lunedì 19 settembre 2016

Pollyanna di Eleanor H. Porter

Pollyanna è un classico per ragazzi, carico di una positività formidabile.
La piccola Pollyanna è una bambina, che nonostante è rimasta orfana, riesce sempre a cogliere il lato positivo su ogni tipo di circostanza,come lo chiama appunto lei è "il gioco della felicità".
Riesce a contagiare persino la zia e tutti coloro che incontra, con questo suo modo di vedere le cose, tuttavia mi chiedo se un romanzo del genere sia ancora attuale. Per certi versi si, dopotutto una buona dose di positività, di vedere il bicchiere mezzo pieno serve a tutti, e questo romanzo così genuino e buonista, in un certo senso riesce nel suo intento, tuttavia forse è un po' troppo buonista e fuorviante, troppo lontano dalla realtà moderna che ci circonda, se ci pensiamo bene, ecco Pollyanna dà confidenze a dei perfetti sconosciuti, come il prete, oppure un altro signore che è un vicino di casa, di questi tempi vorrei tanto vedere, se un bambino si azzarderebbe a dare confidenza ad un perfetto estraneo, insomma è la regola d'oro di tutte le mamme "Non dare confidenza agli sconosciuti" oppure "Non accettare caramelle da degli sconosciuti". Sicuramente un grande classico, per il messaggio propositivo e innocente, tuttavia è forse troppo ingenuo, per dei ragazzi dei nostri tempi, che sono messi sempre in guardia sui pericoli del mondo esterno.
E un libro del genere, forse metterebbe in conflitto, quello che gli è sempre stato detto da mamma e papà. Tuttavia, questo dettaglio, lo trovo interessante, facendo un confronto tra i romanzi per ragazzi attuali e quelli vecchi, notò sempre di più questa contrapposizione di intenti, in quelli attuali c'è sempre si un messaggio positivo, ma c'è sempre un continuo mettere, in un certo senso in guardia i giovani dai pericoli nel quale possono incorrere,per esempio fidandosi di uno sconosciuto per esempio in "Coraline" di Neil Gaiman "La città incantata al di là delle nebbie"di Sachiko Kashiwaba, "Doll bones" di Holly black, mentre invece i vecchi romanzi parlano di una bontà utopistica,in cui tutti sono altruisti e predisposti verso gli altri, come "Cuore" di De Amicis che ho appunto odiato per questo, che rispetto a Pollyanna, ha anche una visione forse fin troppo irrealistica della realtà.Poi probabilmente a quei tempi, forse la povertà portava ad essere più buoni verso gli altri, ma da quello che ci narra Victor Hugo nei "Miserabili" non è sempre così, ma ovviamente quello non è un romanzo per giovani ragazzi, eppure io trovo che per appassionare i giovani alla lettura non occorra troppo discostarsi dalla realtà, altrimenti si finisce per fare un buco nell'acqua,dato che una narrazione troppo distante dalla realtà. dove non ci sia nessun cattivo, nessuno che faccia qualche torto a qualcuno, sia anche se vogliamo troppo noiosa e irrealistica. Pollyanna devo ammettere, che senza cattivi, seguendo quella linea da buonismo, che deforma la realtà, riesce comunque a coinvolgere il lettore. 

Un momento particolare ed emozionante, sta appunto nel finale, nella quale c'è un ottimo messaggio di rivincita e di non perdersi mai d'animo, nonostante la vita, a volte ci fa il gran torto di farci cadere.

Un'altra cosa, che ho colto dal finale del libro, è quello che una persona che attraversa un momento no, un momento difficile non va lasciata mai da sola, va sempre sostenuta e incoraggiata.
Dei messaggi, per così dire anche maturi, in un libro per bambini, che analizzato per bene, insegna tante cose, sia ai grandi che ai più piccini. 

