venerdì 30 dicembre 2022

Il macellaio di Alina Reyes

Romanzo breve, erotico onirico francese, che all' inizio ha il suo perché, ha delle parti scritte bene, anche pseudo riflessive, e poi ci sono le descrizioni grottesche e orripilanti della macelleria che suscitano il voltastomaco. Poi l' esplosione di un disperato, insaziabile e incomprensibile erotismo, verso il macellaio indecente e disgustoso, ma giunti quasi verso la fine diventa un vero e proprio delirio. 
Non so di cosa si sia fatta la scrittrice, ma doveva essere roba forte.

In sovracopertina: Otto Dix "Macellai", 1920.

giovedì 29 dicembre 2022

Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson

Non sono per le saghe, ma, questo libro mi ha tentato per via dei temi sensibili e delicati che vengono comunque pressomodo raccontati, si parla di "violenza sulle donne", e così avendo già visto i film svedesi e quel rifacimento americano che non mi aveva del tutto soddisfatto, eccomi a leggere il libro. 
Devo ammettere che come caratterizzazione dei personaggi, il libro è molto più approfondito e accurato e se vogliamo ha anche una piega tenera e romantica, Stieg Larsson ci racconta un aspetto diverso e inedito di Lisbeth che nei film non emerge quasi mai, se non in maniera del tutto forzata. 
Il libro a mio modesto parere, non ha una prosa distintiva che brilla per originalità, 
è molto anonima , ma bisogna anche considerare che è un libro thriller/ giallo fiction di intrattenimento focalizzato molto sugli avvenimenti. 
Inoltre, Larsson non mi pare fosse un vero e proprio scrittore, nasceva come giornalista, e in effetti, Il protagonista appare un po' come un suo alter ego per molti aspetti della sua vita privata. 
Quando Larsson si cimenta nelle descrizioni è un vero disastro, si  focalizza su aspetti poco esaltanti e interessanti, come l' arredamento dei mobili dell' Ikea, insomma nulla di poetico solo tanta noia superflua di cui si  poteva fare a meno. 
Diciamo che non aggiunge molto il libro rispetto ai film , però fornisce un quadro più nitido e completo delle vicende e dei personaggi, e dona anche maggiormente un effetto suspence e di sorpresa cosa che nel film americano per esempio risultava carente: Lo spettatore scopre praticamente gli indizi sul momento in cui il protagonista è già in azione, o comunque è lui a chiarire allo spettatore attraverso l' espediente delle azioni cosa ha scoperto e sta accadendo, cosa che fa perdere un po' il senso del giallo e del mistero. 
Poi, ovviamente ci sono delle pecche che di per sé si presentano anche nel libro.
Si sottolinea spesso che l' assassino citasse le scritture, ma da conoscere veramente dei passi scrupolosi e approfonditi della bibbia e commettesse gli omicidi con questo collegamento religioso, ma poi, questa pista e il senso di questa considerazione si va a perdere completamente. 
Stieg Larsson non si voleva inimicare gli esaltati religiosi?! Aveva forse già troppi nemici antisemiti e di estrema destra?! Devo dire che per molti aspetti ho trovato più interessante, leggere sulla sua vita e sulla diatriba giudiziaria della sua convivente assidua contro i familiari di Larsson, per la successione testamentaria dopo la sua morte, rispetto al libro in sé.  Tuttavia, è un libro che ha lasciato il segno nell' immaginario collettivo per quella famosa scena di Lisbeth che si vendica del suo aguzzino, e che nonostante sia una storia narrativa come dire di intrattenimento, spedita e immediata riesce comunque a trattare dei temi seri, e a toccare il cuore del lettore. 
Appassiona e coinvolge quando ovviamente Stieg Larsson non si perde nelle sue congetture ingannevoli, come quelle sulla Bibbia, oppure, quando ti descrive per filo e per segno come si svolge per esempio una riunione nel consiglio di Millennium per decidere sul destino della rivista e come vengono tipo ripartiti i soldi fra gli investitori e responsabili. 
E il lettore medio spontaneamente pensa
 " Insomma, Larsson non sono il tuo fottuto commercialista contabile non me ne frega niente! Andiamo avanti, te ne prego!". 
Da qui si intuisce che Larsson ne sa che è stato veramente gestore di una rivista, ma ai fini della trama, mi domando a cosa serve?! Assolutamente a niente, solo a fare chiudere le palpebre al lettore, o a fargli venire la tentazione di compiere l' inaudito per un lettore forte, ovvero il fantomatico salto della pagina. Insomma, anche meno dettagliato, e avrei apprezzato di più.
Poi, alcuni pensieri dei personaggi appaiono un po' sciocchi, da caricatura fumettesca e nei film ricorre il tentativo di omettere o di cambiare alcune dinamiche nelle vicende forse per dargli un aspetto più verosimile e credibile. 
Comunque, nonostante la mia iper-criticità, devo dire che l' ho trovata una lettura gradevole , uno di quei libri che ha il potere di catturarti e coinvolgerti perché vuoi comunque sapere come andrà a finire, e nel romanzo anche la storia sentimentale tra i protagonisti in fondo ti appassiona.
 La Lisbeth del romanzo è molto più coinvolgente e interessante, perché sotto  la corazza che indossa dimostra anche di poter essere tenera, e di possedere delle  debolezze e fragilità, e poi diciamo che con l' incontro con il protagonista subisce anche delle evoluzioni, mette in discussione sé stessa, facendo intuire che alla fine, sono anche le persone che incontriamo nel cammino che ci formano e determinano chi siamo, e il nostro modo di interagire con il mondo e gli altri. 
Sto già con il secondo libro fra le mani, e noto che è anche un libro per così dire di formazione su Lisbeth, cosa che nei film veniva a mancare.

