Sarebbe riduttivo affermare questo libro mi è piaciuto o non mi è piaciuto. In questo romanzo si toccano tematiche sociali calde, non a caso Faulkner vinse il premio Nobel per la letteratura, pur essendo un autore rifiutato dagli editori e dagli stessi critici letterari. Lo stile di Faulkner come ha rivelato lui non è curato, ma lo ha rivelato lui stesso di essere uno scrittore a cui premesse più narrare certe tematiche sociali importanti e forti, piuttosto che doversi preoccupare dello stile. Io credo che questo sia un libro difficile e complesso, che se una persona si ferma alla prima impressione potrebbe non apprezzarlo. Tuttavia, credo che sia come un' opera d'arte, ci sono opere che tu apprezzi al primo sguardo e opere che per la loro complessità potresti non apprezzarle, se non hai la conoscenza storica e artistica adeguata. In Faulkner si applica questa regola, non è una lettura gradevolissima, perché si adotta un linguaggio spesso dialettale, per rappresentare anche il livello di degrado sociale dei personaggi nel loro modo di esprimersi, poi c'è tanta violenza e soprusi, soprattutto nei confronti delle donne, ma come ha detto Faulkner anche se le donne spesso subiscono sono le più forti e coraggiose, e in questo libro mette in risalto la forza e la determinazione di noi donne, anche se al giorno d'oggi si potrebbe obiettare che il personaggio di Lena, sia solo remissiva e rassegnata al proprio destino, ma dobbiamo ovviamente rapportare il romanzo con l' epoca in cui è stato scritto, e in quella visione intuiremo che Faulkner non faceva altro che denunciare una visione religiosa patriarcale, volta a condannare sempre le donne più degli uomini per i loro "presunti" e ingenui peccati, tipo quello di amare e di lasciarsi travolgere dalla passione. Poi un' altra tema sociale importante è quello dell' identità e della questione razziale, di come venissero emarginati e trattati i neri, per cui non gli venisse fornita appunto nessuna possibilità di riscatto, per cui alla fine nella loro ghettizzazione diventassero per forza di cose dei criminali, poiché la loro identità di cattivo veniva già prestabilita dai bianchi. Ma come dice Faulkner nessun uomo è cattivo e buono in sé, ma racchiude tante sfumature, non è di per sé la religione e tanto meno la ragione, ma tanto più il cuore a rendere una persona buona, generosa e onesta.
Quando si segue sia la ragione e il cuore si riesce a fare la cosa più corretta e giusta, pur rimettendoci per così dire anche la faccia, la virilità se così vogliamo intenderla e nel finale questo concetto Faulkner lo esprime benissimo. Come anche si intende un patriarcato maschile, che non condanna solo le donne, ma anche gli uomini e li mette in una condizione di non sapere più cosa sia giusto o sbagliato fare, e che li obbliga e spinge a comportarsi come bestie, affinché non venga messa in discussione la propria forza e virilità.
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