lunedì 27 aprile 2020

L'annusatrice di libri di Desy Icardi

Una lettura carina, forse tra le più piacevoli  e ben scritte tra gli ebook gratuiti resi disponibili durante questa quarantena. Ho apprezzato molto l'idea di rendere questa lettura fruibile. La storia parla di Adelina, una ragazza di quattordici anni che ha difficoltà a leggere, non risulta chiaro inizialmente se sia per un problema di vista, verrà svelato più avanti il motivo,nel corso della narrazione. Inizialmente pensavo fosse un espediente per parlare di "dislessia", ma mi ero sbagliata.  Comunque, non potendo leggere con gli occhi, la nostra protagonista riesce a trovare un modo unico e originale per poter leggere i libri, attraverso l' olfatto. Io che adoro annusare i libri sia quelli nuovi che vecchi, non potevo fare a meno di leggere questo libro.  Mi ha ricordato un po' "profumo" di Patrick Suskind quando descrive gli odori dei libri, per la loro accurata descrizione.  Di per sé la storia non mi ha entusiasmato particolarmente, andando avanti con le pagine, mi aspettavo che dal manoscritto di "Voynich" si sarebbe scoperto qualcosa di particolare e significativo,  e dei retroscena differenti anche sul problema della protagonista con la lettura, infatti ad un certo punto la mia attenzione si è più calamitata sulle vicende della zia e sul suo processo di cambiamento.Cio' che ho  più apprezzato di questo romanzo sono state le continue citazioni e richiami ad altri libri, che attraverso il naso di Adelina si diffondevano sovrapponendosi a questa storia. È un romanzo d'amore sulla lettura, che può apprezzare solo chi ama leggere e che può fungere da incoraggiamento per chi si vuole avvicinare alla lettura.

La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne

Uno di quei libri che non ha nulla a cui spartire con la versione cinematografica. Il libro è più bello? In realtà, non saprei dire. Sicuramente il film ha qualcosa in più del libro appare meno freddo, ha una narrazione più romanzata per attrarre lo spettatore. Nel libro non si parla mai di come Esther Prynne e Dimmesdale si siano conosciuti e lasciati travolgere dalla passione, per Hawthorne questi dettagli che potevano rafforzare l'interesse del lettore verso la storia, sono irrilevanti.  Quello che più preme ad Hawthorne è ridicolizzare il puritanesimo e la superstizione. Ma gli espedienti dello scrittore, si rivelano essere troppo prolissi e conditi di una retorica forse un po' troppo petulante. 
Mi aspettavo sinceramente qualcosa di più, una scrittura più avvolgente, mi aspettavo un approfondimento maggiore nel rapporto tra i due protagonisti, sull' amore che li ha spinti a commettere il cosiddetto "peccato di lussuria", ma tutto questo viene taciuto.
Speravo anche in qualcosa di più sulle streghe, io adoro questo argomento nei libri , sulle sospette streghe nei periodi del puritanesimo e della santa  inquisizione, ma non c'è neanche molto in questo senso. Delude un po' le aspettative, ma nel complesso si rivela essere una lettura piacevole e meritevole di essere annoverata tra i classici da leggere, per la morale e il significato che suggerisce il romanzo, anche se a mio parere ha una narrazione troppo calcolata, ricca di dettagli irrilevanti su personaggi secondari di cui si poteva anche fare a meno, mentre sui personaggi principali si spiega poco sul loro amore, ma si parla persistentemente del loro peccato di passione, che sarebbe stato a parere mio più giustificato se si fosse data più enfasi a questa narrazione. Si critica il bigottismo e il puritanesimo, ma questa critica sarebbe stata più efficace se si fosse posta un' attenzione maggiore ai sentimenti dei protagonisti, più che alle conseguenze del gesto  peccaminoso e della loro castigazione da parte della società puritana e perbenista. Poi sul finale sfocia e culmina in dramma e tragedia che si poteva benissimo evitare.

giovedì 23 aprile 2020

Dopo il Covid 19 di Leonardo Caffo punti per una discussione.

Saggio sulla questione attuale da Covid 19, sul filoseggiante andante, ma senza sofismi troppo articolati, insomma comprensibile ed elementare per chi di filosofia non ha mai letto nulla. A mio parere, non è un libro spiacevole, anzi abbastanza Interessante e mi ha offerto degli ottimi spunti di riflessione sulla questione futura, ovviamente non è un libro che offra chissà quali grandi rivelazioni molto probabilmente sono tematiche più volte ribadite e discusse in ambito filosofico, probabilmente Caffo non parla e non illustra niente di nuovo, semplicemente forse avvicina la filosofia alla gente comune, rimuovendo  lo scoglio difficoltoso del linguaggio retorico, che ho sempre faticato a seguire nei saggi filosofici, che mi hanno sempre fatto abbondonare ogni tentativo di provare a leggere Nietzsche e altri saggi  famosi. 
Come lettura per chi si vuole avvicinare a qualcosa di simile alla filosofia, ma non vuole comunque toccarla con mano o per chi semplicemente vuole riflettere un po' sulla questione attuale da Covid 19, si rivela essere un buon libro, che merita di essere letto. Poi non so, forse per i grandi  conoscitori ed estimatori di filosofia pura, potrebbe risultare nulla di che', potrebbe rivelarsi ripetitivo, ribadendo dei concetti filosofici già conosciuti e supportati da altri filosofi.

