mercoledì 7 ottobre 2020

Istantanea di un delitto di Agatha Christie

Agatha Christie rimane la capostipite classica del genere giallo, tuttavia io non credo che questo sia uno dei suoi migliori libri, questo è uno di quei libri facilmente dimenticabile, si può confondere con gli innumerevoli altri libri scritti da lei sulla cara vecchietta "Miss Marple" che si rivela essere un'ottima investigatrice fai da te, anche se a differenza di quello che si fa credere non è il personaggio di "Miss q" a risolvere e a tracciare tutti i tasselli per scoprire l'assassino, ma le circostanze e altri personaggi  secondari aiutano la vecchietta a comporre tutti gli indizi e ad aiutarla a svelare il mistero. Ma come ho già detto, non è un libro particolare, è molto semplice, narrazione scorrevole e semplice, si respira  un po' di suspence  accompagnata ad  un 'inaspettata risoluzione del caso piuttosto spiazzante per chi non è solito a leggere i suoi libri, è presente l'elemento di estraneità, si fa credere al lettore che il possibile assassino sia lì nel mucchio di personaggi in scena, distogliendo l'attenzione dal reale assassino, questo gioco Agatha Christie lo fa bene, il tratto della sua penna è indistinguibile e unico. Sarò io l'unica ad aver creduto che l'assassino fosse un altro, piuttosto di quello reale, insomma con me il suo giochetto delle illusioni funziona fin troppo bene, ancora adesso, sarà che non leggo molto i gialli. Tuttavia, non è un libro che mi ha soddisfatto a pieno, mi aspettavo qualcosa di più sofisticato, essendo un libro di Agatha Christie, va detto che mi sono approcciata con lei leggendo uno dei suoi libri migliori "Dieci piccoli indiani", e ovviamente non regge affatto il confronto con questo. In dieci piccoli indiani, i personaggi sono così ben caratterizzati e in quel caso Agatha Christie gioca bene le sue carte, facendo apparire tutti i personaggi come possibili assassini, spiegando in maniera molto chiara i possibili moventi di ogni singolo personaggio, sempre distogliendo l'attenzione da un altro personaggio, e lì più di una  volta si ribaltano le ipotesi del lettore su chi sia l'assassino, in dieci piccoli indiani il lettore sta lì che medita e considera tutte le possibili ragioni dei vari personaggi per aver compiuto l'omicidio, e ci sono tante domande che tengono il lettore incollato al libro, mentre in questa lettura non si respira un coinvolgimento così forte, i personaggi risultano anche abbastanza scialbi, odiosi, antipatici e petulanti.

mercoledì 9 settembre 2020

L'equilibrio degli opposti di Alessandro Baradel

Non scrivo recensioni da tanto, quindi ci provo per quanto questo libro sia così insulso che si fa fatica persino a scriverne una recensione. Partiamo dal titolo che non ne ho proprio capito il nesso, comunque in questo libro sostanzialmente "accadono cose" al protagonista, un susseguirsi di cose un po' a caso, fino a che non  incontra una ragazza per cui perde la testa. Partiamo dal presupposto che il protagonista è un essere inutile, odioso e fastidioso, ha tradito la moglie e ovviamente la moglie lo ha scaricato, e alla fine si piange addosso per buona parte del libro fino a che non conosce questa ragazza, l' aspirante luce che illuminerà la sua vita, peccato che questa ragazza ha già un fidanzato e con il protagonista si susseguirà un tira e molla continuo e poi attorno alla figura di questa ragazza aleggia un segreto. Non voglio svelarvi niente, anche se sinceramente il finale è un vero e proprio delirio surreale e si fa fatica a non volerne parlare, ora per carità io capisco che è un libro gratis su Google play ecc...ecc...ma davvero che storia è questa? Almeno, poteva usare un titolo meno sofisticato e che centrasse qualcosa con la storia, così mi sarei risparmiata di buttare così il mio tempo, impiegandolo in letture più interessanti. Ho odiato questo libro si, tantissimo! Non per come è scritto, lo stile di per sé non ha un tratto distintivo ma si lascia leggere, il problema è tutto nella trama e nella caratterizzazione del protagonista antipatico, insopportabile, tedioso insomma una vera palla al piede per tutto il libro dici ma perché? "Tell me why" come avrebbero cantato i backstreet Boys. Poi verso la fine si raggiunge una retorica buonista così artificiosa, mammamia che nervoso, se avessi avuto il libro cartaceo lo avrei lanciato.
Questo libro ecco mi sembra una vera forzatura alla scrittura, una storia scritta senza delle idee chiare giusto per scrivere un susseguirsi di lamenti e pensieri negativi del protagonista, che noia! Comunque, io con i libri gratis di Google ho ufficialmente chiuso!

