Bliss. Il romanzo ci fa intuire come spesso, la realtà possa essere facilmente stravolta, manipolata e sovvertita a proprio piacimento a causa delle credenze, dei pregiudizi e dell' ignoranza, soprattutto  se si aggiunge la questione razziale perché questo bambino è nero, nero come il carbone, e quindi come mettere in dubbio che non sia il demonio in persona, se lo afferma lui stesso? È un romanzo straziante, sconvolgente e  dissacrante, che mette in discussione i fondamenti religiosi cattolici e cristiani, quindi nulla di quello che credevo di leggere, perché dalla copertina sembrava più un libro per ragazzini, e invece no, è un libro che affronta tematiche delicate e forti, e non addolcisce affatto la pillola, non si scende  sicuramente nella descrizione morbosa dei dettagl, riguardanti le  violenze, soprusi e  abusi, ma non è un romanzo che allegerisce e smorza i toni.  
No, Tiffany Mcdaniel vuole che il messaggio arrivi chiaro e tondo, su quanto l' ignoranza, il bigottismo, il perbenismo, il pregiudizio e i dettami religiosi possano in realtà danneggiare e distruggere la vita delle persone, tanto da impersonificare il male, paradossalmente nella stessa  convinzione di annientare e sconfiggere il male, credendo  di agire e di essere sempre fermamente  nel giusto. Il dubbio umano, il sapersi mettere in discussione rappresenta la svolta, il punto di arrivo. 
Scoprire che il bene e il male non hanno dei confini così netti e distinti, e che tutto quello che ci è stato detto su Dio e il mondo potrebbe essere solo una vile menzogna.