giovedì 22 dicembre 2022

La culla vuota di Mary Higgins Clark

Leggendo questo libro ho avuto come la sensazione di non averlo mai effettivamente iniziato, come posso spiegare il livello di piattezza di un libro che sembra non essere mai cominciato e non essersi mai effettivamente concluso. 
Privo di suspense, conosci già il killer dall' inizio del romanzo, e quindi, semplicemente prosegui la lettura nella speranza di scoprire il movente, ma anche quello appare nebuloso e poco credibile.
Poi, anche tutte le dinamiche di indagine, non esiste una vera e propria indagine poliziesca, ora nonché io sia un'esperta di romanzi gialli e thriller, ma quei pochi che ho letto seguivano una logica e un senso, mentre questo sembra uno di quei film americani a basso budget in cui ci mettiamo anche una storia d'amore tra i protagonisti, per colmare i vuoti, o meglio per tappare gli enormi buchi della trama.
Poi non so, ho ritenuto questo libro anche un po' troppo pseudo cristiano/ cattolico e offensivo nei confronti della scienza e medicina, come quasi volto a screditare i medici o il fatto della ricerca scientifica, affinché le donne possano concepire figli in vitro.
La dinamica del dottore pazzo che fa avere dei figli a donne sterili con l' inganno non aveva veramente senso, o che le uccidesse senza neanche un vero e proprio schema, perché avevano scoperto il suo gioco losco. 
Un dottore che fa una cosa del genere non lo si può considerare cattivo a tutti gli effetti, perché sta facendo qualcosa per il bene delle donne, certo ovviamente è giusto che prestino il proprio consenso, ma io penso che una donna sterile lo avrebbe fatto, piuttosto che ricorrere ad un' adozione; quindi, veramente tutto questo inganno poteva benissimo essere evitato, anche se, magari, all' epoca del libro tutto ciò fosse stato illegale, io penso che una donna per raggiungere la propria maternità si sarebbe comunque prestata. 
Tuttavia, credo che il problema di fondo sia il pensiero cattolico dell' autrice, essendo fermamente cattolica, perché Dio viene citato non so quante volte in questo libro, con preghiere e vari riferimenti, e quindi è evidente che la scrittrice sia contro la manipolazione della vita, perché deve essere tipo volere di Dio. 
E sinceramente, è un giallo o un libro per dire, che sei contro la fecondazione in vitro, e indottrinare le persone con il tuo pensiero clericale?! 
Odio i libri che prendono questa scia, in cui Dio viene inserito così a casaccio. 
Non sono credente e quindi, ritrovarmi infinocchiata, dentro un libro che dovrebbe essere un thriller / giallo, e invece mi spuntano riferimenti biblici e cattolici in cui si delinea la linea di pensiero credente della scrittrice, così rigida e chiusa oserei dire, mi fa saltare i nervi, perché mi sento presa in giro. 
Se volevo leggere qualcosa di cattolico, prendevo la Bibbia o il vangelo, o comunque, sono io che decido cosa diavolo voglio leggere! Non sei tu a prendere il lettore e a convincerlo a leggere un libro, facendogli credere che sia un giallo / thriller e poi in realtà ci metti tutt'altro. 
Poi, quel poveraccio di lettore si ritrova a leggere il pensiero irritante e bigotto di una cattolica puritana del cappero, che vorrebbe solo mandare a quel paese, quando invece potevi fare un libro alla Nicolas Park ed eravamo tutti più contenti, così se lo leggevano consensualmente soltanto i cattolici pseudo romantici. 
Comunque , a parte questo la totale mancanza di introspezione, un cattivo così poco coinvolgente e i protagonisti ancora peggio. 
Un libro così piatto da non poter neanche dire che sia effettivamente brutto, ma veramente inconsistente.