lunedì 17 agosto 2020

Grottesco di Patrick McGrath

Un uomo su una sedia a rotelle , panteologo è ossessionato dall'idea che il maggiordomo voglia prendere il suo posto, voglia diventare lui il padrone.
La trama di per sé non è nulla di che', sulle prime pagine l' inizio non è dei più travolgenti, però scorrendo le pagine  la scrittura di McGrath così torbida e grottesca finisce per catturare il lettore.
È interessante perché tutte le vicende vengono narrate dal protagonista, Sir Hugo Coal, suscitando sempre il  fastidioso dubbio che siano solo farneticazioni della sua mente, dato che non potrebbe mai avere lui stesso una visione così onnisciente degli eventi narrati. 
McGrath ha uno stile unico, di difficile collocazione, nella sua cupezza rimanda allo stile gotico, ma ha in sé qualcosa di nuovo e diverso, non ti trascina in ambientazioni cupe, lui ti trasporta direttamente dentro l'oscura mente del protagonista. È un libro disturbante, non capisci mai quale sia fin in fondo la verità e il finale si rivela essere un pugno allo stomaco, vorresti sapere, ma McGrath lascia serpeggiare l' insinuante dubbio. Non è un libro per tutti, anzi molti potrebbero odiarlo e ritenerlo piuttosto tedioso, perché quello che tiene incollato il lettore non è tanto ciò che accade, ma tanto più la scrittura forbita di McGrath e il suo modo di riprodurre e descrivere il protagonista, nei suoi gesti e pensieri. La psiche del protagonista invade le pagine del libro diventa l' ambiente in cui tutte le paure e ossessioni prendono forma, tanto che il protagonista stesso ne rimane intrappolato perpetuamente, senza riuscire a poter più comunicare con i propri familiari. Forse non è il migliore dei suoi libri, da quello che so è "follia" il libro che lo ha reso celebre, ed è pure il libro che principalmente volevo leggere di questo autore, tuttavia mi è capitato tra le mani con il book crossing e ho deciso di leggerlo. Leggendo altre recensioni, alcuni lo collocano erroneamente al genere "black humor" , ora non so cosa intendano per black humor", ma se si parla di umorismo nero è una connotazione del tutto sbagliata, non c'è umorismo in questo libro. Se invece si parla di "umore nero", di stato d'animo mentale oscuro e distorto si c'è né a bizzeffe in questo libro. 
Credo che McGrath abbia trovato un titolo perfetto e una collocazione maggiormente in linea con il genere di questo libro "grottesco". Non vedo l'ora di leggere "follia"e altri libri di questo scrittore! Potrebbe diventare il mio scrittore contemporane preferito. Uno dei pochi scrittori contemporanei che mi affascina, soprattutto per la curiosa storia della sua vita, il padre faceva lo psichiatra e lui da bambino ha trascorso gran parte della sua infanzia nei manicomi,e si percepisce nella sua scrittura che è stato a stretto contatto con persone mentalmente disturbate se non ché lui stesso potrebbe essere rimasto mentalmente disturbato da un' infanzia trascorso in questo modo. 




domenica 9 agosto 2020

Eutanasia di un amore di Giorgio Saviane

La prosa di Saviane è decadente, esistenzialista potrebbe apparire ingenuamente come una storia d'amore che poi verrà accompagnata con un lieto fine, ma in realtà non è di questo che il libro racconta. Parla si di amore, ma dell' eterna ricerca dell' uomo verso l' amore, solo che i sentimenti hanno bisogno di stabilità e concretezza, ma Paolo il protagonista è tutto fuorché una persona stabile e concreta. L' amore si scontra con l' egoismo di Senna che vuole avere dei figli da Paolo e quello di Paolo che non vuole assolutamente averne. Appaiono anche curiose e interessanti le motivazioni di Paolo che lo inducono a questa scelta. È un libro scorrevole, si lascia leggere con piacere, solo dopo verso la fine il libro prende una piega piuttosto vacillante e sconclusionata, però il modo di scrivere di Saviane così fuori dagli schemi prestabiliti, mi ha catturato come pochi autori italiani più vicini alla scrittura moderna. Di sicuro, un libro che ho letto con piacere, e che penso sia valsa la pena leggere, non tanto per la storia, ma per il narrare intimo che ha questo libro  nei riguardi del protagonista e i suoi pensieri, è originale. Si passa dalla terza persona, fino ad eliminare ogni distanza con il protagonista, raccontando appunto in prima persona. Unica pecca,l' ho trovato meno travolgente quando ha iniziato a narrare la storia dal punto di vista di Senna ho capito quale fosse l'obbiettivo dell' autore, fare trasparire il punto di vista di entrambi, ma è come se l' autore fosse entrato in perfetta simbiosi con Paolo e molto meno con Senna, si sente che il punto di vista della ragazza è più tralasciato, meno sentito, efficace e coinvolgente rispetto a quello di Paolo.  Sicuramente è un autore che merita un' attenzione particolare, di essere letto e riscoperto.

sabato 8 agosto 2020

La bugiarda di Jean Giraudoux

Sarà un periodo che sono parecchio stanca, e questo libro non era molto sulle mie corde, ma che fatica è stata terminarlo. Inizialmente la lettura scorreva piacevolmente, Giradaux offre un analisi psicologica piuttosto accurata della bugiarda con i suoi due amanti, però poi andando avanti la storia inizia ad essere ripetitiva, irrisolta e snervante, forse per un odio e repulsione verso la protagonista che continua a mentire sempre e comunque, senza risolvere e porre una soluzione ai danni provocati dalle sue bugie. Ad un certo punto le pagine scorrevano senza più interesse. Probabilmente la storia si rivela così insoluta anche per il fatto che sia tratto da fatti realmente accaduti a Giradaux, e quindi la realtà spesso si rivela monotona e snervante. Comunque, una cosa che sicuramente mi ha sorpreso di questo libro è stato l' uso delle parole, molto singolare e unico nel modo di narrare e descrivere lo stato psicologico della protagonista e anche abbastanza accurato, facendomi quasi vagamente pensare alla " coscienza di Zeno", ma ovviamente in uno stile più grezzo.