giovedì 13 luglio 2023

La regina degli scacchi di Walter Tevis

Concedetemi un commento un po' ignorante: Troppi scacchi; giustamente, era probabile che fosse così,  che si parlasse appunto di scacchi, e mi affascinava leggerlo proprio per questo, perché mi era piaciuta tanto la serie breve su Netflix, pur non avendo idea di come si giochi a scacchi. Sì, a livello più o meno basico ed elementare qualche regolina la conosco, ma per il resto buio totale perché è un gioco molto di logica e complesso. 
Esistono mosse con dei nomi particolari che vengono citate spessissimo nel corso del romanzo, e una cosa che mi sono chiesta più volte durante la lettura è stata perché le case editrici non abbiamo voluto almeno fare degli approfondimenti? Inserire a parte nella pagina dietro o qualche asterisco a piè di pagine, per spiegare queste misteriose e fantomatiche mosse?
Non dico che dovessero creare un manuale di scacchi, ma quanto meno svelare e chiarire un paio di cosette al lettore medio, che si trovi piuttosto spaesato nella lettura di questa storia.
Tuttavia, questa carenza io non la rimprovero allo scrittore, ma più alle case editrici che hanno pubblicato il libro soltanto per puro marketing, spinti dal successo della serie TV, senza dedicarci un minimo di cura editoriale di cui io penso avesse invece strettamente bisogno. 
Non  rimprovero questa mancanza allo scrittore, perché lui sta raccontando una storia, e se doveva stare lì a spiegare ogni minima regola degli scacchi sarebbe stato troppo prolisso e si sarebbe persa la fluidità e l' efficacia del testo, tuttavia, però senza conoscere bene il gioco degli scacchi, può diventare una lettura molto ostica, tecnica e quasi faticosa da proseguire. 
Quindi, forse sarebbe bene prima leggersi un manuale di scacchi ed essere un giocatore professionista e appassionato agli scacchi, e poi leggersi questo libro, altrimenti vi guardate la serie Netflix e vi appare tutto più trasparente, riassuntato e semplice da capire per noi comuni mortali, che di scacchi non ne capiamo nulla.
Poi, come posso dire, mi aspettavo una lettura più formativa e godibile, e invece mi sono accorta che ad un certo punto la crescita di Beth Harmon si arresta, rimane ferma in una fase di stallo, non avviene un cambio di rotta, non esiste progressione in realtà, ci si ferma agli scacchi, ha un finale un po' triste , ma non è quello il punto, mi aspettavo anche una maggiore indagine psicologica del personaggio, e invece, mi è parso che il libro non abbia aggiunto nulla di nuovo, e che anzi su molti aspetti la serie su Netflix sia stata molto più esaustiva ed efficace nella costruzione della personalità di Beth e nel raccontare il suo senso di insoddisfazione e solitudine, che la spinga sempre verso delle dipendenze dalle pillole e da alcool , ma poi, senza voler romanzare la sua passione  per gli scacchi, in realtà denotiamo che anche gli scacchi sono una sua ossessione  e dipendenza  insalubre, che non la conduca a vivere a pieno la sua vita, e quindi, continuerà spasomadicamente a giocare fino all' infinito, per tutta la vita. 
Mi è piaciuto questo aspetto, il fatto che si metta anche un po' in discussione il fatto che la passione, la propensione e la bravura in qualcosa sia necessariamente un qualcosa di bello e positivo, mentre in tanti casi la genialità e la capacità in molti casi stia proprio nell' espressione di un malessere interiore, da cui la persona voglia assolutamente fuggire, e attraverso quella sua passione riesca a rifugiarsi per non vivere in realtà, pienamente la propria vita e non fare i conti con i propri problemi psicologici. 
Alla fine, non dico che sia un brutto romanzo, ma non mi ha entusiasmato particolarmente, forse perché avevo già visto la serie su Netflix che è  stata realizzata molto bene e abbastanza fedele al libro,quindi non mi ha particolarmente dato di più di quello che potesse darmi la serie.Tuttavia, quando giocano a scacchi mi è piaciuto spesso come è stato anche nella serie, tuttavia, nel libro ecco in questo è stato forse più preciso lo scrittore, nel descrivere il gioco di sguardi che avviene tutte le volte tra Beth e i suoi avversari, da diventare in certi momenti un gioco di tattica sensuale, e da lì forse capiamo perché continua imperterrita a giocare, forse, in fondo è un modo per incontrare l' altro, per entrare in relazione con altri esseri umani, dato che non riesca a farlo nel modo naturale e comune in cui lo facciano gli altri. Perché Beth riesce a sedurre i suoi avversari attraverso le sue mosse complesse e articolate, tanto che a conclusione della partita molti la abbracciano e le fanno i complimenti restando abbagliati e folgorati da lei, tanto da spingerli ad un sentimento di sportivo affetto, e forse alludendo anche a qualcosa di più.

mercoledì 28 giugno 2023

Il quinto figlio di Doris Lessing

E se il figlio tanto desiderato, non corrispondesse poi alle nostre aspettative? Se il nostro bambino ci apparisse estraneo, aggressivo, come una creatura malvagia, aliena o demoniaca? Doris Lessing parla di una maternità sofferta, indesiderata, sfata il mito della gravidanza e maternità sempre piacevole e felice. Tuttavia, questo libro per quanto accattivante e interessante, non ha soddisfatto del tutto le mie aspettative, mi aspettavo un pochino di più, un approfondimento maggiore di Ben e delle sue stranezze, e anche dello stato psicologico dei genitori.
 Tuttavia, offre un ottimo spunto di riflessione, e resta una lettura piacevole e interessante che comunque consiglio a chi voglia un libro che metta in discussione il concetto di maternità sempre idilliaca e gioiosa.

lunedì 26 giugno 2023

La virtù di Checchina di Matilde Serao ( in audiobook)

Letto in audiobook questo prezioso racconto di Matilde Serao, racconta la storia di una donna borghese sposata con un medico spilorcio, ma a differenza di Madame Bovary, è una donna dimessa, forse non disposta a fare il grande salto dell' adulterio. È scritto molto bene, e i personaggi sono ben caratterizzati da fare sorridere, ma ahimè poi il sorriso diventa amaro e laconico per la povera e triste Checchina, che non trova il coraggio di lasciarsi travolgere dalla passione per il duca di Aragona.