martedì 13 dicembre 2022

Schiava di mio marito di Tehmina Durrani

È una lettura densa, a tratti un po' dispersiva, ma è una storia vera che valga veramente la pena di leggere, per tutte le donne oppresse, islamiche e non. 
Può essere anche di grande aiuto per capire tutte le dinamiche distorte che si innescano in un rapporto coniugale patriarcale e non del tutto paritario. 
La storia di Tehmina è pesante, difficile da digerire, perché ci mette nelle condizioni di svelare un mondo chiuso e a sé stante, in cui l' uomo resta ancora padrone della donna, in nome opportunistico di una religione, su cui neanche crede.
Si sfrutta e reinterpreta il Corano secondo la propria convenienza, è sempre stato fatto così e si continua ad agire in questa maniera. Mi è piaciuto molto questo libro, perché nonostante gli enormi capitomboli della protagonista, si capisce in fondo la ragione profonda per cui ritornasse sempre da quel marito violento e tanto disprezzato, dopotutto,  Tehmina spiega accuratamente le dinamiche della società pakistana, in cui si scoraggia il divorzio, soprattutto se è la donna a volerlo. Si innesca un meccanismo distorto, per cui è la stessa famiglia d'origine a tener legata la donna al proprio aguzzino, per non suscitare scandali, o perché Allah non vuole. Anche se, dettagliata nella sua amarezza, questa storia ha un lieto fine, è una storia di coraggio e rivincita personale di una donna  contro un uomo possessivo e manipolatore, o meglio contro un intero sistema feudale arretrato.

venerdì 9 dicembre 2022

Le assaggiatrici di Rosella Postorino

Donne che assaggiavano il cibo del Fuhrer, per assicurarsi che non fosse avvelenato.
Quello che mi preme dire è che se alla base c'è un fondo di veridicità storica non è che una storia o un romanzo sia necessariamente da prendere e apprezzare come oro colato, perché alla fine c'è una rivisitazione, una storpiatura sulla storia  vera, che può piacere e non piacere. Potrebbe addirittura non piacere semplicemente il modo di scrivere e di raccontare la storia, anche se viene riportata per filo e per segno nella sua autenticità, ma non è comunque questo il caso. 
Non è una storia di base brutta, ma il punto il problema cruciale di questo libro è l' eccessiva somiglianza e brutta copia del "racconto dell' ancella", anche se quello è un racconto di fantasia, con ovviamente trame anche divergenti, purtroppo per tutto il romanzo nello stile e nel modo di raccontare mi sembrava di avere questo effetto sgradevole di dejavu, come di qualcosa di già letto e sorpassato. Comunque, un'altra considerazione voglio farla, pensavo peggio, credevo che questo libro mi avrebbe annoiato da morire, e che addirittura non sarei mai riuscita a finirlo di leggere, ma, invece tutto sommato è stato così ben confezionato e infiocchettato da poter risultare tutto sommato scorrevole, e studiato apposta per spingerti a continuarlo. 
Dopotutto, intendiamoci la relazione tra la protagonista e il colonnello nazista ha soltanto uno scopo Harmony di stuzzicare l'appetito delle lettrici con qualche dettaglio hot, ma di per sé non aveva altri scopi che questi. Per il resto, se non qualche marginale narrazione storica, riportata a strascichi non c'è nessun degno resoconto storico in questo libro, che dovrebbe spingere la gente a leggerlo.  
E quindi, alla fine si indugia nella vacuità e nella noia...e non si vuole neanche sfociare in una storia d'amore, si vogliono raccontare i dolori della guerra, ma a piccole dosi, e io mi chiedo perché? Perché non indugiare, perché non rafforzare la dose? E perché dovremmo leggere un libro del genere, quando ne esistono moltissimi altri che ne parlino meglio e con maggiore serietà, di cosa realmente sia stata la guerra. Per carità, forse, si apprezza il voler porre l' accento su un altro tema, cioè guardare il nazismo con gli occhi dei tedeschi e capire che non tutti, erano poi in verità nazisti, ma in un certo qual modo costretti, manipolati e ingabbiati dal regime, ma, davvero c'era bisogno di questo libro per ribadire un' ovvietà come questa?

 

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