Dopo questa lettura mi sono sentita, per così dire rinata, con uno stato d'animo più leggero e spensierato, come se tutti i miei problemi fino in fondo, avessero una soluzione, e che l'avrei sicuramente trovata in un modo o nell'altro, come Pollyanna., o che comunque i miei problemi al confronto, rispetto quello che la protagonista avesse dovuto affrontare, non erano niente di così grave, da essere vissuti con così tanto pessimismo da parte mia. Un libro che dà la carica,che se si attraversa un periodo no, va assolutamente letto, e che non è necessariamente per bambini,dato che la genuinità del pensiero di Pollyanna, credo che un minimo vada mantenuto anche in età avanzata, per prendere la vita anche con più leggerezza, dato che ci pensa già da sola la vita a renderci difficili le cose, e se ci mettiamo pure ad essere pessimisti e a vedere tutto grigio, non si va da nessuna parte. Ma d'altra parte è anche un libro ottimo per ragazzi, anche se secondo me, non va del tutto preso alla lettera, dato che "la pedofilia" nel mondo di Pollyanna non esiste, ma purtroppo nella realtà è una piaga a cui bisogna sempre stare attenti.


 


Pretty baby di William Harrison


"Pretty baby" di William Harrison, scommetto che di questo libro non avete mai sentito parlare in vita vostra, bè neanche io, se la mia amica non lo avesse preso tra le sue mani e me lo avesse dato dicendo "Secondo me questo libro potrebbe piacerti!, ovviamente una delle risorse del Signor Tramonte, di cui vi ho accennato nel post precedente.In effetti dalla copertina, mi ha subito attratto, la bambina sulla copertina, ha un non so chè di gotico e vittoriano, ed io ho una vera passione per questi due elementi. A me ricorda appunto "Cossette no shouzou", voi probabilmente non sapete di cosa io stia parlando, bene è un anime e manga, con molti richiami allo stile di "Edgar allan Poe". Forse sto straparlando, perdendo il filo del discorso, oppure no, credo sia anche interessante, capire come la nostra mente ci porti a fare determinate scelte letterarie, come appunto una copertina abbia appunto il potere di influenzarci nella scelta di un libro, e che cosa ci ricorda quella determinata copertina. A me ricorda appunto quell' anime e manga, di cui ho riportato un immagine sotto. 

Ma ovviamente la copertina è stato si un ottimo incentivo, ma non determinante.           



