martedì 29 marzo 2022

Corto viaggio sentimentale di Italo Svevo

In questa breve opera all' inizio si respira un Italo Svevo con un' ironia arguta, ma più spensierata, rispetto allo Svevo della "coscienza di Zeno", fino a che non si arriva a metà romanzo, in cui si torna alle tematiche tanto care a Svevo, la fatica di inserirsi nella società, la fatica degli esseri umani a comunicare per davvero fra loro, 
l' innetitudine e la sensazione di alienazione dalla propria esistenza. 
Nella sua brevità si assoppora Svevo in piccole dosi, anche se, l' ho trovato su molti punti di difficile comprensione. 
Il turbine di idee e pensieri del viaggiatore sono spesso vaganti e dispersive. 
Gli incontri e scambi di dialoghi in molti casi a dir poco seccanti e noiosi. 
L' incompiutezza dell' opera si fa sentire, risuona più volte, lasciando il lettore con una sconfinata amarezza. 
Per me, non è di sicuro il romanzo migliore di Italo Svevo, sarà per la sua incompiuta brevità e per la ripetizione di incontri sul treno, che non mi hanno lasciato molto di significativo, com' è stato, invece, nella lettura della "Coscienza di Zeno".

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