La marchesa di O di Heinrich von Kleist

Uno di quei libri classici poco conosciuti, questo libro riprende il concetto del superuomo, un uomo che può tutto, però forse svilisce questo concetto, lo mette in discussione? La lettura di questo libro è stata molto criptica, non si evince il parere dell' autore, lui non dà un giudizio su quello che sia accaduto. Eppure, mi pare che il personaggio principale sia proprio la donna, appunto la marchesa di O a predominare l' intero romanzo,e ancora lei a cui spetta l' ultima parola sulla situazione tragicomica venutasi a creare. È un libro sull'emancipazione femminile o no? Non saprei, analizzato su molti punti sembrerebbe di sì, ma se si considerano altri aspetti si potrebbe allo stesso tempo rispondere di no. È una lettura fuorviante, fredda e distaccata, non si racconta minimamente quel giorno, il giorno in cui l' ufficiale tedesco dopo aver salvato la marchesa di O da dei briganti, alla fine non resiste e vedendola svenuta abusa di lei. Si accenna vagamente al fatto accaduto, ma non viene mai narrato e spiegato, la lettura scorre focalizzando l'attenzione sulle conseguenze amare che questo comporta per la marchesa di O, inconsapevole di quanto accaduto, e che quando rimane incinta non capisce come. Lo stile di scrittura di Heinrich Von Kleist personalmente l' ho trovata piuttosto avvilente e snervante, per quanto la storia potesse essere di partenza curiosa e interessante, Von Kleist l' ha ridotta a qualcosa di insignificante, forse banalizzando quasi l' episodio di violenza  del sottoufficiale, proprio per questo non saprei dire se sia un libro sull'emancipazione femminile o meno....o se avesse quasi legittimato quanto accaduto? Questo libro resta uno di classici controversi in cui non si capisce mai cosa l' autore abbia voluto sottointendere. Che voglia dire più cose, o assolutamente niente? Eppure, poi vediamo il sottoufficiale disperato, supplichevole e innamorato che vuole sposare la marchesa di O, che vuole riparare al "torto" fattole? E alla fine, a chi spetta l' ultima parola se non alla marchesa, ma la marchesa alla fine si convince a sposare il suo stesso violentatore. Pone tanti punti interrogativi questa storia... però devo ammettere che essendo molto breve l' ho trovata tutto sommato piacevole e leggermente divertente da leggere, per quanto sia abbastanza controversa, assurda e strampalata come storia e ci sono tanti punti in cui la penna di Von Kleist fa storcere a più riprese il naso. Mentre gli altri racconti ho provato a leggerli ma li ho trovati piuttosto noiosi e ho rinunciato.

martedì 26 maggio 2020

L'idiota di Dostoevskij

Termino così il mio periodo per così dire di"nullafacenza" , con questo libro. A differenza di "Delitto e Castigo"in cui c'è una trama abbastanza lineare, questo libro di Dostoevskij non ha una vera e propria trama, ma si disgrega attorno al personaggio di Lev Nicolaevic Myskin che dalla Svizzera decide di tornare in Russia, per conoscere Elizaveta Prokov'enna una sua parente alla lontana. La lettura di questo libro può essere apprezzata solo da chi ama Dostoevskij, il suo stile e l'accuratezza in cui costruisce i suoi personaggi. Mi tocca persino ammettere che io stessa per quanto ami la scrittura Dostoevstojana, questo libro l' ho trovato molto meno piacevole rispetto a "Delitto e Castigo", troppe divagazioni e un numero esorbitante di personaggi. Ho dovuto farmi uno schema a questo proposito per raccapezzarmi fra tutti questi nomi russi, e continuo a chiedermi perché le case editrici non inseriscano nei libri un apposito promemoria con albero genealogico e una mini descrizione di alcuni personaggi, per facilitare  la lettura ai lettori. Ma alla fine tra i tanti nomi russi, il personaggio più emblematico, travolgente e appassionante resta il principe Myskin per la sua ingenua bontà e fiducia verso il prossimo, un uomo eccessivamente idealista, soprannominato l' idiota proprio per questo suo modo di essere e anche perché affetto da epilessia. Questo ultimo elemento mi ha dato più volte modo di pensare, che nel personaggio dell' idiota ci sia qualcosa di molto autobiografico, e tante volte durante la narrazione mi sono figurata Dostoevskij stesso, e a me piace credere che sia appunto così, anche se non ho certezze al riguardo,a parte il continuo richiamo all' "epilessia", qualche declamazione "socialista e il continuo richiamo ad argomentazioni contro la pena di morte", e chi ha letto un po' qualcosa sulla vita di Fedor Dostoevskij potrà riflettere e convenire che ci sia qualche analogia con la personalità dello scrittore, poi è stato appunto condannato a morte per i suoi pensieri socialisti, e non mi pare un caso. 
Poi un' altro personaggio di spicco femminile è Nastas' Ja Filippina Baraskova, una donna che ricorda la "Nana" tanto narrata da Emilie Zola, personaggio pazzo e maledetto, per il resto tutti gli altri personaggi con le loro astuzie e bravate non fanno altro che da sfondo al cospetto di questi due personaggi antipodi, ma di colossale fascino e bellezza umana.  