venerdì 23 giugno 2023

I tre moschettieri di Alexandre Dumas ( in audiobook)

Lungi da me dal dire che questo romanzo sia brutto, perché a quanto pare ultimamente occorre fare questa precisazione, che nell' esprimere una tua valutazione meramente personale e soggettiva, sulle impressioni e sensazioni positive e negative che un romanzo ti abbia suscitato, possa essere visto come se tu stia necessariamente dicendo che sia universalmente brutto, e se osi toccare un classico importante, ahimè, qualcuno alza i toni e si incazza di brutto. Quindi, chiariamo il concetto, io non metto in discussione la bellezza, la grandezza e l' importanza di un classico come questo e che ad altri possa piacere. Tuttavia, siamo qui sulla mia recensione, quindi non posso che dare la mia modesta opinione da lettrice che vi piaccia o meno, che la convidiate o meno, e capisco anche che possa non essere condivisa, ma gradirei che si restasse sul tema del romanzo, e che si argomentasse eventualmente su quello, delle ragioni per cui eventualmente sia piaciuto, anziché sparare sentenze campate in aria, gratuite e offensive sulla mia persona, così a casaccio, senza neanche conoscermi e sapere cosa leggo, semplicemente perché non mi è piaciuto un grande classico come questo.
Soprattutto, preciso che io adoro Dumas, ma, in questo frangente se non fosse per le sue grandi doti da narratore con novizie di particolari, per la sua cura e il suo stile unico e inimitabile nella scrittura, avrei probabilmente sospeso la lettura. 
Diciamo che i tre moschettieri ha un ritmo avventuroso, leggero e a tratti un po' frivolo, ovviamente non frivolo e leggero come potremo concepire i romanzi di adesso, quello che intendo è che rispetto al Dumas del conte di Montecristo si percepisce meno passionalità, minore psicoanalisi dei propri personaggi. Ovviamente, i tre moschettieri sono dei personaggi iconici, che restano nella memoria, per quanto inventati, sono dei personaggi che hanno un' identità precisa e unica nel panorama letterario e cinematografico. Dumas infatti è un ottimo caratterista e fisionomista sui personaggi che descrive e intende rappresentare, nulla da dire in merito. 
Il problema, o meglio quello che ho percepito è che non c'è quella suspence, quel coinvolgimento passionale e tormentato come nel conte di Montecristo. Ovviamente, è una storia completamente diversa, si respira proprio una maggiore gaiezza giovanile in questo romanzo, più all' acqua di rose, anche se ovviamente c'è un incommiabile ricostruzione di avvenimenti storici, perché è appunto è un romanzo d'appendice ma con una ricostruzione di un periodo storico ben preciso e con molti personaggi storici realmente esistenti alla corte di Versailles nella metà del 1600. È un romanzo carico di brio, di avventure e intrighi, da fare invidia alle telenovelas e alle soap opere in costume. Ovviamente, va considerato che a quei tempi non esistesse la televisione, e Dumas è tra i precursori dell' intrattenimento, perché descrive tutto con una tale accuratezza di particolari, da farti immaginare precisamente cosa stia accadendo con la stessa facilita con cui guardiamo adesso un film in TV. 
