venerdì 9 dicembre 2022

Le assaggiatrici di Rosella Postorino

Donne che assaggiavano il cibo del Fuhrer, per assicurarsi che non fosse avvelenato.
Quello che mi preme dire è che se alla base c'è un fondo di veridicità storica non è che una storia o un romanzo sia necessariamente da prendere e apprezzare come oro colato, perché alla fine c'è una rivisitazione, una storpiatura sulla storia  vera, che può piacere e non piacere. Potrebbe addirittura non piacere semplicemente il modo di scrivere e di raccontare la storia, anche se viene riportata per filo e per segno nella sua autenticità, ma non è comunque questo il caso. 
Non è una storia di base brutta, ma il punto il problema cruciale di questo libro è l' eccessiva somiglianza e brutta copia del "racconto dell' ancella", anche se quello è un racconto di fantasia, con ovviamente trame anche divergenti, purtroppo per tutto il romanzo nello stile e nel modo di raccontare mi sembrava di avere questo effetto sgradevole di dejavu, come di qualcosa di già letto e sorpassato. Comunque, un'altra considerazione voglio farla, pensavo peggio, credevo che questo libro mi avrebbe annoiato da morire, e che addirittura non sarei mai riuscita a finirlo di leggere, ma, invece tutto sommato è stato così ben confezionato e infiocchettato da poter risultare tutto sommato scorrevole, e studiato apposta per spingerti a continuarlo. 
Dopotutto, intendiamoci la relazione tra la protagonista e il colonnello nazista ha soltanto uno scopo Harmony di stuzzicare l'appetito delle lettrici con qualche dettaglio hot, ma di per sé non aveva altri scopi che questi. Per il resto, se non qualche marginale narrazione storica, riportata a strascichi non c'è nessun degno resoconto storico in questo libro, che dovrebbe spingere la gente a leggerlo.  
E quindi, alla fine si indugia nella vacuità e nella noia...e non si vuole neanche sfociare in una storia d'amore, si vogliono raccontare i dolori della guerra, ma a piccole dosi, e io mi chiedo perché? Perché non indugiare, perché non rafforzare la dose? E perché dovremmo leggere un libro del genere, quando ne esistono moltissimi altri che ne parlino meglio e con maggiore serietà, di cosa realmente sia stata la guerra. Per carità, forse, si apprezza il voler porre l' accento su un altro tema, cioè guardare il nazismo con gli occhi dei tedeschi e capire che non tutti, erano poi in verità nazisti, ma in un certo qual modo costretti, manipolati e ingabbiati dal regime, ma, davvero c'era bisogno di questo libro per ribadire un' ovvietà come questa?

 

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