domenica 20 novembre 2022

La ragazza di nome Giulio di Milena Milani

Un libro che suscitò scandalo nel 1947, anno in cui è stato pubblicato, ritirato dalle librerie e l' autrice è stata denunciata e arrestata per offesa al pubblico pudore ai tempi considerato grave reato penale. 
E la domanda che il lettore si pone, che lo spinge a leggere questo romanzo è perché? Il libro si pone un po' come un libro di formazione, Jules è una ragazza in fase di crescita, che rimane comunque inconsapevole di sé stessa e del suo corpo femminile, fino a che con la curiosità di una ragazzina che vuole scoprire il sesso non si imbatte in degli uomini che approfittano di lei della sua innocenza e incoscienza. Quello che risulta imperdonabile e scabroso in questo libro è il modo in cui molti uomini si comportino con lei, e il fatto che non venga fornita a Jules un'educazione sessuale, come il sesso venga taciuto come tabù e Jules si ritrova a doverlo conoscere attraverso esperienze sessuali sbagliate, in modo piuttosto spiacevole e confusionario, oserei dire, a causa dell' ipocrito e bigotto puritanesimo cattolico e maschilista, in cui la donna è poi sempre la colpevole, provocatrice e peccaminosa. 
Per esempio, la protagonista si confessava, raccontava le vicessitudini con gli uomini a padre Dario, ma mai che il prete abbia osato aprirle gli occhi, chiarirgli come stessero le cose, sempre a colpevolizzare una povera ragazzina vittima anche di abusi sessuali, con uomini molto più maturi di lei, che avevano maggiormente coscienza di cosa stessero facendo rispetto a lei. 
È uno schifo, devo dire che mi ha veramente disgustato il modo in cui la protagonista venga trattata dagli uomini, e il modo in cui il prete si comporti con lei dandole sempre addosso, come se fosse sempre colpa di Jules, mentre gli uomini restino sempre impuniti. 
Sicuramente, a quei tempi un libro del genere suscitò scandalo perché Jules a differenza di altre protagoniste non ricerca l' amore, ma  disperatamente e spasmodicamente il piacere sessuale, e scopre che nessun uomo riesca a colmarlo. Vede gli uomini saziarsi facilmente, culminare nel godimento, mentre lei ne resta sempre avvilita e insoddisfatta. 
È la prima volta che in Italia un libro osa parlare di argomenti come sessualità femminile in modo così spigliato e aperto, raccontando anche approcci sessuali fra donne ed è plausibile che  a quei tempi fosse ancora un argomento ritenuto scabroso. 
Siamo stati sempre indietro rispetto agli altri paesi e questo libro lo dimostra, perché nell' ottocento già Colette scriveva di Claudine, raccontando dei suoi approcci libertini. Comunque, il romanzo resta ancora attuale e piacevole da leggere, anche se pecca di poca introspezione, mi sarei aspettata una narrazione più densa e analitica, ma capisco anche che i tempi non erano ancora fertili per poter parlare liberamente di certi argomenti, quindi, sicuramente l' autrice stessa si sarà anteposta di per sé qualche freno, e in fondo e credo che sia spinta, anzi oltre l' inaudito per i tempi in cui è stato scritto. 
Il finale mi ha lasciato un po' basita, ma non intendo spoilerare niente, lascerò giudicare voi sulla conclusione della storia.

