Appena finito di leggerlo con un misto di delusione,amarezza,ma allo stesso tempo inaspettata sorpresa.
Avevo comprato questo libro con un entusiasmo a dir poco febbrile, credevo fosse un libro fiabesco,sullo stile di "Matthias Malzieu" e di "Neil Gaiman".
Inutile dire, che mi sono sbagliata, di fantasioso c'è soltanto la figura misteriosa della miniaturista, che ricrea delle piccole miniature in cui prevede in un certo senso il destino dei personaggi, ma in realtà non è tanto l'elemento portante della trama, infatti il titolo è fuorviante. A dire il vero, è fuorviante anche la descrizione della trama sul retro copertina, che lascia supporre che ci sia una storia d'amore passionale, ma che purtroppo o per fortuna non c'è.
In sostanza, credevo di ritrovarmi in una storia d'amore ambientata verso la metà del seicento, ad Amsterdam, e invece mi ritrovo dentro ad una storia che è tutto l'opposto del romanticismo.
Nella ha 17 anni quando viene data in sposa al mercante Johannes Brandt, inizialmente si pensa quasi che tra i due possa nascere per davvero l'amore, da quel matrimonio sagacemente combinato,ma l'autrice in questo senso ha peccato di originalità e sadismo, volendo direzionare la storia su tematiche più forti, quali l'omosessualità e di quanto la legge e la chiesa fosse severa e ottusa da definirlo un reato da punire con la morte.
Temi sicuramente apprezzati, anche se inizialmente, da come si era presentato il romanzo il fatto che Johannes fosse gay mi ha particolarmente deluso, dato che in tutto il romanzo si rende evidente quanto Nella si sia innamorata di suo marito, e anche se lui non osa spingersi più in là di un bacio, sembrava che lo facesse per rispetto, in attesa di conoscersi meglio... Insomma mi sono sentita un po' presa per i fondelli dall' autrice, e questo mi ha guastato la lettura.
Ma alla fine sono contenta di non aver abbandonato la lettura, dato che ho potuto in un certo senso ricredermi. Non era il libro che mi aspettavo di leggere, ma nonostante tutto, si è rivelata una buona lettura, a tratti coinvolgente in altri un po' meno, con tante emozioni poco descritte. Inizialmente i personaggi sembrano tutte bambole manovrate dai fili del miniaturista, senza alcuna emozione, ma solo alla fine si ha l'opportunità di scoprire a fondo l'anima dei personaggi. In fondo, il fatto che non sia una storia d'amore lo rende meno scontato, originale e sorprendente, anche se mi ha lasciato un certo amaro in bocca per l'epilogo crudo e amaro.
Aveva voglia di una storia più frivola e allegra, e invece mi sono ritrovata un romanzo ben scritto su una realtà seicentesca cruda e imperdonabile. Tuttavia anche se tra Nella e Johannes non è amore, si percepisce tra loro una complicità profonda, persino più intensa di quella di due innamorati, dato che tra tutti gli sguardi, Johannes verso la fine ricerca lo sguardo di Nella, della moglie che non ha mai toccato, e lei allo stesso tempo ricerca disperatamente il suo. Quindi mi è piaciuto o non mi è piaciuto? E' ardua la sentenza, credo che su molti punti la storia presenti dei profondi buchi neri, poca introspezione e mi sarebbe piaciuto che il personaggio della miniaturista fosse ampiamente svelato, dato che il titolo è appunto "il miniaturista".
Tuttavia non posso neanche dire che sia un pessimo romanzo, posso dire che è carino nonostante sia noioso su molti punti, poichè l'autrice si sofferma su particolari superflui, anzichè soffermarsi su aspetti che potevano rivelarsi più interessanti, per esempio questa benedetta figura della miniaturista chi è chi non è, liquidare il senso della sua figura con un concetto meramente filosofico sull' essere fautori del proprio destino, non mi ha del tutto soddisfatto.
Avevo comprato questo libro con un entusiasmo a dir poco febbrile, credevo fosse un libro fiabesco,sullo stile di "Matthias Malzieu" e di "Neil Gaiman".
Inutile dire, che mi sono sbagliata, di fantasioso c'è soltanto la figura misteriosa della miniaturista, che ricrea delle piccole miniature in cui prevede in un certo senso il destino dei personaggi, ma in realtà non è tanto l'elemento portante della trama, infatti il titolo è fuorviante. A dire il vero, è fuorviante anche la descrizione della trama sul retro copertina, che lascia supporre che ci sia una storia d'amore passionale, ma che purtroppo o per fortuna non c'è.
In sostanza, credevo di ritrovarmi in una storia d'amore ambientata verso la metà del seicento, ad Amsterdam, e invece mi ritrovo dentro ad una storia che è tutto l'opposto del romanticismo.
Nella ha 17 anni quando viene data in sposa al mercante Johannes Brandt, inizialmente si pensa quasi che tra i due possa nascere per davvero l'amore, da quel matrimonio sagacemente combinato,ma l'autrice in questo senso ha peccato di originalità e sadismo, volendo direzionare la storia su tematiche più forti, quali l'omosessualità e di quanto la legge e la chiesa fosse severa e ottusa da definirlo un reato da punire con la morte.
Temi sicuramente apprezzati, anche se inizialmente, da come si era presentato il romanzo il fatto che Johannes fosse gay mi ha particolarmente deluso, dato che in tutto il romanzo si rende evidente quanto Nella si sia innamorata di suo marito, e anche se lui non osa spingersi più in là di un bacio, sembrava che lo facesse per rispetto, in attesa di conoscersi meglio... Insomma mi sono sentita un po' presa per i fondelli dall' autrice, e questo mi ha guastato la lettura.
Ma alla fine sono contenta di non aver abbandonato la lettura, dato che ho potuto in un certo senso ricredermi. Non era il libro che mi aspettavo di leggere, ma nonostante tutto, si è rivelata una buona lettura, a tratti coinvolgente in altri un po' meno, con tante emozioni poco descritte. Inizialmente i personaggi sembrano tutte bambole manovrate dai fili del miniaturista, senza alcuna emozione, ma solo alla fine si ha l'opportunità di scoprire a fondo l'anima dei personaggi. In fondo, il fatto che non sia una storia d'amore lo rende meno scontato, originale e sorprendente, anche se mi ha lasciato un certo amaro in bocca per l'epilogo crudo e amaro.
Aveva voglia di una storia più frivola e allegra, e invece mi sono ritrovata un romanzo ben scritto su una realtà seicentesca cruda e imperdonabile. Tuttavia anche se tra Nella e Johannes non è amore, si percepisce tra loro una complicità profonda, persino più intensa di quella di due innamorati, dato che tra tutti gli sguardi, Johannes verso la fine ricerca lo sguardo di Nella, della moglie che non ha mai toccato, e lei allo stesso tempo ricerca disperatamente il suo. Quindi mi è piaciuto o non mi è piaciuto? E' ardua la sentenza, credo che su molti punti la storia presenti dei profondi buchi neri, poca introspezione e mi sarebbe piaciuto che il personaggio della miniaturista fosse ampiamente svelato, dato che il titolo è appunto "il miniaturista".
Tuttavia non posso neanche dire che sia un pessimo romanzo, posso dire che è carino nonostante sia noioso su molti punti, poichè l'autrice si sofferma su particolari superflui, anzichè soffermarsi su aspetti che potevano rivelarsi più interessanti, per esempio questa benedetta figura della miniaturista chi è chi non è, liquidare il senso della sua figura con un concetto meramente filosofico sull' essere fautori del proprio destino, non mi ha del tutto soddisfatto.