lunedì 26 luglio 2021

Ritratto di signora di Henry James

All' inizio il libro entusiasma con la elegante e abituale consumazione vittoriana del tè inglese, descritta in modo così raffinato, più avanti diventa sempre più dispersivo e ridondante, è come se i fili della storia diventassero una folta ragnatela su cui destreggiarsi è sempre più difficile, per l' eccesso di parole intessute da Henry James, proprio come la tela di un ragno, ma anziché attirare il lettore dissertano ogni suo vivido interesse.
Il titolo è ben riuscito e coerente "ritratto di signora" perché davvero l' unico apprezzamento e merito da fare ad Henry James è di aver costruito una protagonista femminile così ben riuscita, anche se man mano perde sempre più il suo fascino.  Sicuramente, è un autore di difficile traduzione, perché ho trovato l'edizione italiana  in mio possesso della "Newton Compton editori" con tante spiegazioni a piè di pagina, riportando la difficoltà di dare la stessa resa delle parole inglesi con quelle italiane, soprattutto nei suoi giochi di parole. Poi, la scrittura pomposa e per nulla fluida, con tanta sovrabbondanza di "che" e ripetizioni sgradevoli e in questo complice una difficoltà nella traduzione. Probabilmente, è uno scrittore che si apprezza di più in lingua originale o forse mi sono accapparata la traduzione peggiore, eppure questa sensazione l' ho avuta con altri libri di Henry James.  Aldilà delle traduzioni, ho sempre percepito nello stile di Henry James della freddezza, o comunque un tono molto perentorio, impersonale e irritante, accompagnato a delle divagazioni manieristiche e superflue ai fini della storia. Spesso, ho avuto l' impressione che, persino Henry James nell' atto di scrivere non avesse chiaro lo sviluppo della storia, come se improvvissasse ad ogni pagina, lasciasciandosi semplicemente guidare dal flusso delle parole.
È plausibile che la storia possa dipanarsi mano mano, però, può diventare eccessivamente prolissa e dispersiva, quando non si hanno delle idee precise e il lettore può facilmente stufarsi. Intendiamoci, ho letto libri anche più lunghi e complessi, però come posso dire lo stile catturava l' interesse e l'attenzione e non ne avvertivo il peso, mentre qui è diventata una lettura difficile e pesante.
Henry James ricalca la mano su descrizioni analitiche stridenti, artificiose e in alcuni casi particolarmente vuote, unendosi alla pecca di una traduzione malriuscita. Ho trovato delle espressioni anche piuttosto stravaganti che in un classico del genere stonano alquanto "come la sua onestà era pari a quella di un compasso" , espressioni da Lewis Carroll in "Alice nel paese della meraviglie" non di certo da romanzo di Henry James, sarà complice la pessima traduzione?! Poi, in questo romanzo si arriva all' apoteosi dell' antipatia verso la voce narrante, per i toni spocchiosi e saccenti, con quelle analisi psicologiche irrilevanti. E mai come in nessun altro romanzo già letto di Henry James, ho pensato prepotentemente ad ogni capitolo "E quindi?". 
Superate le 200 e passa di pagine, dopo una noia mortale sembra smuoversi qualcosa. Devo riconoscere una cosa se la narrazione l'ho trovata piuttosto opprimente, nei dialoghi è stata piuttosto efficace e tagliente. Quando i personaggi parlavano, sembravano quasi ribellarsi alla penna di Henry James fin troppo insipida e confusionaria. Nei dialoghi i personaggi prendevano effettivamente corpo e vita,  si arrivava dritti al punto, avveniva un potente scambio dialettico che dà forma ai personaggi meglio di quanto possano fare le lunghe e barbose descrizioni di Henry James sulla loro psicologia, in cui induce solo l' effetto soporifero. Probabilmente, lo avrei apprezzato di più con una traduzione migliore e se fosse stato più mirato ad una narrazione più spedita e diretta, senza troppi giri di parole e queste lunghe sospensioni narrative ingiustificate, da apparire come delle prese di tempo per l' autore per decidere come proseguire la narrazione. Già, del resto sono i personaggi stessi che abilmente spesso prendono tempo, quindi lo avrà fatto anche lui, mentre scriveva.
Nel complesso un romanzo classico valido che rappresenta una donna con dei buoni propositi di emancipazione femminile, ma ahimè nell' ottocento essere donne moderne non era facile, si poteva cadere sempre nelle insidie dell' intrigo e inganno. Poi, c'è quella eloquenza tagliente e dialettica vittoriana che tanto amo, che mi affascina sempre, come se si duellasse a suon di parole, a scambio di botta e risposta. Tuttavia, lo stile di Henry James non fa per me, non mi ha particolarmente colpito, anzi l' ho detestato.



Nessun commento:

Posta un commento

Post in evidenza

La signora delle camelie di Alexandre Dumas fils

Questo libro volevo leggerlo da tantissimo tempo, e stranamente l'ho trovato meno pesante di quello che credessi, in tre giorni l'h...