giovedì 14 maggio 2020

La verità sul caso Harry Quebert di Joel Dicker

Premetto che non ho mai avuto intenzione di leggere questo libro, mi è solo capitato tra le mani attraverso il "book crossing", e tra le scelte ho deciso di dargli una chance.  Qualcuno mi aveva detto che era un bel libro, ma io non amo molto i best Seller soprattutto quando sono dei mattoni. Per 770 pagine tanto vale leggersi qualcosa di più serio e alla fine ha confermato un po' la mia idea,  è proprio così, non tutti i libri devono necessariamente essere letti, soprattutto dalla sottoscritta.  Ora non per darmi, arie da snob letteraria, ma il livello di prosa di questo libro è sterile, scialbo e informe.  Chi è abituato a leggere libri classici o di un livello un po' più alto, lo nota subito e non apprezza lo stile.  Poi oltre a quello, ho notato una sovrabbondanza di luoghi comuni, frasi fatte e dialoghi inverosimili tra tutti i personaggi.  Poi la narrazione è confusionaria, persistenti flashback e salti temporali continui rendono la lettura confusionaria e logorrante.  Capisco che si tratti di un giallo e si voglia tenere un po' di suspence, ma Dicker utilizza delle dilungagini che a livello di trama appaiono veramente fastidiosi e inutili, quando invece si poteva soffermare meglio su altri punti che sul finale non vengono del tutto chiariti e spiegati.  Poi ora capisco il colpo di scena, ma bisogna anche saperlo inserire e spiegare nel testo,le motivazioni perché un personaggio fa quel che fa, tante cose non tornano se ci si sofferma con attenzione sui vari personaggi della trama. Poi i colpi di scena buttati così a caso, tutti insieme e in sovrabbondanza e molto spesso inverosimili. Tuttavia, non posso dire che sia stata una lettura così terribile, ho letto di peggio, a livello di trama nel complesso mi è piaciuto, non ho apprezzato il modo in cui poi ha deciso di gestire e sviluppare la storia, secondo me si è anche lo scrittore un po' perso, senza sapere più che finale dare al libro. Ho visto in contemporanea anche la serie TV e devo dire, che è uno di quei rari casi in cui la serie televisiva mi è piaciuta di più del libro, e il fatto che si siano saltati dei pezzi in questo caso non mi è affatto dispiaciuto,anzi hanno migliorato di gran lunga il contenuto della storia e sono riusciti a condensare al meglio i punti più salienti della trama, dando persino più spessore ai personaggi appena abbozzati e rendendoli persino più gradevoli e divertenti. Tuttavia, mi è piaciuta l' ambientazione e questo richiamo a "Lolita" di Nabakov  e ho apprezzato anche il livello di narrazione di un amore platonico e delicato proprio d'altri tempi. 
Credo che sia uno di quei libri che può piacere a chi non ama letture impegnative e abbastanza ragionate, è un libro che va letto tutto d'un fiato, senza farsi troppe domande. Per me è un libro da 3 stelle, che poteva benissimo essere sfoltito a 300 pagine, o che si potrebbe benissimo evitare di leggere, guardandosi la serie TV.




lunedì 4 maggio 2020

Trash di Amy Yamada

Quando ho iniziato questo libro ho pensato scrittura piacevole, ma ecco che come tutti i libri asiatici va a parere su un amore malato e distruttivo, e ho iniziato a prevedere quale potesse essere la piega che avrebbe preso l' intero romanzo, avendo già letto romanzi simili. Per un attimo mi è sembrato un ritorno al romanzo "Shangai baby" ho ritrovato alcuni elementi comuni con questo romanzo, ma poi andando avanti fortunatamente se ne è discostato nel modo migliore. Inizialmente, ho pensato di abbandonarlo perché a lungo andare la tiritela della storia d'amore malsano fra un' ubriacone e una donna che si dà tanto da fare per un uomo che non lo merita, mi irritava e infastidiva. Tuttavia, a differenza di "Shangai baby" fatalista e disfattista più verso una società cinese, che risente dell' ondata capitalista ...."Trash" non analizza la società, ma i protagonisti intimamente nella loro individualità, e a differenza di quello che possa apparire dalle prime pagine, andando avanti si denoterà un processo di maturazione caratteriale nella protagonista, senza dover per forza sprofondare nel dramma. 
 

lunedì 27 aprile 2020

L'annusatrice di libri di Desy Icardi

Una lettura carina, forse tra le più piacevoli  e ben scritte tra gli ebook gratuiti resi disponibili durante questa quarantena. Ho apprezzato molto l'idea di rendere questa lettura fruibile. La storia parla di Adelina, una ragazza di quattordici anni che ha difficoltà a leggere, non risulta chiaro inizialmente se sia per un problema di vista, verrà svelato più avanti il motivo,nel corso della narrazione. Inizialmente pensavo fosse un espediente per parlare di "dislessia", ma mi ero sbagliata.  Comunque, non potendo leggere con gli occhi, la nostra protagonista riesce a trovare un modo unico e originale per poter leggere i libri, attraverso l' olfatto. Io che adoro annusare i libri sia quelli nuovi che vecchi, non potevo fare a meno di leggere questo libro.  Mi ha ricordato un po' "profumo" di Patrick Suskind quando descrive gli odori dei libri, per la loro accurata descrizione.  Di per sé la storia non mi ha entusiasmato particolarmente, andando avanti con le pagine, mi aspettavo che dal manoscritto di "Voynich" si sarebbe scoperto qualcosa di particolare e significativo,  e dei retroscena differenti anche sul problema della protagonista con la lettura, infatti ad un certo punto la mia attenzione si è più calamitata sulle vicende della zia e sul suo processo di cambiamento.Cio' che ho  più apprezzato di questo romanzo sono state le continue citazioni e richiami ad altri libri, che attraverso il naso di Adelina si diffondevano sovrapponendosi a questa storia. È un romanzo d'amore sulla lettura, che può apprezzare solo chi ama leggere e che può fungere da incoraggiamento per chi si vuole avvicinare alla lettura.