Qui, non si mette in discussione la penna di Dumas, e tanto meno la grandezza del romanzo, tutta al più è che la storia dei tre moschettieri molto probabilmente non è il mio genere. 
Ha pochi picchi emotivi, è meno emozionale e coinvolgente rispetto al Conte di Montecristo in cui si respira un' atmosfera più cupa, di sofferenza e trasporto passionale ed emotivo, in cui ero completamente immersa e provata dalla storia straziante del conte di Montecristo e di quella degli altri personaggi. Invece,i tre moschettieri è un romanzo allegro, non ho provato particolari guizzi emotivi, si manteneva sempre lo stesso ritmo per così dire giocoso, ma non giocoso per dire che non è scritto bene, è come una composizione di Mozart, ecco per rendere l' idea, penso tipo a quelle composizioni complesse e geniali di Mozart, che hanno comunque un ritmo allegro ed incalzante.
Però, io nei romanzi voglio lo struggimento, ricerco comunque il tormento emotivo e psicologico, voglio personaggi in difficoltà, che si mettano in discussione a livello esistenziale e che comportino anche delle riflessioni di fondo, e quindi non posso che preferire il conte di Montecristo, in cui ci si avvicina più a "Per Elisa" o al "chiaro di luna" di Beethoven.
Solo verso la fine, i tre moschettieri si incupisce, diventa meno nitido, e inizia ad avere delle sfumature più torbide e cupe, ma si percepisce che Dumas non voglia comunque strafare sul dramma, ma intenda mantenere un atmosfera briosa e vivace, nonostante le tristi sventure.
La parte che ho trovato più interessante del romanzo è stato il personaggio macchiavelico e diabolico di Lady de Winter anche detta Milady. 
Dumas si sofferma molto sulle abilità manipolatorie di questa donna, e le descrive così perfettamente bene, da farla apparire così risoluta e calcolatrice da renderlo un personaggio perfettamente lineare e realistico, tanto da suscitare una certa inquietudine. Poi c'è da considerare che questo libro è una trilogia, perché dopo questo c'è "vent'anni dopo" e il "visconte di Bragellone" e sarebbe interessante, vedere come prosegue se il ritmo del romanzo resti sempre sulla stessa andatura, o non ci sia anche un processo di crescita e formazione per esempio, sul personaggio più giovane , protagonista indiscusso Dartagnan che in questo primo romanzo appare molto giovane e ancora immaturo, forse, ancora troppo ingenuo e anche un po' troppo farfallone per i miei gusti, soprattutto in fatto di donne. Tuttavia, sarò sincera non so se troverò la forza e il coraggio di proseguirne la lettura, perché l' ho trovata un po' piatta a livello di scenari narrativi, avvenimenti fra personaggi, non mi ha particolarmente coinvolto, se non verso la fine, per il personaggio crudele di Milady e per il fatto che non abbia proprio un lieto fine, e anche sugli altri romanzi successivi in realtà non è che finisca fin troppo bene, quindi questo ritmo allegro e frizzante si andrà perdendo o semplicemente finisce male, pur mantenendo questo ritmo allegro? Non voglio spoilerare nulla, ma ho scoperto leggendo su Wikipedia che Dumas non è stato molto clemente con i suoi protagonisti ecco, forse per evitare che gli chiedessero di farci un ulteriore seguito, forse, anche lui ad un certo punto si era stufato e voleva darci un taglio netto, chissà.

