Questa storia non mi ha convinto a pieno.
Per prima cosa le due protagoniste risultano abbastanza odiose e ipercritiche nei confronti del genere umano.
Il problema di fondo è che appare molto superficiale nella trattazione di tematiche anche abbastanza delicate, come il suicidio.
Ora, io capisco il voler rendere certi argomenti appetibili e fruibili al lettore medio, e l' intento di sdoganare il tabù su certi argomenti, per così dire "normalizzandoli", ma se certi argomenti non vengono approfonditi con una precisa analisi introspettiva, si corre il rischio di sminuire e banalizzare, urtando anche la sensibilità del lettore, soprattutto, a chi certi temi stanno particolarmente a cuore.
Poi, un' altra cosa che ho particolarmente odiato di questo romanzo è l' ondata radical chic che permane tutta la storia, del tipo "Non sei nessuno se non hai letto il capitale di Marx" .
Poi ci sono delle descrizioni veramente pretenziose, come anche questi giudizi aspri e abbastanza sciocchi sulle altre persone, da apparire spesso gratuiti e ingiustificati.
Ora, nel "giovane Holden" c'era dietro un motivo per cui il protagonista disprezzava tutto e tutti, almeno lo spiegava, e non gli si poteva dare tanto torto, ma queste due spesso danno dei giudizi affrettati in cui generalizzano per stereotipi e luoghi comuni, senza mai trascindere dalle apparenze, cosa che dovrebbe essere il contrario.
Poi, quanto infantilismo c'è nel voler nascondere di essere una portinaia che legge?!
E poi la dodicenne che si vuole uccidere e poi così di colpo cambia idea, è tutto molto campato in aria.
Inoltre, troppe frasette pseudo filosofiche che per carità hanno attirato il mio interesse, però nel libro stridono, essendo inserite puramente a caso, giusto per voler dare al libro questa parvenza di pseudo intellettualismo, cosa che non è affatto.