Passiamo alla trama di questo libro:
Ambientazione: New Orleans nel 1917, quindi non c'era in fin dei conti nulla di vittoriano. E' la storia di una bambina Violet, nata in un bordello, perchè la madre fa la prostituta, e di un fotografo che scatta foto alle prostitute di questo bordello, ed è appunto una storia vera. Il fotografo vede crescere la piccola Violet, in quel mondo di depravazione e finisce per innamorarsene, nonostante la differenza di età. Ricorda un pò "Lolita" di Nabakov, eppure appare una versione meno espressiva e passionale. Per quanto i temi che si affrontino risultano forti e delicati, come la prostituzione minorile e la
pedofilia, intesa come amore vero e proprio, spingendoci anche a mettere in discussione i nostri preconcetti di cosa è bene e di cosa e male, la storia risulta inefficace, noiosa,e forse un tantino scontata. Violet risulta essere una bambina sfrontata, ma per certi versi anche apatica, nel                     suo modo di esprimersi, non si percepisce un reale interesse per il fotografo, ma sembra solo il sentimento capriccioso e infantile di una bambina, che vuole solo giocare a fare la donna sposata e innamorata. Del resto, la mancanza di un vero sentimento da parte di Violet per il fotografo, potrebbe essere sensata: è soltanto una quattordicenne immatura, e si sa che in quell'età l'amore viene visto più come un gioco infantile. Ma un'altra spiegazione plausibile, è che  dagli insegnamenti di "Hattie" sua madre, lei percepisce l'amore solo come uno strumento per fuggire dal mondo della prostituzione. Tuttavia non è solo l'amore di Violet ad apparire poco efficace, ma anche quello di Bellocq, il fotografo, per quanto sia chiaro che ami la protagonista, c'è sempre qualcosa che stona, non è un
 amore forte, coinvolgente, è un amore piatto, privo di spessore, quasi egoistico, di un uomo che è solo, e che per sentirsi meno solo, si accontenta della compagnia e del finto amore di una bambina.
Dato che è una storia vera, forse è anche più amara e più cruda, meno passionale  e travolgente di "Lolita"di Nabakov o di "Leon" con Mathilda, nel celebre film di Luc Besson.
Deludente come pochi, poca circospezione, e alle volte anche forzata e innaturale, non c'era un  personaggio nella quale ci si riusciva ad immedesimare,e per il quale io sia riuscita a provare un qualche coinvolgimento emotivo, le pagine scorrevano senza emozione, nessun interesse verso i personaggi, continuavo a leggere solo per capire dove volesse andare a parare, quale fosse il messaggio che lo scrittore volesse trasmettere, e in un certo senso l'ho intuito, lui voleva solo mostrare con estrema realismo il mondo della prostituzione a New Orleans nel 1917, non aveva altri intenti o scopi, non gli importava di rappresentare o scovare più in là sulle emozioni dei personaggi, voleva solo fare appunto una fotografia sulla prostituzione, come il fotografo Bellocq, senza giudizio alcuno, e senza troppi fronzoli, però la lettura a parer mio, in questo modo è apparsa troppo piatta e apatica. E se potessi fare un confronto, su un libro di questo genere, bè potrei fare riferimento a "Nana" di Emilie Zola, con ambientazioni diverse e in un certo senso la trama è anche ben più diversa, hanno in comune però il realismo crudo, con il quale la storia viene narrata, ma in questo senso Zola è un maestro del naturalismo francese, che non ha niente con cui spartire con il ben poco noto "Williams Harrison" del resto gli americani, possono vantare ben pochi scrittori di talento come "Ernest Hermingway". E' stato fatto anche un film tratto da questo libro, paradossalmente ho trovato il film più efficace, gli attori appaiono più espressivi, dei personaggi su inchiostro, cosa alquanto bizzarra e rara, dato che di solito si sa il libro è quasi sempre migliore, della trasposizione cinematografica. Ma non in questo caso! Per quanto qualche scena venga per così dire tralasciata nel film, anche qualche scena significativa, come per esempio la tragica fine del fotografo, alla quale non si accenna affatto nel film, o altre scene, o battute cambiate, forse perchè apparivano troppo forti e scabrose, dato che si trattava di un personaggio pur sempre minorenne, alla fine il film, con la modesta bravura degli attori riesce a regalare un'emozione in più, rispetto agli automi  e automatismi del libro, in cui tutto accade perchè deve accadere, come se tutto fosse inevitabile, e non ci sia dietro una volontà o un emozione umana.







                                           

                                                              


Qui inizia l'avventura in questo blog, era da un po' di tempo che ci pensavo, ,perchè non creare una pagina di recensioni sui libri che leggo, e che leggerò, dato che di molti di essi, non esistono neanche recensioni. Rendere la mia passione per la lettura a servizio di tutti, di altri lettori, che incappano in libri anche meno conosciuti. Io in questo senso godo di un'ottima risorsa libraia:

https://www.facebook.com/Biblioteca-Privata-Itinerante-Pietro-Tramonte-1449483838664141/

Mi sento in dovere di fargli anche un pochino di pubblicità, a quel tenero vecchietto, che su una piazzetta di Palermo, mette a disposizione libri di tutti i generi a servizio di tutti,semplicemente mediante un baratto di libri.

Quante volte ci siamo detti "Questo libro, non fa proprio per me!" e ci siamo sforzati di leggerlo, ma niente, ed ecco io porto i libri che non mi sono piaciuti o che non sono riuscita a terminare perchè non adatti ai miei gusti, a questo simpatico e gentile vecchietto, per poterne scovare altri molto più interessanti in mezzo a quegli scaffali a cielo aperto, e si trovano titoli di tutti i generi, anche libri ormai introvabili.


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