martedì 20 giugno 2023

Il matrimonio moderno di Karen Blixen

Questo libro è un flusso di idee, pensieri e rappresenta  una presa di  posizione contro la società dell' epoca, ha dei picchi liberali e di pensiero femminista molto innovativo, se pensiamo che è stato scritto agli inizi del novecento.  Parla già di amore libero, non sancito dai vincoli del matrimonio e mette in discussione i dogmi religiosi, e l' importanza stessa del matrimonio come bene supremo, dopotutto non dovrebbe essere principalmente il sentimento, l' amore ad unire le persone prima di ogni altra cosa?!

martedì 13 giugno 2023

Don Chisciotte di Miguel de Cervantes

Se in un primo momento Cervantes entusiasma la lettura del suo Don Chisciotte strappando qualche risata, a lungo andare diventa solo insensato, caotico e avvilente. 
È un' ironia sottilissima quella di Cervantes, forse troppo anacronistica che si perde a causa del tempo e della traduzione, perché gioca molto sulla lingua spagnola, e questi giochi di parole in lingua italiana non si colgono e apprezzano a pieno come si dovrebbe. 
A quei tempi, nel 1600 doveva essere un gran romanzo, avventuroso, divertente e innovativo, ma adesso? Si fa fatica a comprenderlo, ad amarlo e apprezzarlo nella sua esagerazione e dilungagine.
Del resto chi lo ha letto veramente, dall' inizio fino alla fine? 
Tanto che si fa credere in una famosa canzone di Guccini e come in altre rappresentazioni cinematografiche che la sua amata Dulcinea del Toboso sia una prostituta, ma in realtà è peggio, non è che un miraggio, forse si suppone che non esista nemmeno, che  sia tutto frutto dell' immaginazione di quel mentecatto mitomane di Don Chisciotte e Sancio Panzo per farlo contento gli indica una contadina a caso e così lui crede che gli stregoni incantatori l' abbiano trasformata con un sortilegio in una contadina rozza. 
Sicuramente Don Chisciotte della Mancia è un personaggio che non si dimentica facilmente, insieme al suo compagno scudiero Sancio Panzo, e soprattutto sulla fine lascia il segno, una riflessione di fondo su quanto sia difficile la vita per chi è idealista e vive di sogni e illusioni, e quando svaniscono, si dileguano, i grandi sognatori muoiono appresso ai propri disinganni.  Don Chisciotte è un personaggio che fa acqua da tutte le parti, vuole essere a tutti i costi un cavaliere errante,  pur non avendone la stoffa, e non accetta la realtà, vuole vivere le stesse avventure lette nei romanzi cavallereschi, a tutti i costi. 
Può non piacere il romanzo, a me personalmente non è piaciuto, riconosco la sua grandezza e importanza, ma non è nel novero dei miei classici preferiti, tuttavia, ho amato il personaggio di Don Chisciotte, dopo tutto non si può fare altro che amarlo, per la sua ingenuità bambinesca,  e la sua bontà, onesta e idealismo smisurato. 
Suscita tanta disarmante tenerezza, perché nella sua pazzia lui viveva benissimo, ma la società lo voleva savio e così riportandolo alla stato della ragione, Don Chisciotte si spegne, viene fagocitato dalla realtà e sfiorisce insieme alle sue ardenti e tanto vane illusioni. Dopotutto anche se Cervantes lo racconta subito nell' immediato, senza troppi preamboli e descrizioni la scena di Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento, resta nella memoria e nella conoscenza anche di chi non abbia mai letto il romanzo, e pur avendola già sentita quando la si legge ruba lo stesso  una risata al lettore, anche nella sua prevedibilità.

domenica 21 maggio 2023

Appartamento a Istanbul di Esmahan Aykol

Appartamento a Istanbul di Esmahan Aykol è un giallo che fa parte di una serie di gialli, che hanno sempre la stessa libraia di gialli come protagonista. Questo romanzo sarebbe il secondo volume, ma essendo storie autoconclusive di casi diversi, possono essere letti in modo a sé stante e separato, io per esempio ho letto soltanto questo e penso sicuramente di fermarmi a questo. No, che non mi sia piaciuto, è stato un giallo piacevole da leggere, una lettura spensierata e originale, ma non perché abbia chissà quale articolata trama, anzi è un giallo approssimativo, non l' ho trovato molto accurato con gli indizi, e non sono di certo morta dalla curiosità di scoprire chi fosse l' assassino, non so, non riesce a tenere alta la suspence, tuttavia il libro mi è piaciuto per l' ambientazione ad Istanbul e per una protagonista cinica, quasi anti-eroina che agisce e pensa  in un modo un po' fuori dagli schemi, tanto da stare anche sulle scatole in certi momenti. Tuttavia, credo che una seconda lettura ad un altro libro della serie la troverei ripetitiva e mi stuferebbe quasi subito, perché si perderebbe quell' effetto novità.