L'amore ai tempi del covid 19 di Antonio Manzini

È un libro attuale, che stranamente narra la storia al passato e ho pensato fosse una scelta voluta dall' autore per trasmettere un messaggio positivo  che il covid 19 passerà come altre epidemie affrontate nel passato, però sul finale si perde parlando al presente dell' eventuale futuro della condizione del Covid 19, è questo mi è parso un no-sense. Altra difficoltà riscontrata è stata sulla valutazione di questo libro di per sé molto breve, ho dato un tre stelle su "goodreads" perché l' ho ritenuta una lettura piacevole e originale sull'argomento, ma non è una lettura che vale di per sé "3 stelle", se rapportata ad altro genere di letture impegnative. Io credo che, per valutare nel modo adeguato un libro sia importante anche discostare quel tipo di lettura da altro genere di letture, accostandolo al genere di appartenenza e al livello narrativo corrispondente, considerando se è una lettura breve o corposa. Questo libro sintetizza perfettamente cosa è accaduto in Italia con lo sviluppo della pandemia e racconta frammentari specchi di vita di italiani "agli arresti domiciliari" a causa del virus. Strappa su alcuni punti anche qualche risata e ripercorre tutte le bufale circondate in rete sul virus e tutto ciò che è accaduto e sta continuando ad accadere con la quarantena. Gli unici elementi che mi sono parsi una forzatura, sono stati:la storia dell' uomo di famiglia che si suicida con il phon sulla vasca da bagno; un' indagine polizesca molto breve e insignificante, come se si volesse sviluppare un giallo all' interno di un romanzo attuale, ma poi si abbia deciso di stroncare la cosa sul nascere. A questo punto perché non  rimuoverla del tutto?!  Perché non approfondire sprazzi di vita quotidiana sulla quarantena, o su tutte le stupidate circolate su Internet sul virus sdoganandole del tutto, ampliando e argomentando, sarebbe stato di sicuro più interessante. Poi la rotta finale ingenua e perbenista, gli italiani miglioreranno dopo il virus, certo come no credici! Non crederanno più alle stronzate su internet e il mondo sarà un posto migliore, certo come no, diventeremo tutti con più sale in zucca dopo il virus, con più neuroni! Il punto che c'è ancora gente che purtroppo continua a sostenere teorie complottistiche di vario genere, e chi continua a credere che in Cina stavano facendo degli esperimenti e in laboratorio sia sfuggito qualcosa, in pure stile "Marvel" come quando è nato "Hulk" o il supercattivone di Spider-Man, insomma qualche pozione è caduta e si è sparsa nell' etere, una roba del genere. Quindi no, mi dispiace per Antonio Manzini, ma il suo finale è troppo ingenuo e infantile, poiché troppo lontano dalla realtà, ha preso insomma una linea da temino scolastico di 5 elementare o sulla falsariga del libro "cuore" di Edmondo De Amicis.



martedì 21 aprile 2020

Herman Koch - breve storia dell' inganno

Un racconto breve e gratis trovato su "Amazon Kindle",  devo dire che è una lettura disimpegnativa, ma piacevole. L' autore con questo racconto rovescia tutte le volte la verità a proprio piacimento, si fa fatica a capire quale sia la verità e quale la bugia,si dubita anche sul finale stesso del romanzo se sincero o disonesto, se non è di per sé il libro stesso un vile inganno,e l' autore per tutto il tempo non ci abbia preso in giro, o se lo scopo è quello di farci credere che sia tutta una bugia, insomma una montatura creato ad hoc per farci credere il contrario... insomma, una storia che mette in crisi la certezza e capovolge tutte le verità. Mettendo in dubbio che poi esista una vera verità, o semplicemente siamo noi stessi a determinare con i nostri occhi quale sia, credendoci o meno. 


