Padre de Trennes, professatore di cattolicesimo e castità si rivela essere ambiguo e torbido, molto più dell' amore innocente e segreto fra i due ragazzi.
In nome della religione si mira a scoraggiare e a castigare l' amore dei due giovani, ma in realtà è tutta una profonda menzogna, non lo si fa più per religione ma per invidia e gelosia. Chi vive di repressioni condanna altri alla propria repressione.
Questo romanzo sconosciuto poiché non ci sono state altre ristampe, denuncia con coraggio la chiesa e le sue ipocrisie, soprattutto quei preti che sotto le mentite spoglie di predicatori, nascondono un lato oscuro, la perversione più aberrante, quella della pedofilia. Peyrefitte non si espone, non dice più di quello che dovrebbe, ma certe scene restano nella memoria, suscitando ribrezzo e rabbia, come quella disgustosa del prete che spia morbosamente i ragazzini mentre dormono, oppure il prete sorpreso con un ragazzino in camera. Eppure, nonostante tutto, ciò che risulta peccaminoso e sacrilego dovrebbero essere due innocenti ragazzini che si amano? Questo romanzo è struggente e lascia tanto amaro in bocca, fa capire come spesso si faccia un cattivo uso delle credenze cattoliche, solo per portare avanti tacitamente le proprie abberazioni, mentre agli altri gli si potrà fare persino la morale?! Riguardo l' edizione purtroppo è molto vecchia e presenta parecchi errori, non si azzecca mai un tempo verbale, azioni finite sono spesso prolungate nel tempo. Nonostante, queste imperfezioni di traduzione, ho amato molto questo romanzo, anche se lo stile di Peyrefitte non lascia il segno, ma è solo diretto a raccontare la storia.
Ho apprezzato molto la storia e la sua rappresentazione del collegio, il modo in cui lo ha reso nauseante con il suo rigore cattolico, ha perfettamente ricostruito al lettore l' idea di stare rinchiuso dentro ad un collegio di preti, in cui la religione pervade tutto e diventa un modo di vivere quasi claustrofobico.