venerdì 19 maggio 2023

Donne che comprano fiori di Vanessa Montfort

Avete mai avuto la sensazione di leggere un libro, e pensare "boh!?!".
 Ecco, questa è la sensazione che mi ha lasciato questo libro, per quanto sia un libro ben confezionato e infiocchettato, credo sia una di quelle storie che rincorrono la scia del successo, ma che non lascino poi molto nel lungo termine. Per quanto si possa condividere molte delle idee e dei pensieri del libro infarcito di ostentato femminismo, che alle volte risulta troppo ridondante ed esasperante. 
Come se poi, Vanessa Montfort seguisse semplicemente la scia degli stereotipi, luoghi comuni e della moda del momento, perché di questi tempi piace e interessa questo, ma che di suo, di un suo reale pensiero scritto di suo pugno sulle donne e la loro esistenza non ci sia nulla, o almeno niente che non sia sommariamente costruito e scelto ad hoc. 
Non mi piacciono i libri così, soprattutto corali, perché sono libri complessi da scrivere, e  se lo sai fare riesci veramente ad estrapolare tanto, ma se non hai padronanza dei tuoi personaggi, diventano solo figurine, delle macchiette giusto per volersi dare arie da guru che estrapola consigli a casaccio sulla vita e su come le donne debbano vivere la loro vita ed emancipazione sessuale. 
Ricalcare e porre dei giudizi sulle donne attribuendogli delle sindromi su come agiscono, non è anche questo deleterio? 
E poi, perché la protagonista dovrebbe imbarcarsi in un viaggio folle in barca, per spargere le ceneri del marito, se appunto dovrebbe dimostrare almeno una volta di essere indipendente dai desideri di suo marito? Di non essere appunto, una donna copilota? Perché questa necessità di dover dimostrare al suo marito defunto di essere capacissima di imbattersi in un viaggio folle come questo, incoraggiata da altre donne. In realtà dà l' impressione che siano sempre le altre persone a decidere per lei. Avrei preferito che il libro prendesse un altro tipo di rotta, perché questa stona e stride con tutta la morale con cui il libro viene imbellettato. 
Sarebbe stato bello se la protagonista se ne fosse sbattuta del pensiero di tutti, e fosse andata semplicemente andata avanti con la sua vita, anziché imbattersi in un viaggio di cui non era affatto convinta.

 


domenica 14 maggio 2023

La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano

La solitudine dei numeri primi è un libro che parla di adolescenza e crescita, ma a differenza di altri libri che trattano lo stesso argomento in modo più delicato ed edulcorato, con una retorica buonista di fondo, in Paolo Giordano non c'è nulla di tutto questo. 
Questo scrittore evidenzia la durezza e la crudeltà dell' esistenza, soprattutto, quando sei diverso dagli altri, e si  fa veramente fatica ad adattartarsi e ad inserirsi prima a scuola , e poi più avanti nel mondo degli adulti. Inoltre, parla del senso di colpa incolmabile che attanaglia Mattia, per aver abbandonato sua sorella Michela, autistica al parco per vergogna e imbarazzo, per non farla partecipare alla festa di un compagno alle elementari, sorella di cui si sono poi perse le tracce, sparita per sempre.
 Il protagonista tenta un processo di espiazione al suo senso di colpa, attraverso l' autolesionismo, ma il rimpianto e il senso di colpa, lo porta a non vivere mai pienamente la propria esistenza, e a vivere sempre con angoscia costante il presente restando bloccato nel passato. Nonostante la sua indiscutibile intelligenza e capacità con i numeri, Mattia resta inabile ad inserirsi nei meccanismi della vita , e lo stesso sarà per Alice, a causa della perdita dell' uso di una gamba che l' ha resa zoppa per sempre, e oltre a questo inizia ad essere ossessionata dalle calorie, dal suo peso, tanto da non mangiare.
Per quanto si amino e desiderino, i due protagonisti con le loro problematiche, sono condannati a ritrarsi tra loro, a respingersi come istrici con gli aculei, perché l' amore in fondo non è la soluzione non può risolvere tutto, anzi può essere solo un modo, una soluzione per continuare a perseverare nel loro processo autodistruttivo. 
Non è un libro "formativo" se gli vogliamo dare l' accezione di un notevole processo di maturazione dei protagonisti, ma in qualche modo, i due protagonisti nella loro separazione, nell' intuire di non poter stare insieme, che la loro unione non risolverà i propri problemi, che devono affrontarli a faccia a faccia da soli, in qualche modo si può dire che giungono ad una crescita personale.  
Personalmente, mi è piaciuto anche se capisco i motivi dietro al "non mi piace" di molta gente, perché è un libro difficile , e non perché è scritto in modo complesso intendiamoci, è solo che è depressivo, nevrotico, cupo, inquieto, e per certi versi avvilente. È un libro negativo, pieno di ombre, ma non di luci, non si intravede una speranza di un futuro roseo per i due  protagonisti, e se c'è appare a stento. Inoltre, non credo che tutti possano apprezzare dei protagonisti come Mattia e Alice, non sono piacevoli, si intravedono delle qualità, ma sono comunque personaggi ai margini, i diversi, pieni di imperfezioni, quelli che a scuola vengono bullizzati dai compagni, e quindi si, è un libro che può piacere, perché si può empatizzare, immedesimarsi con questi personaggi, o di contro c'è chi ne prende le distanze, si estranea da protagonisti così strambi, contorti e insicuri.