domenica 13 novembre 2022

Chiedi alla polvere di John Fante

Un uomo vuole diventare uno scrittore, ma, a differenza di molti altre storie sulla stessa scia, in questa storia ci accorgiamo che il protagonista è quasi un visionario, pieno di sé e di manie di grandezza destinate a soccombere, scontrandosi con la realtà dei fatti. 
È una storia di aspettative deluse e di amori infranti e non corrisposti. 
Ha un aspetto romantico e drammatico, ravvivato e velato sapientemente dalla penna sarcastica e vivace di John Fante. Tuttavia, andando avanti la storia perde quel ritmo incalzante di humor, e diventa malinconico, laconico e quasi opprimente. C'è tanta crudezza, che ho trovato corrosiva e offensiva. 
Forse, i tempi sono ben diversi, e quindi un libro del genere può fare innoridire il lettore, tanto da metterlo a disagio nel proseguimento della lettura, perché il protagonista narra la violenza con una naturalezza e disinvoltura, come se fosse qualcosa di dovuto, di necessario, soprattutto a discapito di una donna mexicana, che pur dice di amare. 
Il razzismo e la misoginia è spiazzante, non so è un libro che va preso con le pinze, dai toni eccessivamente forti, e devo dire che dopo quella violenza insensata ho volutamente preso le distanze dal protagonista, quindi, ho sentito meno interesse e coinvolgimento nel proseguire. Capisco l' apertura e la confessione, forse, pseudo biografica e sincera di John Fante, che si autodefinisce comunque un farabutto e una canaglia della peggior specie, ma, è veramente difficile apprezzare un protagonista che picchia una donna, soprattutto, una che dice di amare per tutto il libro, perde di credibilità e di ammirazione. 
È un libro eccessivamente spontaneo, di una sincerità offensiva e spiazzante, senza alcun filtro, apprezzato infatti da Bukowski, riscoperto appunto da lui. 
Per me resta una lettura mediocre, che si perde nella sopraffazione di una povera donna straniera, che non ricambia i sentimenti di Arthuro Bandini o di John Fante, dato che verso la fine dichiara che la storia sia vera, e dice di aver amato veramente questa donna, ma di un amore feroce, seppur senza passione erotica, perché aveva capito sin dall' inizio che quella donna non gli sarebbe mai appartenuta, come se le donne potessero veramente appartenere ad un uomo. 
Non so purtroppo idee e visioni troppo antiquate nel ruolo di genere della donna, capisco anche che volevasi passare il messaggio di denuncia sociale sul razzismo e appunto sul genere femminile,  ma lo trovo di un' ipocrisia unica, un messaggio del genere trasmesso da uno che picchia e  perseguita una donna perché non lo corrisponde sentimentalmente, capisco anche, che le convenzioni sociali fossero altre, ma io credo che cosa è giusto e cosa è sbagliato non possa necessariamente derivare da una linea di pensiero culturale e sociale, è radicato nell' uomo. 

domenica 6 novembre 2022

Interno coreano con sequestro di Yi Ch'Ongjun

La protagonista della storia è una cantante pop, che si ritrova sequestrata dentro casa sua da un uomo a lei completamente estraneo. La storia verte in un flusso di coscienza della ragazza, che deve spiegare cosa realmente sia accaduto al procuratore O, riguardo i fatti accaduti tra lei e quell' uomo. Il lettore si ritrova sommerso a ridosso negli eventi che la protagonista faticosamente cerca di riportare alla memoria, le sue emozioni e impressioni verso ciò che le stava accadendo. Intercorre un rapporto perverso e contraddittorio fra la vittima e il rapitore, che sfocia in una malata sindrome di Stoccolma, e su cui il reale svolgimento dei fatti fatica a riemergere. 
Piano piano, si scioglieranno tutti i nodi, e progressivamente si rivelerà cosa realmente sia accaduto, così da alimentare  una lenta, ma crescente suspence, da lasciare il lettore con il fiato sospeso.
La storia incalza, le pagine vanno scorse ancora e ancora, il racconto va proseguito e continuato, per scoprire dove sta l'inghippo.
 È una storia introspettiva e psicologica controversa, piena di ambiguità nei sentimenti dei personaggi, ma questo passaggio viene descritto così perfettamente bene, da apparire sensato e lineare, come solo uno scrittore coreano saprebbe fare. 
Il lettore riesce quasi a comprendere, a ritenere plausibile e spiegabile ciò che sia avvenuto fra il carnefice e la vittima, fino ad arrivare alla completa inversione dei ruoli, o perché no, lascia intuire che il carnefice non era ciò che sembrava, e la vittima anche lei non era proprio come in un primo momento potesse sembrare. 
Avviene tra di loro uno scambio, una transformazione al momento in cui avviene il sequestro, nessuno dei due sarà più lo stesso dopo quell' evento, qualcosa cambia per sempre nelle loro intenzioni e nel loro animo.



martedì 1 novembre 2022

L' Agnese va a morire di Renata Viganò

La storia della disperazione di una donna che rivendica la libertà e la morte di suo marito, ucciso dai tedeschi, durante il fascismo. Un pezzo di storia italiana importante e straordinaria, spesso tralasciata, quella della resistenza.
Questo romanzo mette in luce, 
l' opposizione forte e determinata contro al regime fascista: i partigiani mettevano a rischio la propria vita, pur di fare soccombere un' ideologia contro cui non credessero. 
A livello di narrazione, si rivela un po' pesante e di difficile lettura a lungo andare, tuttavia, è un libro che merita di essere letto, proprio perché trae spunto da un periodo storico realmente vissuto, e riesce a rendere noti gli ideali e la forza della resistenza, molto più di un "bella ciao" che è  stata svilita, sino a diventare più un inno italiano folkloristico, perdendo il suo potente e reale significato, di ribellione e speranza.

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