Hwang Sok-Yong li ha vissuti sulla stessa pelle quei momenti tragici e devastanti, quindi, riesce perfettamente a ricostruire e a delineare la storia di una guerra, che ha diviso la Corea da almeno cinquant'anni. Questo romanzo ci appare sfortunatamente attualissimo, a causa del periodo che stiamo vivendo.
Mi è piaciuto molto, perché
Hwang Sok-Yong non risparmia nessuno, in tutta la sua crudezza e atrocità, ci fa capire che le ideologie, la religione e gli interessi non portano altro che morte e distruzione fra gli uomini.
Alla fine, non esiste più nulla di giusto e sbagliato di fronte la guerra, e questo scrittore a cuore aperto lo ribadisce più volte. Molto spesso non si capisce chi uccida chi, ma in fondo, questa confusione è chiaramente voluta perché gli assassini in una guerra diventano tutti, contro tutti. Coreani che prima si scambiavano i saluti e le cortesie del buon vicinato, dopo finiscono per trucidarsi tra loro, in nome di un ideologia differente, dicevano in nome del bene comune, e chi in nome di una religione cristiana e altri shintoista. Tuttavia, in nome di qualsiasi religione, interesse o ideologia hanno tutti prodotto lo stesso medesimo risultato, la violenza, lo strupro e lo sterminio di quasi un' intera popolazione. Questo libro è agghiacciante, offre delle immagini molto forti e scioccanti, che scuotono ripetutamente la sensibilità del lettore.
Hwang Sok-Yong non ci risparmia assolutamente nulla, ci mostra la crudeltà disumana e innacettabile della guerra in tutte le sue aberranti sfaccettature.
Certe immagini di efferata violenza, non me le toglierò più dalla testa, sono rimasta scolpite indelebilmente nella mia mente. Un libro da leggere assolutamente, ora più che mai, perché in qualsiasi parte del mondo siamo, la guerra non cambia, ovunque scoppia e per qualsiasi motivo esploda porta solo morte e distruzione. Nessuna ragione sarà mai abbastanza valida e sufficiente per giustificare le atrocità di una guerra.
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