mercoledì 13 febbraio 2019

Il grande Gatsby

Questo libro mi è piaciuto molto, l'ho trovato efficace e intenso, le descrizioni creavano immagini intense come quelle dei quadri impressionisti, senza culminare nell' eccesso.  E devo ammettere che ho trovato anche il film per certi versi attento a ricreare le immagini descritte nel libro, come se il regista non si fosse solo limitato a leggere la trama, ma che abbia effettivamente voluto riprodurre le immagini e le sensazioni del libro sul film.  Per quanto ovviamente il film perda sempre qualcosa sul significato stesso del romanzo, soprattutto quando mi piazzano delle musiche chiaramente moderne e discotecare creando un' eccessiva dissonanza con il romanzo. Focalizzando forse la storia un po' troppo sulle feste, e non sulla figura misteriosa di Gatsby nella quale serpeggia questo alone di mistero, un uomo ricco, ma che non si sa come abbia fatto tutti quei soldi, e nel romanzo si evidenzia quanto l'aspetto del come si sia arricchito appaia un aspetto irrilevante per la gente che affolla le sue feste, una domanda quasi sciocca da farsi. Una critica evidente ad un America superficiale e vacua, e non è tanto Gatsby ad apparire sbagliato e corrotto, ma appunto chi lo circonda, lui appare solo come un bambino che insegue un sogno e  pur di ottenere quel che vuole,  è stato costretto a ricorrere a dei sotterfugi.  Ma quello che ci insegna questo libro è che non si può tornare indietro e ricostruire tutto da capo, è così alla fine Gatsby è destinato a soccombere rincorrendo un sogno che non gli appartiene neanche più, che fa parte del passato, ma che lui insiste a voler rincorrere nonostante tutto.
Da questo punto di vista, devo dire che nel film anche la recitazione di "Leonardo di Caprio"l'ho trovata coerente con il protagonista del romanzo, quindi tutto sommato immaginarmi un "Leonardo di Caprio" non mi ha guastato la lettura, solo che ovviamente nel libro ci sono tanti messaggi e significati che nel film difficilmente hanno lo stesso impatto.
Un libro molto bello e piacevole da leggere, che non annoia quasi mai, perché ogni pagina e descrizione non risulta quasi mai inutile o prolissa, ma è strettamente legata alla narrazione della storia.  Commovente e struggente sul finale, in cui si intuisce l' ipocrisia della gente, che quando le feste sono finite non  si fanno più vivi, lasciando il protagonista alla sua triste e sciagurata fine.  Un mondo freddo, ambiguo e superficiale, che alla fine risucchia la vita di chi  racchiude ancora una certa purezza di spirito come quella di Gatsby.
L'ho letto tutto d'un fiato, piaciuto dalla prima all' ultima pagina.
Lo straconsiglio!




mercoledì 6 febbraio 2019

Il delta di Venere di Anais Nin

Capitata per caso su questo titolo, l'ho sentito citare molte volte quando si parla di letture erotiche,e così per curiosità appena l'ho trovato non ho potuto fare a meno di volerlo leggere.
Il libro è una raccolta di racconti erotici commissionati da un uomo anziano a degli amici -scrittori di Anais Nin, alla fine la sola che si è prestata del tutto all' incarico è stata proprio Anais Nin,  per bisogni economici. Non so se questa storia sia effettivamente veritiera, o rappresenti una scusante per giustificare l'alto contenuto erotico, del tipo "non volevo, mi hanno costretto a scrivere questo genere di volgarità" , anche se da una persona disinibita come Anais Nin che ha scritto pure un diario, che parla delle sue innumerevoli relazioni adultere, mi sembra alquanto inusuale, però potrebbe, appunto, aver iniziato da questo libro a lasciarsi davvero andare ad una vita più trasgressiva e disinibita.
Riguardo i racconti, posso dire che il primo non mi è piaciuto affatto, troppa superficialità di contenuti e un erotismo malato che sfocia in una pedofilia incestuosa e rocambolesca.
L' ossessione dell' uomo per il sesso che lo porta ad abusi sessuali, viene narrato in modo quasi  umoristico, come se dovesse fare ridere. No, assolutamente no, l'ho trovato di cattivo gusto.
Dagli altri racconti in poi, niente di ché e se vogliamo neanche nulla di troppo erotico e spinto, solo alcuni racconti sono  degni di nota "Elena" e qualche altro, in cui si tratteggia un' accurata sessualità femminile. Diciamo che non mi ha convinto del tutto, però va considerato che Anais Nin sia stata la prima donna a scrivere libri erotici, quindi come inizio non è male, poi ovviamente come in tutte le raccolte di racconti, ci sono racconti che piacciono di più e altri che stridono , una cosa che sicuramente ha attirato la mia attenzione è che in ogni racconto uno degli elementi che si ripete di continuo è l' adulterio femminile, peraltro un evidente spunto autobiografico dato che Anais Nin tradiva di continuo il marito. Sicuramente la figura di Anais Nin esercita un certo fascino e magnetismo, dato che ha parlato del piacere,desideri  e fantasie sessuali femminili senza peli sulla lingua. Chissà, forse gli darò una seconda chance, magari leggere i suoi diari potrebbe rivelarsi  ancora più interessante. Una nota positiva è che nei  suoi racconti non sfocia quasi mai nella volgarità, certo a volte è un erotismo molto sottile, per nulla efficace,  mentre in altri racconti le immagini sono più audaci con una  buona dose di erotismo graffiante e passionale, ma senza usare mai un linguaggio  troppo scurrile. Forse è più nelle azioni che i personaggi si rivelano essere il più delle volte scabrosi e indecenti, ma se si legge libri del genere si sa che si incorre nel rischio di voyaerismo, perversioni  e parafilie un po' spropositate o dell'atto sessuale portato quasi all' esasperazione.  Ma devo considerare che sono incappata in letture erotiche molto più spinte, in cui si toccano perversioni neanche più eccitanti, ma che nel mio caso ho trovato davvero disgustose, che mi hanno provocato sdegno e difficoltà nel proseguire la lettura come nel caso del "Vangelo di Eros" libro peraltro poco conosciuto di una scrittrice francese più moderna, che in questo momento non mi  sovviene il nome, ma che comunque era davvero qualcosa di illegibile, quindi  tanto di cappello ad Anais Nin, che comunque a parte alcune cose che possono piacere o meno, resta comunque equilibrata rispetto ad altri noti autori del genere, e mi piace il fatto che il libro abbia una  dimensione femminile del sesso, molto focalizzato sul piacere della donna, forse proprio per quello si chiama "delta di Venere".Si percepisce  nel romanzo una delicatezza e sensibilità comunque femminile nel parlare di sesso, come anche un forte desiderio di emancipazione femminile, come se si volesse appunto rendere chiaro e noto che anche le donne godono e provano desideri sessuali, cosa che magari ancora adesso  non è ancora ritenuta una cosa accettabile in una società cattolica, bigotta e maschilista. "Alle donne piace fare sesso", suona ancora come un tabù e difficilmente si trovano romanzi erotici così efficaci che parlano di donne consapevoli di se stesse e del proprio corpo e che decidono loro stesse come usarlo per procurarsi piacere.

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