La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne

Uno di quei libri che non ha nulla a cui spartire con la versione cinematografica. Il libro è più bello? In realtà, non saprei dire. Sicuramente il film ha qualcosa in più del libro appare meno freddo, ha una narrazione più romanzata per attrarre lo spettatore. Nel libro non si parla mai di come Esther Prynne e Dimmesdale si siano conosciuti e lasciati travolgere dalla passione, per Hawthorne questi dettagli che potevano rafforzare l'interesse del lettore verso la storia, sono irrilevanti.  Quello che più preme ad Hawthorne è ridicolizzare il puritanesimo e la superstizione. Ma gli espedienti dello scrittore, si rivelano essere troppo prolissi e conditi di una retorica forse un po' troppo petulante. 
Mi aspettavo sinceramente qualcosa di più, una scrittura più avvolgente, mi aspettavo un approfondimento maggiore nel rapporto tra i due protagonisti, sull' amore che li ha spinti a commettere il cosiddetto "peccato di lussuria", ma tutto questo viene taciuto.
Speravo anche in qualcosa di più sulle streghe, io adoro questo argomento nei libri , sulle sospette streghe nei periodi del puritanesimo e della santa  inquisizione, ma non c'è neanche molto in questo senso. Delude un po' le aspettative, ma nel complesso si rivela essere una lettura piacevole e meritevole di essere annoverata tra i classici da leggere, per la morale e il significato che suggerisce il romanzo, anche se a mio parere ha una narrazione troppo calcolata, ricca di dettagli irrilevanti su personaggi secondari di cui si poteva anche fare a meno, mentre sui personaggi principali si spiega poco sul loro amore, ma si parla persistentemente del loro peccato di passione, che sarebbe stato a parere mio più giustificato se si fosse data più enfasi a questa narrazione. Si critica il bigottismo e il puritanesimo, ma questa critica sarebbe stata più efficace se si fosse posta un' attenzione maggiore ai sentimenti dei protagonisti, più che alle conseguenze del gesto  peccaminoso e della loro castigazione da parte della società puritana e perbenista. Poi sul finale sfocia e culmina in dramma e tragedia che si poteva benissimo evitare.

giovedì 23 aprile 2020

Dopo il Covid 19 di Leonardo Caffo punti per una discussione.

Saggio sulla questione attuale da Covid 19, sul filoseggiante andante, ma senza sofismi troppo articolati, insomma comprensibile ed elementare per chi di filosofia non ha mai letto nulla. A mio parere, non è un libro spiacevole, anzi abbastanza Interessante e mi ha offerto degli ottimi spunti di riflessione sulla questione futura, ovviamente non è un libro che offra chissà quali grandi rivelazioni molto probabilmente sono tematiche più volte ribadite e discusse in ambito filosofico, probabilmente Caffo non parla e non illustra niente di nuovo, semplicemente forse avvicina la filosofia alla gente comune, rimuovendo  lo scoglio difficoltoso del linguaggio retorico, che ho sempre faticato a seguire nei saggi filosofici, che mi hanno sempre fatto abbondonare ogni tentativo di provare a leggere Nietzsche e altri saggi  famosi. 
Come lettura per chi si vuole avvicinare a qualcosa di simile alla filosofia, ma non vuole comunque toccarla con mano o per chi semplicemente vuole riflettere un po' sulla questione attuale da Covid 19, si rivela essere un buon libro, che merita di essere letto. Poi non so, forse per i grandi  conoscitori ed estimatori di filosofia pura, potrebbe risultare nulla di che', potrebbe rivelarsi ripetitivo, ribadendo dei concetti filosofici già conosciuti e supportati da altri filosofi.

L'amore ai tempi del covid 19 di Antonio Manzini

È un libro attuale, che stranamente narra la storia al passato e ho pensato fosse una scelta voluta dall' autore per trasmettere un messaggio positivo  che il covid 19 passerà come altre epidemie affrontate nel passato, però sul finale si perde parlando al presente dell' eventuale futuro della condizione del Covid 19, è questo mi è parso un no-sense. Altra difficoltà riscontrata è stata sulla valutazione di questo libro di per sé molto breve, ho dato un tre stelle su "goodreads" perché l' ho ritenuta una lettura piacevole e originale sull'argomento, ma non è una lettura che vale di per sé "3 stelle", se rapportata ad altro genere di letture impegnative. Io credo che, per valutare nel modo adeguato un libro sia importante anche discostare quel tipo di lettura da altro genere di letture, accostandolo al genere di appartenenza e al livello narrativo corrispondente, considerando se è una lettura breve o corposa. Questo libro sintetizza perfettamente cosa è accaduto in Italia con lo sviluppo della pandemia e racconta frammentari specchi di vita di italiani "agli arresti domiciliari" a causa del virus. Strappa su alcuni punti anche qualche risata e ripercorre tutte le bufale circondate in rete sul virus e tutto ciò che è accaduto e sta continuando ad accadere con la quarantena. Gli unici elementi che mi sono parsi una forzatura, sono stati:la storia dell' uomo di famiglia che si suicida con il phon sulla vasca da bagno; un' indagine polizesca molto breve e insignificante, come se si volesse sviluppare un giallo all' interno di un romanzo attuale, ma poi si abbia deciso di stroncare la cosa sul nascere. A questo punto perché non  rimuoverla del tutto?!  Perché non approfondire sprazzi di vita quotidiana sulla quarantena, o su tutte le stupidate circolate su Internet sul virus sdoganandole del tutto, ampliando e argomentando, sarebbe stato di sicuro più interessante. Poi la rotta finale ingenua e perbenista, gli italiani miglioreranno dopo il virus, certo come no credici! Non crederanno più alle stronzate su internet e il mondo sarà un posto migliore, certo come no, diventeremo tutti con più sale in zucca dopo il virus, con più neuroni! Il punto che c'è ancora gente che purtroppo continua a sostenere teorie complottistiche di vario genere, e chi continua a credere che in Cina stavano facendo degli esperimenti e in laboratorio sia sfuggito qualcosa, in pure stile "Marvel" come quando è nato "Hulk" o il supercattivone di Spider-Man, insomma qualche pozione è caduta e si è sparsa nell' etere, una roba del genere. Quindi no, mi dispiace per Antonio Manzini, ma il suo finale è troppo ingenuo e infantile, poiché troppo lontano dalla realtà, ha preso insomma una linea da temino scolastico di 5 elementare o sulla falsariga del libro "cuore" di Edmondo De Amicis.



