"Oggi la città si presenta con una spigliatezza, una sfacciataggine e un'arroganza che rivelano un dinamismo e una capacità organizzativa senza pari nel resto del paese, ma, ai miei occhi, è priva del glamour e del fascino che l'hanno resa un tempo un'icona internazionale.
Il ricordo di allora trema come un miraggio. La memoria oggi mi dà una grande delusione qui a Shanghai, perché ciò che vedo non si accorda con i miei ricordi. E mi sento smarrita di fronte a questa metropoli sgargiante come un appartamento di nuovi ricchi.Nonostante domini il putonghua, la lingua ufficiale del paese, tracce del passato rimangono nel sibilante dialetto di Shanghai: quel gergo locale che tante volte avevo sentito da piccola risveglia in me onde di ricordi. E ogni ricordo, anche sonoro, è la memoria del cuore.
Permangono nell'aria della città alcuni odori che richiamano i sapori e le delizie della sua tavola: il granchio del lago Yangcheng e l'aringa di fiume che generazioni di shanghainesi hanno apprezzato. I perenni profumi di frutta e di tuberose e l'odore di terra umida che si mescolano a quello salmastro di pesce secco ridestano in me, ancora una volta, un'intensa nostalgia."
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