martedì 7 febbraio 2017

Adel di Nives Mies

Prima della graphic novel "il blu è un colore caldo"  c'era questa storia probabilmente meno altisonante e famosa, sarà che non ci hanno fatto un film, sarà che cercando da internet non si trova molto su questo libro, e così ho deciso di scrivere qualcosa io.
E' la storia di una ragazza inglese, che decide di frequentare l'università di lettere in Italia, data la sua passione per il rinascimento e per letteratura italiana tra cui Dante e non perde mai occasione di citarlo. A parte qualche orrore nelle citazioni letterarie e poetiche, tipo "Pirandello la ginestra" . No, non è Pirandello, che diamine, l'autrice ha fatto un po' di confusione, si tratta di Leopardi.
Avevo infatti storto già un po' il naso a quella citazione del tutto inappropriata.
Però a parte questo il libro, si presenta piacevole, solo in alcuni tratti forse un po' noioso, ma scorrevole e piacevole nella sua semplicità.
Questa ragazza, Adel, che non è appunto quella di "il blu è un colore caldo" anche perchè tra l'altro non si chiama neanche Adel nella graphic novel, non so perchè nel film abbiano deciso di cambiargli il nome in Adel forse perchè suonava meglio. Comunque questa ragazza inglese di nome Adel conosce una ragazza italiana, di nome Dalia,nasce così una storia d'amicizia, che va al di là della semplice amicizia, molto più profonda, ma Adel  rimane del tutto spiazzata, per lei l'amore è solo etero, non ha mai pensato di potersi innamorare di una donna, e si sente stordita e confusa da queste nuove emozioni, e così nascono le varie incomprensioni, i momenti mancati e le parole non dette tra le due. Quello che mi ha stupito di più, è stata la leggerezza con la quale l'autrice riesce ad esprimersi, io ogni volta che scrivo ahimè finisco per fare delle frasi troppo articolate e complicate, mentre lei con questa leggerezza e semplicità riesce comunque ad esprimere tutto quello che è necessario, non si perde e  non si dilunga in quello che scrive. Dato che essere troppo prolissi, non è sempre una buona cosa, si corre spesso il rischio di annoiare il lettore, di perdere il senso della storia o di incappare in una qualche noiosa ripetizione. Nives Mies no, riesce bene nell'intento,riuscendo comunque a non tralasciare niente,anzi riesce a dare molta espressività nei suoi personaggi, a dargli una caratterizzazione così efficace, da farli apparire reali con tutte le loro debolezze e imperfezioni.
Inoltre nel leggere la storia ci si sente catapultati in Italia, forse non proprio a Firenze, ma in Italia, in generale, a volte io mi immaginavo le strade di Palermo, non chiedetemi perchè, forse la nostalgia e la mancanza di casa, o forse per le impressioni e negative della protagonista  all' università italiana, io pensavo alle mie vecchie e brutte esperienze all'università di Palermo, anche perchè in quella di Padova che ho frequentato seppur per poco tempo, mi aveva comunque fatto una bella impressione.
Inutile dire, che la copertina ha fatto la sua buona parte, per attirare la mia attenzione. Mi sono detta "Ma c'è Kaori di City Hunter, cazzarola allora devo prenderlo!". Si, i disegni sulla copertina ricordano molto lo stile dei manga, forse l'autrice deve essere una sfegatata otaku,
Ringrazio ancora Pietro Tramonte che mi ha permesso di leggere questo libro, è solo grazie a lui che sono incappata nella lettura di questo sconosciuto libro, solo grazie alla sua biblioteca privata itinerante ho letto questi libri meno noti ai più.







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