martedì 21 aprile 2020

Herman Koch - breve storia dell' inganno

Un racconto breve e gratis trovato su "Amazon Kindle",  devo dire che è una lettura disimpegnativa, ma piacevole. L' autore con questo racconto rovescia tutte le volte la verità a proprio piacimento, si fa fatica a capire quale sia la verità e quale la bugia,si dubita anche sul finale stesso del romanzo se sincero o disonesto, se non è di per sé il libro stesso un vile inganno,e l' autore per tutto il tempo non ci abbia preso in giro, o se lo scopo è quello di farci credere che sia tutta una bugia, insomma una montatura creato ad hoc per farci credere il contrario... insomma, una storia che mette in crisi la certezza e capovolge tutte le verità. Mettendo in dubbio che poi esista una vera verità, o semplicemente siamo noi stessi a determinare con i nostri occhi quale sia, credendoci o meno. 


giovedì 16 aprile 2020

"Ormai è fatta" di Horst Fantazzini

Autobiografia di un uomo disadattato, che non riesce ad adeguarsi alle regole della nostra società. Lo si comprende anche nella sua incapacità di adattamento, certo non si giustifica il suo atteggiamento scorretto, però suscita tenerezza e compassione, insomma si fa labile la linea tra giusto e sbagliato, tra ciò che è bene e male. E si può parlare poi di giustizia aver fatto scontare trenta anni ad un uomo che ha soltanto compiuto furti, senza aver mai sparato a nessuno?! E ancora giusto, sparare ad un uomo con una pistola, che aveva un solo proiettile e non lo ha neanche utilizzato? E continuare a sparargli in nome di una legge penale di legittima difesa, anche se l' uomo non costituisce più pericolo perché ormai ferito ed esangue, e ciò nonostante perseverare e continuare a sparargli? Questo libro pone questi punti interrogativi, su come sia stato erroneamente affrontato il caso di Horst Fantazzini quando ha tentato di scappare dalla prigione, pur non essendo un soggetto pericoloso per la vita umana, ma semplicemente per le banche.

sabato 11 aprile 2020

Madame Wu di Lin Yutang

La biografia di una donna di potere pronta a tutto, calcolatrice, machiavelica, diabolica e sanguinaria.
Appare quasi surrealistica la storia di questa concubina dell' imperatore cinese che riesce a diventare un' imperatrice scalvacando tutti, persino l' imperatore, il marito stesso.  
Ma non è tanto questo a lasciare basiti, quanto il fatto che sia riuscito a provocare quasi il completo sterminio della dinastia Tang per perpetrare il proprio potere, arrivando a governare ancora sulla settantina di anni. E non solo questo, uccise la propria famiglia, pur di preservare il proprio potere: figli, nipoti, nuore... Un elenco esteso ed infinito, fino ad arrivare ad intere famiglie torturate e trucidate, chiunque replicasse qualcosa contro di lei e sulla sua supremazia finiva ucciso in un modo o nell' altro. Ora non ho metri di paragone per valutare l'autenticità storica sulla biografia, non conosco la Cina imperiale, però devo dire che il libro nel complesso è stato da me largamente apprezzato, forse proprio per mia completa ignoranza sull'argomento. Si è rilevata una lettura nuova, originale ed interessante, una scoperta di qualcosa di più vicino alla realtà e di nuovo, percorrere la vita di una persona realmente esistita e cogliere un temperamento freddo come la lama di un coltello, una vita vissuta invano alla ricerca della grandiosità, per poi finire in un cumulo di cenere.  Credo che sia stato difficile per l' autore delineare la vita di questa imperatrice e renderla in qualche modo entusiasmante, vivacizzare le vicende, perché a lungo andare la storia muore in sé stessa nella soppraffazione riprovevole e ripetitiva di Madame Wu;
tuttavia, non uccideva con il gusto di farlo, ma sempre con il machiavelico fine di continuare a governare.
In questa donna non c'è traccia di sentimentalismo, ma solo desiderio di lustro, potere e  lussuria. L' unico tallone d'Achille, falla di Madame Wu, il suo fuori programma nella sua contesa al potere e nell' illustrare la sua magnificenza è quella di essere una donna con un grande appetito sessuale, per il resto non c'è altro. E questo punto l' ho trovato strepitoso, una vera rivendicazione femminile, come un imperatore aveva il suo harem, anche lei ne ottenne rispettivamente uno con vari fanciulli. Su altri punti appare una caricatura della "regina di cuori"delirante di "Alice nel paese delle meraviglie",con la sola obbiezione che Madame Wu fosse più diabolica e intelligente, usava il buddismo e la stesura di libri per fare buon viso a cattivo gioco.

 