giovedì 16 aprile 2020

"Ormai è fatta" di Horst Fantazzini

Autobiografia di un uomo disadattato, che non riesce ad adeguarsi alle regole della nostra società. Lo si comprende anche nella sua incapacità di adattamento, certo non si giustifica il suo atteggiamento scorretto, però suscita tenerezza e compassione, insomma si fa labile la linea tra giusto e sbagliato, tra ciò che è bene e male. E si può parlare poi di giustizia aver fatto scontare trenta anni ad un uomo che ha soltanto compiuto furti, senza aver mai sparato a nessuno?! E ancora giusto, sparare ad un uomo con una pistola, che aveva un solo proiettile e non lo ha neanche utilizzato? E continuare a sparargli in nome di una legge penale di legittima difesa, anche se l' uomo non costituisce più pericolo perché ormai ferito ed esangue, e ciò nonostante perseverare e continuare a sparargli? Questo libro pone questi punti interrogativi, su come sia stato erroneamente affrontato il caso di Horst Fantazzini quando ha tentato di scappare dalla prigione, pur non essendo un soggetto pericoloso per la vita umana, ma semplicemente per le banche.

sabato 11 aprile 2020

Madame Wu di Lin Yutang

La biografia di una donna di potere pronta a tutto, calcolatrice, machiavelica, diabolica e sanguinaria.
Appare quasi surrealistica la storia di questa concubina dell' imperatore cinese che riesce a diventare un' imperatrice scalvacando tutti, persino l' imperatore, il marito stesso.  
Ma non è tanto questo a lasciare basiti, quanto il fatto che sia riuscito a provocare quasi il completo sterminio della dinastia Tang per perpetrare il proprio potere, arrivando a governare ancora sulla settantina di anni. E non solo questo, uccise la propria famiglia, pur di preservare il proprio potere: figli, nipoti, nuore... Un elenco esteso ed infinito, fino ad arrivare ad intere famiglie torturate e trucidate, chiunque replicasse qualcosa contro di lei e sulla sua supremazia finiva ucciso in un modo o nell' altro. Ora non ho metri di paragone per valutare l'autenticità storica sulla biografia, non conosco la Cina imperiale, però devo dire che il libro nel complesso è stato da me largamente apprezzato, forse proprio per mia completa ignoranza sull'argomento. Si è rilevata una lettura nuova, originale ed interessante, una scoperta di qualcosa di più vicino alla realtà e di nuovo, percorrere la vita di una persona realmente esistita e cogliere un temperamento freddo come la lama di un coltello, una vita vissuta invano alla ricerca della grandiosità, per poi finire in un cumulo di cenere.  Credo che sia stato difficile per l' autore delineare la vita di questa imperatrice e renderla in qualche modo entusiasmante, vivacizzare le vicende, perché a lungo andare la storia muore in sé stessa nella soppraffazione riprovevole e ripetitiva di Madame Wu;
tuttavia, non uccideva con il gusto di farlo, ma sempre con il machiavelico fine di continuare a governare.
In questa donna non c'è traccia di sentimentalismo, ma solo desiderio di lustro, potere e  lussuria. L' unico tallone d'Achille, falla di Madame Wu, il suo fuori programma nella sua contesa al potere e nell' illustrare la sua magnificenza è quella di essere una donna con un grande appetito sessuale, per il resto non c'è altro. E questo punto l' ho trovato strepitoso, una vera rivendicazione femminile, come un imperatore aveva il suo harem, anche lei ne ottenne rispettivamente uno con vari fanciulli. Su altri punti appare una caricatura della "regina di cuori"delirante di "Alice nel paese delle meraviglie",con la sola obbiezione che Madame Wu fosse più diabolica e intelligente, usava il buddismo e la stesura di libri per fare buon viso a cattivo gioco.

 





