Una riflessione struggente ed emotiva sul rapporto sentimentale tra un uomo parlante e udente, con una donna sordomuta.
È molto carino, anche se, mi aspettavo, ecco, un libro con una struttura ben diversa, parlando di una tematica del genere.
A mio parere, è un controsenso scrivere un libro in cui si parla di sordomuti e farlo sottoforma di una sceneggiatura o testo teatrale, in cui il linguaggio verbale è il fulcro di tutto.
Mi aspettavo un libro, che desse più enfasi e importanza al silenzio, dandogli maggiore carica e potenza emotiva, e invece niente.
Capisco, anche il tentativo di sottolineare la preponderanza del mondo degli udenti e parlanti, che sconfina con quello di Sarah. Tuttavia, mi sarebbe piaciuto se il mondo silente di sensazioni di Sarah fosse stato delineato e descritto, almeno, in minima parte.
Poi, anche la relazione tra i due per quanto sia romantica e carina, appare un po' inverosimile e pecca quasi di credibilità, a causa di un' immediatezza cinematografica e teatrale.
Mi è parso un tentativo un po' goffo e azzardato di parlare di una tematica delicata, usando una struttura che ne contraddice appunto il senso.
Si adopera una narrazione esclusivamente basata su un linguaggio verbale, raccontando la storia d'amore con una sordomuta, be', non è un po' un controsenso?
Ho capito che si voglia far intuire, che con le mani, gli occhi e le sue gestualità Sarah comunque riesca a parlare, tuttavia, avrei preferito la storia sottoforma di romanzo vero e proprio.
Il susseguirsi di dialoghi tra i personaggi si accavallano spesso fra loro, generando confusione tra le diverse scene e salti temporali.
Forse, anche a causa di un' impaginazione concepita male, diventa frustante e irritante, questa scelta di stile.
Sicuramente, adesso, sono curiosa di vedere il film; perché, a questo punto, una storia con questa struttura dialogata, lo ritengo molto più godibile e apprezzabile sottoforma di film o di trasposizione teatrale.