giovedì 9 aprile 2020

Intervista col vampiro di Anne Rice

È un libro che volevo leggere da molto, non essendo mai stata ampiamente soddisfatta dalla versione cinematografica.
E in effetti, devo dire che è uno di quei libri in cui la trama a livello cinematografico si appiattisce, si consuma in una sequenza di scene e avvenimenti, senza riuscire ad esprimere il senso di solitudine, amarezza e angoscia che permane nel protagonista.
Anne Rice è stata l' iniziatrice del genere moderno in cui si narra di vampiri, non i vampiri giovani di "Twilight" in cui essere vampiri è una figata, no per Anne Rice  significa perdere la propria umanità e mortalità è una fonte costante di tormento e rimpianto per non aver vissuto pienamente la propria umanità, non averla goduta e amata nella sua interezza e brevità. Non credevo che la storia fosse così riflessiva e profonda, e che fosse scritto così accuratamente bene, o almeno nella traduzione capitatami fra le mani neanche tra le più recenti, si ha una scrittura scorrevole, tuttavia non è una profusione di parole messe a caso, "Anne Rice" è perfettamente padrona dal suo stile, sa quali corde toccare, quali parole usare.  
I vampiri di Anne Rice sono affascinati, ma maledetti, vivono in uno stato costante di avvilimento e dannazione, fino a che tutte le emozioni diventano sempre meno importanti, perdono di valore in una vita infinita. 
Credo che sia uno di quei libri ingiustamente dimenticati, ma che merita assolutamente una lettura, per gli amanti del genere e non. Non è un libro che si limita a parlare di vampiri, ma scava più affondo attorno a cosa significa vivere in eterno, e al significato stesso della morte. 
Parla più del valore della "morte", senza di essa la vita stessa diventa priva di senso, non si apprezza il reale valore dell' esistenza. La morte stessa per i vampiri diviene un dono per le loro vittime, perché qualcosa per loro di costantemente irraggiungibile. Si riflette anche sull'amore e tutte le sue sfumature, una costante ricerca di questo sentimento che diventa effimero e deludente. L' amore platonico di Louis per Claudia, la bambina vampira e la sua insofferenza per restare sempre bloccata nel corpo di una bambina, nonostante la sua mente divenga sempre più quella di una donna matura.  Lestat e la sua eterna noia,che cerca di colmare con il lusso sfrenato e frivolo, o con nuovi abili modi sadici di cacciare e uccidere le proprie vittime per berne il sangue.
Louis che invece rinnega la sua stessa natura di vampiro, cercando di nutrirsi solo di sangue animale, odiando sé stesso e il suo bisogno disperato di sangue umano. Cibarsi di loro, bere il loro sangue diventa un modo per godere di istanti di umanità, quando si succhia il loro sangue ci si nutre per un attimo della loro esistenza, della loro umanità, e il corpo perennemente freddo dei vampiri diventa caldo e il cuore batte all' unisono con quello della vittima. L' uccisione e il cibarsi diventa un atto romantico, un modo per provare ancora emozioni umane, non è solo riempirsi lo stomaco, ma un metodo per colmare il vuoto emotivo dei vampiri, privati delle loro sensazioni umane.






lunedì 6 aprile 2020

Rebecca la prima moglie

"Rebecca la prima moglie" è il primo romanzo che leggo di "Daphne Du Maurier" e devo dire che nonostante l'edizione lasci un po' a desiderare per il testo minuscolo, e io con i miei occhi da talpa pur avendo gli occhiali mi è costata una fatica immonda la lettura... Il libro si lascia leggere ben volentieri, sono ricorrenti immagini dark e gotiche per tutto il romanzo, un richiamo al medievo con qualche sfumatura noir. Non mi sorprende infatti, che Hitchcock abbia girato la versione cinematografica, non poteva essere altrimenti lo stile narrativo ricorda molto i film di Hitchcock. 
Tuttavia, non so se il film sia riuscito a rendere lo stato psicologico della protagonista, la sua ossessione morbosa nei confronti di Rebecca, la prima moglie di suo marito. 
La consorte defunta si staglia e predomina l' intero romanzo, pur essendo morta, si aggira in ogni angolo della tenuta di Manderley, sulla bocca di tutti e sui ricordi. La protagonista di cui non si fa mai il nome, ne diventa la sua errata sostituta.
Tuttavia, questo ruolo inizia a starle stretto, e la curiosità verso quella donna diventa sempre più insistente.  
La gelosia e il desiderio di rivalsa contro quella donna del passato che tutti stimavano e ammiravano, diventa incontrollabile.

Si insinua il fastidioso dubbio che il marito l' abbia sposata solo per dimenticare la sua precedente moglie, solo per colmare quel vuoto incolmabile. L' assenza diventa più rumorosa e devastante della presenza stessa. Liberarsi di un ricordo e del fantasma di una donna si rivela più difficile, di una donna in carne e ossa.  
Per tutto il romanzo aleggia questo sentimento di inadeguatezza e insicurezza della protagonista, che si ritrova a dover fronteggiare contro le oscure ombre del passato di suo marito.

Questo romanzo suggerisce che la realtà può diventare una costruzione mentale, la nostra testa è spesso ingannevole, e puo' costruire essa stessa la verità, in base a come si interpretano gli sguardi, le parole dette e  ancora di più quelle lungamente taciute.   
Non voglio spoilerare nulla, quindi concludo così questa recensione:
L' unica cosa che posso dire è che un romanzo che tiene il lettore incollato sulle pagine, per sapere quali saranno le sorti della piccola e modesta seconda moglie.  Inoltre, una cosa curiosa e interessante è che il libro inizia dalla fine, il primo capitolo si apre lasciando spiazzato il lettore non si capisce bene di cosa si stia narrando, solo dopo aver terminato il libro si intuisce la stretta connessione tra l' ultima pagina e i primi capitoli, infatti li ho riletti subito dopo aver finito il romanzo per ricomporre perfettamente i pezzi del puzzle.