domenica 7 maggio 2023

Il gioco della notte di Camilla Lackberg

Un gruppo di quattro ragazzi ricchi si incontrano con le proprie rispettive famiglie per festeggiare il Capodanno, ma, i ragazzi adolescenti lasciati da soli, separati dagli adulti per ammazzare il tempo decidono di iniziare a giocare a Monopoli e più avanti con obbligo o verità, solo che un gioco apparentemente infantile, sfocerà in qualcosa di inaspettato e pericoloso.
Il gioco metterà in luce la sofferenza, la delusione e la rabbia dei ragazzi nei confronti dei propri genitori,  tanto da giungere a delle sorprendenti conclusioni. Un piccolo e breve thriller psicologico, un po' fuori dagli schemi, ma veramente gradevole e scorrevole da leggere.  

venerdì 5 maggio 2023

Un caso di coscienza di Henry Denker

Una neurologa si trova ad affrontare il caso clinico di un bambino affetto da accessi e convulsioni che si scatenano apparentemente senza una causa scatenante, ma la dottoressa scava in profondità, e decide di volerci vedere chiaro attorno all'impeccabile e benestante famiglia del bambino, fino a che non si riveleranno dei retroscena sconvolgenti. Fino a che non viene svelata la vera entità dei problemi del bambino il libro tiene alto l' interesse e la suspence, ma una volta che si rivela la vera causa scatenante, il romanzo si appiattisce e diventa meno piacevole da leggere, e si perde l' interesse  a proseguirne la lettura. Lettura carina, si lascia leggere, ma ho letto di meglio, e dal titolo "un caso di coscienza" mi aspettavo più dei profondo dissidi e scrupoli etici e morali,  insomma mi aspettavo uno di quei libri che ti metta in una condizione di riflettere su determinate tematiche delicate e complesse in cui si fa fatica a dire cosa sia giusto o sbagliato. Purtroppo, invece, ha virato su una rotta prevedibile e banale,
e inoltre l' ho trovato un libro anche un po' troppo semplicistico e superficiale sulla questione maltrattamenti sui minori, sarà che è stato scritto in un altro periodo, insomma, erano altri tempi, e si vede, lo si percepisce dal modo in cui sia stato scritto e trattato il tema.



