Lungi da me dal dire che questo romanzo sia brutto, perché a quanto pare ultimamente occorre fare questa precisazione, che nell' esprimere una tua valutazione meramente personale e soggettiva, sulle impressioni e sensazioni positive e negative che un romanzo ti abbia suscitato, possa essere visto come se tu stia necessariamente dicendo che sia universalmente brutto, e se osi toccare un classico importante, ahimè, qualcuno alza i toni e si incazza di brutto. Quindi, chiariamo il concetto, io non metto in discussione la bellezza, la grandezza e l' importanza di un classico come questo e che ad altri possa piacere. Tuttavia, siamo qui sulla mia recensione, quindi non posso che dare la mia modesta opinione da lettrice che vi piaccia o meno, che la convidiate o meno, e capisco anche che possa non essere condivisa, ma gradirei che si restasse sul tema del romanzo, e che si argomentasse eventualmente su quello, delle ragioni per cui eventualmente sia piaciuto, anziché sparare sentenze campate in aria, gratuite e offensive sulla mia persona, così a casaccio, senza neanche conoscermi e sapere cosa leggo, semplicemente perché non mi è piaciuto un grande classico come questo.
Soprattutto, preciso che io adoro Dumas, ma, in questo frangente se non fosse per le sue grandi doti da narratore con novizie di particolari, per la sua cura e il suo stile unico e inimitabile nella scrittura, avrei probabilmente sospeso la lettura.
Diciamo che i tre moschettieri ha un ritmo avventuroso, leggero e a tratti un po' frivolo, ovviamente non frivolo e leggero come potremo concepire i romanzi di adesso, quello che intendo è che rispetto al Dumas del conte di Montecristo si percepisce meno passionalità, minore psicoanalisi dei propri personaggi. Ovviamente, i tre moschettieri sono dei personaggi iconici, che restano nella memoria, per quanto inventati, sono dei personaggi che hanno un' identità precisa e unica nel panorama letterario e cinematografico. Dumas infatti è un ottimo caratterista e fisionomista sui personaggi che descrive e intende rappresentare, nulla da dire in merito.
Il problema, o meglio quello che ho percepito è che non c'è quella suspence, quel coinvolgimento passionale e tormentato come nel conte di Montecristo. Ovviamente, è una storia completamente diversa, si respira proprio una maggiore gaiezza giovanile in questo romanzo, più all' acqua di rose, anche se ovviamente c'è un incommiabile ricostruzione di avvenimenti storici, perché è appunto è un romanzo d'appendice ma con una ricostruzione di un periodo storico ben preciso e con molti personaggi storici realmente esistenti alla corte di Versailles nella metà del 1600. È un romanzo carico di brio, di avventure e intrighi, da fare invidia alle telenovelas e alle soap opere in costume. Ovviamente, va considerato che a quei tempi non esistesse la televisione, e Dumas è tra i precursori dell' intrattenimento, perché descrive tutto con una tale accuratezza di particolari, da farti immaginare precisamente cosa stia accadendo con la stessa facilita con cui guardiamo adesso un film in TV.
Qui, non si mette in discussione la penna di Dumas, e tanto meno la grandezza del romanzo, tutta al più è che la storia dei tre moschettieri molto probabilmente non è il mio genere.
Ha pochi picchi emotivi, è meno emozionale e coinvolgente rispetto al Conte di Montecristo in cui si respira un' atmosfera più cupa, di sofferenza e trasporto passionale ed emotivo, in cui ero completamente immersa e provata dalla storia straziante del conte di Montecristo e di quella degli altri personaggi. Invece,i tre moschettieri è un romanzo allegro, non ho provato particolari guizzi emotivi, si manteneva sempre lo stesso ritmo per così dire giocoso, ma non giocoso per dire che non è scritto bene, è come una composizione di Mozart, ecco per rendere l' idea, penso tipo a quelle composizioni complesse e geniali di Mozart, che hanno comunque un ritmo allegro ed incalzante.
Però, io nei romanzi voglio lo struggimento, ricerco comunque il tormento emotivo e psicologico, voglio personaggi in difficoltà, che si mettano in discussione a livello esistenziale e che comportino anche delle riflessioni di fondo, e quindi non posso che preferire il conte di Montecristo, in cui ci si avvicina più a "Per Elisa" o al "chiaro di luna" di Beethoven.
Solo verso la fine, i tre moschettieri si incupisce, diventa meno nitido, e inizia ad avere delle sfumature più torbide e cupe, ma si percepisce che Dumas non voglia comunque strafare sul dramma, ma intenda mantenere un atmosfera briosa e vivace, nonostante le tristi sventure.
La parte che ho trovato più interessante del romanzo è stato il personaggio macchiavelico e diabolico di Lady de Winter anche detta Milady.
Dumas si sofferma molto sulle abilità manipolatorie di questa donna, e le descrive così perfettamente bene, da farla apparire così risoluta e calcolatrice da renderlo un personaggio perfettamente lineare e realistico, tanto da suscitare una certa inquietudine. Poi c'è da considerare che questo libro è una trilogia, perché dopo questo c'è "vent'anni dopo" e il "visconte di Bragellone" e sarebbe interessante, vedere come prosegue se il ritmo del romanzo resti sempre sulla stessa andatura, o non ci sia anche un processo di crescita e formazione per esempio, sul personaggio più giovane , protagonista indiscusso Dartagnan che in questo primo romanzo appare molto giovane e ancora immaturo, forse, ancora troppo ingenuo e anche un po' troppo farfallone per i miei gusti, soprattutto in fatto di donne. Tuttavia, sarò sincera non so se troverò la forza e il coraggio di proseguirne la lettura, perché l' ho trovata un po' piatta a livello di scenari narrativi, avvenimenti fra personaggi, non mi ha particolarmente coinvolto, se non verso la fine, per il personaggio crudele di Milady e per il fatto che non abbia proprio un lieto fine, e anche sugli altri romanzi successivi in realtà non è che finisca fin troppo bene, quindi questo ritmo allegro e frizzante si andrà perdendo o semplicemente finisce male, pur mantenendo questo ritmo allegro? Non voglio spoilerare nulla, ma ho scoperto leggendo su Wikipedia che Dumas non è stato molto clemente con i suoi protagonisti ecco, forse per evitare che gli chiedessero di farci un ulteriore seguito, forse, anche lui ad un certo punto si era stufato e voleva darci un taglio netto, chissà.