domenica 22 marzo 2020

Angeli sulla punta di uno spillo di Jurij Druznikov

Questo romanzo è stato scritto nel periodo staliniano in Russia, riuscendo a sfuggire alla censura dell' Unione Sovietica. La vita dell' autore non è stata facile proprio per questa ragione, trattando tematiche scottanti, contrarie al regime comunista.  La  vasta diffusione di questo libro si ha quando l' autore riesce a fuggire negli Stati Uniti, evitando così di essere perseguitato e ucciso. Candidato al premio Nobel, questo libro come i romanzi di "Solzenicyn", autore molte volte citato in questo romanzo, rappresenta una denuncia sociale contro il comunismo, mettendo in luce verità scomode e nascoste dal regime, lasciando intuire che non fosse affatto tanto differente dalla monarchia zarista e dal regime nazista e fascista. Non ha una prosa sopprafina, anzi scritto in molto molto fluido, scorrevole e moderno, stranamente dissonante dalle modalità di scrittura tipicamente russa, dalla costruzione di frasi dai periodi molto lunghi e complessi. Non c'è l' evidente volontà di scrivere un romanzo stilisticamente accurato e distintivo, quello che preme più Druznikov è mettere in luce attraverso l' introduzione dei personaggi, dei dialoghi e delle vicende quanto l' intera macchina che muove il sistema comunista sovietico sia tossico. 
La caratterizzazione dei personaggi è complessa e dettagliata, si finisce per perdersi e far un po' di confusione a destreggiarsi fra i vari nomi russi,dato che in ogni capitolo viene raccontata la storia di un personaggio diverso. Tuttavia, nonostante alcuni personaggi forse avrebbe potuto evitarsi, diminuendo di gran lunga la mole di 560 pagine, mi è piaciuta questa meticolosa attenzione e cura dell' aspetto umano e psicologico dei personaggi, da far trasparire che sono tutti potenzialmente buoni, appunto angeli sulla punta di uno spillo, che però non hanno scelta, non possono opporsi, perché qualora lo facciano finiscono con lo spillo piantato sul cuore. Con questo libro Druznikov dichiara che  Il regime controllasse tutto, diceva persino cosa dovevi scrivere, dire e pensare, nessuno poteva fare e dire diversamente, altrimenti la prigione e la morte erano dietro l' angolo. I dialoghi fra i personaggi sono riflessivi e pregni di significato. Druznikov riesce perfettamente a inserirti nella redazione russa di un giornale di partito comunista, in quel periodo storico, facendoti scoprire tutte le notizie nascoste, la manomissione e distorsione degli avvenimenti e della realtà. Molti dei personaggi principali sono inventati, o meglio ne sono stati cambiati probabilmente i nomi, prima di iniziare il libro dice chiaramente "di non indagare sui personaggi se esistenti o meno perché non ne verrà nulla di buono". Tuttavia, ci sono apparizioni di personaggi di meno rilievo effettivamente esistenti, tra cui "Solzenicyn" citato molte volte e altri personaggi politici russi di quel periodo.
Non è un libro che si legge giusto per il piacere di leggere, ma è più una lettura di denuncia ideologica, che serve per far scoprire cose che si ignoravano e non si conoscevano del regime comunista, dato che si cercava a tutti i costi di farlo apparire più democratico e progressista rispetto agli altri regimi totaliritari. Io personalmente sono stufa di leggere sempre e solo del nazismo e degli ebrei, sicuramente sono state una delle principali vittime di quel periodo storico, ma ce ne sono state altre che hanno suscitato meno indignazione e meno rumore, e non per questo meno degne di interesse e attenzione. Buonagiornata! E mi raccomando non uscite e state a casa, se non sapete come passare il tempo leggete un buon libro! 







domenica 15 marzo 2020

Claudine di Colette

Questo romanzo ha un inizio piuttosto scarno e scialbo, in apparenza sembra la classica storiella sull'infanzia, la ragazzina un po' birbantella che ne combina di cotte e di crude a scuola, ma sfogliando le pagine e andando avanti, la storia prende una piega diversa,enfatizza e va a toccare altre questioni,  l' omosessualità maschile e femminile. Questo libro è un inno alla libera espressione sessuale, e devo dire che mi ha colpito molto, per quanto sia innovativo e spregiudicato essendo stato scritto agli inizi del 900' , e mi sorprende anche che sia così poco citato e conosciuto. 
Claudine rappresenta la più viva e fervida idea di libertà ed emancipazione femminile, con le sue sregolatezze e stravaganze, ben lontana da ciò che la convenzione richiedesse a quell' epoca. Poi una cosa che personalmente ho adorato il modo in cui Colette delinea alla perfezione il rapporto amoroso tra Claudine e Renaud, sulla loro differenza di età e sulla tanto agognata e ricercata complicità di Renaud verso Claudine. Lei scansa, non vuole e non la ricerca ed è proprio lì che la loro relazione verte e si complica, per poi tornare a riavvolgersi più forte e solida di prima.
Mi è piaciuto molto, molto più di quanto potessi immaginare, essendo un libro poco sentito nominare. L' unica nota storta di questo libro è l' ultima parte, si tronca drasticamente la storia di Claudine, e si parla così all' improvviso di una certa "Annie" mai sentita prima, senza nessuna introduzione lasciando il lettore particolarmente scocciato e spiazzato. 
Si è distanti da Annie, il lettore non vuole sapere di lei, ma di Claudine, quindi leggere diventa snervante, si glissano le pagine, si legge con foga e poco interesse per arrivare alla parte succulenta, perché primo o poi si parlerà di Claudine, è lei il personaggio principale, non questa Annie sbucata da non si sa dove. Ho compreso più avanti che Annie si rincongiugesse più avanti con il personaggio di Claudine, ma una buona dose delle pagine è stata piuttosto avvilente, oserei dire. Non si butta un personaggio verso la fine di un libro così a casaccio, mi ha proprio dato un senso di fastidio, tanto da voler interrompere la lettura, ritenendola ormai superflua e priva di sentimento, perché il personaggio con cui il lettore ha costruito un legame intimo è Claudine, mentre con Annie non c'è nessun affezione particolare, ma solo assoluta freddezza.  Superata però questa fase, devo dire che il libro faticosamente si riprende, si coglie il senso di Annie e la sua esistenza, l' intenzione di Colette era quello di mettere a paragone due tipi di donne differenti, in entrambe si realizza la loro espressione di libertà ed emancipazione , ma in modo diverso. In Annie inizialmente è velato, ben celato, è sottomessa al marito, ma grazie all' incontro con Claudine si risveglia dal torpore, il loro incontro si rivela in questo senso decisivo nel suo processo di ribellione.



Post in evidenza

La signora delle camelie di Alexandre Dumas fils

Questo libro volevo leggerlo da tantissimo tempo, e stranamente l'ho trovato meno pesante di quello che credessi, in tre giorni l'h...