È un' ironia sottilissima quella di Cervantes, forse troppo anacronistica che si perde a causa del tempo e della traduzione, perché gioca molto sulla lingua spagnola, e questi giochi di parole in lingua italiana non si colgono e apprezzano a pieno come si dovrebbe.
A quei tempi, nel 1600 doveva essere un gran romanzo, avventuroso, divertente e innovativo, ma adesso? Si fa fatica a comprenderlo, ad amarlo e apprezzarlo nella sua esagerazione e dilungagine.
Del resto chi lo ha letto veramente, dall' inizio fino alla fine?
Tanto che si fa credere in una famosa canzone di Guccini e come in altre rappresentazioni cinematografiche che la sua amata Dulcinea del Toboso sia una prostituta, ma in realtà è peggio, non è che un miraggio, forse si suppone che non esista nemmeno, che sia tutto frutto dell' immaginazione di quel mentecatto mitomane di Don Chisciotte e Sancio Panzo per farlo contento gli indica una contadina a caso e così lui crede che gli stregoni incantatori l' abbiano trasformata con un sortilegio in una contadina rozza.
Sicuramente Don Chisciotte della Mancia è un personaggio che non si dimentica facilmente, insieme al suo compagno scudiero Sancio Panzo, e soprattutto sulla fine lascia il segno, una riflessione di fondo su quanto sia difficile la vita per chi è idealista e vive di sogni e illusioni, e quando svaniscono, si dileguano, i grandi sognatori muoiono appresso ai propri disinganni. Don Chisciotte è un personaggio che fa acqua da tutte le parti, vuole essere a tutti i costi un cavaliere errante, pur non avendone la stoffa, e non accetta la realtà, vuole vivere le stesse avventure lette nei romanzi cavallereschi, a tutti i costi.
Può non piacere il romanzo, a me personalmente non è piaciuto, riconosco la sua grandezza e importanza, ma non è nel novero dei miei classici preferiti, tuttavia, ho amato il personaggio di Don Chisciotte, dopo tutto non si può fare altro che amarlo, per la sua ingenuità bambinesca, e la sua bontà, onesta e idealismo smisurato.
Suscita tanta disarmante tenerezza, perché nella sua pazzia lui viveva benissimo, ma la società lo voleva savio e così riportandolo alla stato della ragione, Don Chisciotte si spegne, viene fagocitato dalla realtà e sfiorisce insieme alle sue ardenti e tanto vane illusioni. Dopotutto anche se Cervantes lo racconta subito nell' immediato, senza troppi preamboli e descrizioni la scena di Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento, resta nella memoria e nella conoscenza anche di chi non abbia mai letto il romanzo, e pur avendola già sentita quando la si legge ruba lo stesso una risata al lettore, anche nella sua prevedibilità.
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