domenica 14 maggio 2023

La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano

La solitudine dei numeri primi è un libro che parla di adolescenza e crescita, ma a differenza di altri libri che trattano lo stesso argomento in modo più delicato ed edulcorato, con una retorica buonista di fondo, in Paolo Giordano non c'è nulla di tutto questo. 
Questo scrittore evidenzia la durezza e la crudeltà dell' esistenza, soprattutto, quando sei diverso dagli altri, e si  fa veramente fatica ad adattartarsi e ad inserirsi prima a scuola , e poi più avanti nel mondo degli adulti. Inoltre, parla del senso di colpa incolmabile che attanaglia Mattia, per aver abbandonato sua sorella Michela, autistica al parco per vergogna e imbarazzo, per non farla partecipare alla festa di un compagno alle elementari, sorella di cui si sono poi perse le tracce, sparita per sempre.
 Il protagonista tenta un processo di espiazione al suo senso di colpa, attraverso l' autolesionismo, ma il rimpianto e il senso di colpa, lo porta a non vivere mai pienamente la propria esistenza, e a vivere sempre con angoscia costante il presente restando bloccato nel passato. Nonostante la sua indiscutibile intelligenza e capacità con i numeri, Mattia resta inabile ad inserirsi nei meccanismi della vita , e lo stesso sarà per Alice, a causa della perdita dell' uso di una gamba che l' ha resa zoppa per sempre, e oltre a questo inizia ad essere ossessionata dalle calorie, dal suo peso, tanto da non mangiare.
Per quanto si amino e desiderino, i due protagonisti con le loro problematiche, sono condannati a ritrarsi tra loro, a respingersi come istrici con gli aculei, perché l' amore in fondo non è la soluzione non può risolvere tutto, anzi può essere solo un modo, una soluzione per continuare a perseverare nel loro processo autodistruttivo. 
Non è un libro "formativo" se gli vogliamo dare l' accezione di un notevole processo di maturazione dei protagonisti, ma in qualche modo, i due protagonisti nella loro separazione, nell' intuire di non poter stare insieme, che la loro unione non risolverà i propri problemi, che devono affrontarli a faccia a faccia da soli, in qualche modo si può dire che giungono ad una crescita personale.  
Personalmente, mi è piaciuto anche se capisco i motivi dietro al "non mi piace" di molta gente, perché è un libro difficile , e non perché è scritto in modo complesso intendiamoci, è solo che è depressivo, nevrotico, cupo, inquieto, e per certi versi avvilente. È un libro negativo, pieno di ombre, ma non di luci, non si intravede una speranza di un futuro roseo per i due  protagonisti, e se c'è appare a stento. Inoltre, non credo che tutti possano apprezzare dei protagonisti come Mattia e Alice, non sono piacevoli, si intravedono delle qualità, ma sono comunque personaggi ai margini, i diversi, pieni di imperfezioni, quelli che a scuola vengono bullizzati dai compagni, e quindi si, è un libro che può piacere, perché si può empatizzare, immedesimarsi con questi personaggi, o di contro c'è chi ne prende le distanze, si estranea da protagonisti così strambi, contorti e insicuri.

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