lunedì 1 maggio 2023

Coma di Robin Cook

Della serie libri vintage con trame thriller medico- ospedaliero. Questo romanzo parla di Susan, all' inizio del suo primo anno di tirocinio, sembra tutto procedere apparentemente nella norma,ma poi, nel giro di poco tempo le capita di assistere a ben due casi di sopraggiunto e improvviso  coma,  nel giro di pochissimo tempo. Susan era entrata in contatto con quei due pazienti che godevano di perfetta salute, dovevano eseguire soltanto dei piccoli e semplici  interventi quali un raschiamento e uno al ginocchio, quindi tutto inizia ad apparire strano e sconvolgente per Susan.
Nell' atmosfera di freddezza e depersonalizzazione di un ospedale in cui i pazienti cessano di essere persone, ma soltanto successi e insuccessi, magagne e meno dei medici, Susan si sente soffocare, risucchiare da quell' ambiente e si domanda: " Potrò io diventare un vero medico? Anche se sono troppo emotiva?". Va anche detto che il romanzo è molto datato, e si parla tanto di differenze di genere, in cui la questione di una donna medico era molto più complicata da digerire per la società, anche se tuttora sappiamo che rimane sempre quell'alone di maschilismo in ambito scientifico e medico.   
Comunque, Susan a differenza degli altri medici, vuole vederci chiaro, non riesce a dimenticare quei due pazienti con cui era entrata profondamente in contatto e così decide di far luce su quegli strani insoliti fenomeni di coma, che potrebbero risultare apparentemente dei casi isolati, soltanto degli disgraziati incidenti, una combinazione sfortunata di cause, di intolleranza e sensibilità agli anestetici dei pazienti stessi, oppure chissà... 
È un libro singolare e particolare, scritto appunto da un medico, quindi anche i farmaci anestetici che vengono riportati e tutte le procedure mediche sono molto scrupolose e precise, ovviamente, saranno metodi ormai datati e superati, dato che il libro è veramente molto vecchio. 
Inoltre, mi è piaciuto il saggio finale  e chiarificatore dello scrittore in cui si intuisce che questa storia nasca con un intento e un pretesto nobile, di mobilitare il governo, la società a prendere delle decisioni sul far compilare alle persone un testamento biologico, con cui si dichiara di voler donare il proprio corpo alla scienza e soprattutto destinarlo  alle donazioni di organi. 
E ovviamente non poteva mancare un elogio alle donne medico, Robin Cook riconosce di essere stato lui stesso un chirurgo sessista, ma nell' esercizio del suo mestiere, dichiara di essersi veramente ricreduto, e proprio per questo la protagonista eroina di questo romanzo è Susan , una futura donna medico chirurgo.

giovedì 27 aprile 2023

Medicina violenta di Arthur Hailey

Attraverso la scalata al successo di Celia in un' importante industria farmaceutica, e il marito medico, Arthur Hailey ci racconta cosa succede in ambito farmaceutico e medico, i rischi, i pro e i contro della medicina. 
Non credevo che un libro che trattasse certe tematiche potesse veramente piacermi, e invece, l'ho trovato un romanzo interessante, si denota che Arthur Hailey prima di scrivere si documentasse molto sugli argomenti che intendesse trattare, e questo rende il romanzo più realistico e fonte di arrichimento culturale. 
Durante lo svolgimento della storia, passanno in rassegna molti importanti fatti ed eventi storici verificati in America, in una corretta e puntuale sequenza temporale. 
Hailey dimostra di aver voluto riprodurre e ricreare un determinato e preciso  momento  storico, dentro cui si muovono i suoi personaggi. 
Tuttavia, il romanzo veste più la forma di un saggio, che attraverso l'espediente narrativo ci mette a conoscenza delle controversie, dinamiche contorte e corrotte che si celano dietro un farmaco. 
Hailey  riporta il famoso caso di focomelia provocato ai  nascituri di donne incinte, che assunsero il farmaco Talidomide, successivamente ritirato, ma tardivamente in moltissimi altri paesi, e nell' America Latina rimase in circolazione a lungo, e venduto senza ricevere alcuna  controindicazione.
Rimpiango uno scrittore da bestseller come Arthur Hailey, perché nella sua scrittura c'è passione, conoscenza, completa dedizione alla scrittura e all' argomento da trattare, cosa che fatico a trovare spesso e volentieri nei bestseller odierni. 
Tuttavia, non lasciatevi fuorviare dal titolo "Medicina Violenta" non è un libro contro la medicina, anzi tutta altro, è un libro che mette in luce anche i prodigiosi  progressi raggiunti grazie ad essa. 
Sarà un po' datato, ma sul significato che sta dietro la narrazione, la riflessione esaustiva e conclusiva di Hailey resta tuttora attuale.



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