giovedì 9 aprile 2020

Intervista col vampiro di Anne Rice

È un libro che volevo leggere da molto, non essendo mai stata ampiamente soddisfatta dalla versione cinematografica.
E in effetti, devo dire che è uno di quei libri in cui la trama a livello cinematografico si appiattisce, si consuma in una sequenza di scene e avvenimenti, senza riuscire ad esprimere il senso di solitudine, amarezza e angoscia che permane nel protagonista.
Anne Rice è stata l' iniziatrice del genere moderno in cui si narra di vampiri, non i vampiri giovani di "Twilight" in cui essere vampiri è una figata, no per Anne Rice  significa perdere la propria umanità e mortalità è una fonte costante di tormento e rimpianto per non aver vissuto pienamente la propria umanità, non averla goduta e amata nella sua interezza e brevità. Non credevo che la storia fosse così riflessiva e profonda, e che fosse scritto così accuratamente bene, o almeno nella traduzione capitatami fra le mani neanche tra le più recenti, si ha una scrittura scorrevole, tuttavia non è una profusione di parole messe a caso, "Anne Rice" è perfettamente padrona dal suo stile, sa quali corde toccare, quali parole usare.  
I vampiri di Anne Rice sono affascinati, ma maledetti, vivono in uno stato costante di avvilimento e dannazione, fino a che tutte le emozioni diventano sempre meno importanti, perdono di valore in una vita infinita. 
Credo che sia uno di quei libri ingiustamente dimenticati, ma che merita assolutamente una lettura, per gli amanti del genere e non. Non è un libro che si limita a parlare di vampiri, ma scava più affondo attorno a cosa significa vivere in eterno, e al significato stesso della morte. 
Parla più del valore della "morte", senza di essa la vita stessa diventa priva di senso, non si apprezza il reale valore dell' esistenza. La morte stessa per i vampiri diviene un dono per le loro vittime, perché qualcosa per loro di costantemente irraggiungibile. Si riflette anche sull'amore e tutte le sue sfumature, una costante ricerca di questo sentimento che diventa effimero e deludente. L' amore platonico di Louis per Claudia, la bambina vampira e la sua insofferenza per restare sempre bloccata nel corpo di una bambina, nonostante la sua mente divenga sempre più quella di una donna matura.  Lestat e la sua eterna noia,che cerca di colmare con il lusso sfrenato e frivolo, o con nuovi abili modi sadici di cacciare e uccidere le proprie vittime per berne il sangue.
Louis che invece rinnega la sua stessa natura di vampiro, cercando di nutrirsi solo di sangue animale, odiando sé stesso e il suo bisogno disperato di sangue umano. Cibarsi di loro, bere il loro sangue diventa un modo per godere di istanti di umanità, quando si succhia il loro sangue ci si nutre per un attimo della loro esistenza, della loro umanità, e il corpo perennemente freddo dei vampiri diventa caldo e il cuore batte all' unisono con quello della vittima. L' uccisione e il cibarsi diventa un atto romantico, un modo per provare ancora emozioni umane, non è solo riempirsi lo stomaco, ma un metodo per colmare il vuoto emotivo dei vampiri, privati delle loro sensazioni umane.






lunedì 6 aprile 2020

Rebecca la prima moglie

"Rebecca la prima moglie" è il primo romanzo che leggo di "Daphne Du Maurier" e devo dire che nonostante l'edizione lasci un po' a desiderare per il testo minuscolo, e io con i miei occhi da talpa pur avendo gli occhiali mi è costata una fatica immonda la lettura... Il libro si lascia leggere ben volentieri, sono ricorrenti immagini dark e gotiche per tutto il romanzo, un richiamo al medievo con qualche sfumatura noir. Non mi sorprende infatti, che Hitchcock abbia girato la versione cinematografica, non poteva essere altrimenti lo stile narrativo ricorda molto i film di Hitchcock. 
Tuttavia, non so se il film sia riuscito a rendere lo stato psicologico della protagonista, la sua ossessione morbosa nei confronti di Rebecca, la prima moglie di suo marito. 
La consorte defunta si staglia e predomina l' intero romanzo, pur essendo morta, si aggira in ogni angolo della tenuta di Manderley, sulla bocca di tutti e sui ricordi. La protagonista di cui non si fa mai il nome, ne diventa la sua errata sostituta.
Tuttavia, questo ruolo inizia a starle stretto, e la curiosità verso quella donna diventa sempre più insistente.  
La gelosia e il desiderio di rivalsa contro quella donna del passato che tutti stimavano e ammiravano, diventa incontrollabile.

Si insinua il fastidioso dubbio che il marito l' abbia sposata solo per dimenticare la sua precedente moglie, solo per colmare quel vuoto incolmabile. L' assenza diventa più rumorosa e devastante della presenza stessa. Liberarsi di un ricordo e del fantasma di una donna si rivela più difficile, di una donna in carne e ossa.  
Per tutto il romanzo aleggia questo sentimento di inadeguatezza e insicurezza della protagonista, che si ritrova a dover fronteggiare contro le oscure ombre del passato di suo marito.

Questo romanzo suggerisce che la realtà può diventare una costruzione mentale, la nostra testa è spesso ingannevole, e puo' costruire essa stessa la verità, in base a come si interpretano gli sguardi, le parole dette e  ancora di più quelle lungamente taciute.   
Non voglio spoilerare nulla, quindi concludo così questa recensione:
L' unica cosa che posso dire è che un romanzo che tiene il lettore incollato sulle pagine, per sapere quali saranno le sorti della piccola e modesta seconda moglie.  Inoltre, una cosa curiosa e interessante è che il libro inizia dalla fine, il primo capitolo si apre lasciando spiazzato il lettore non si capisce bene di cosa si stia narrando, solo dopo aver terminato il libro si intuisce la stretta connessione tra l' ultima pagina e i primi capitoli, infatti li ho riletti subito dopo aver finito il romanzo per ricomporre perfettamente i pezzi del puzzle.











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La signora delle camelie di Alexandre Dumas fils

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