Questo libro è stata una straordinaria e sconvolgente sorpresa, preso alla "biblioteca privata itinerante del signor Tramonte" senza troppe pretese e invece si è rivelato essere un gran bel libro per il suo genere romantico. Molti paragonano la Heyer a Jane Austen, ma secondo me il paragone non regge,senza nulla togliere alla Heyer, ritengo che lo stile e il modo di scrivere sia del tutto differente. Jane Austen nei suoi romanzi ricostruisce perfettamente gli usi e i costumi dell' epoca, in modo tanto accurato e peculiare che hai la sensazione di essere lì, la Heyer è più da romanzetto rosa ottocentesco, ovviamente meno dozzinale di quello che potrebbe essere un romanzo rosa, più accurato e divertente. Sicuramente ha stile la Heyer, ma non da raggiungere il livello di Jane Austen, ma secondo me non si proponeva lei stessa di voler raggiungere quel livello, è più una lettura leggera e dilettevole. Mi dà l'idea di una donna che se la rideva sotto ai baffi nella stesura di questo romanzo, dato che ci sono svariate parti divertenti e burlone. Indimenticabile lo zio Rupert con le sue battute, mi ha davvero regalato grasse risate. Un romanzo che coinvolge per il suo giocoso capovolgimento dei ruoli, Mary da vittima del seducente marchese libertino Vidal, ne diventa carnefice. Vidal viene percepito inizialmente come un uomo rude, brutale, sfrontato e per nulla romantico, ma in qualche modo si rivela essere sin dalle prime pagine affascinante, allo stesso tempo Mary la protagonista non si rivela essere la solita e fragile figura femminile che si lascia scalfire e terrorizzare da lui, anzi darà al marchese filo da torcere. Lo sfondo della narrazione non è ben definito,la Heyer ha inteso più focalizzarsi sulle vicende dei due protagonisti che svolgere una ricostruzione storica di quei tempi, infatti è da notare che la storia si svolga in "Inghilterra", successivamente in "Francia, Parigi e Digione", ma di questi posti non viene offerta nessuna descrizione accurata, non si fa neanche il benchè minimo accenno al "grande terrore" dell'epoca. Un romanzo leggero e piacevolissimo, che non delude le aspettative, anzi nel mio caso è stata una vera rivelazione. Leggendo questo libro mi è venuto in mente "Lydia di Clare Darcy" solo che a differenza del "figlio del diavolo" si rivela essere più moscio, sottile, meno entusiasmante e coinvolgente, del resto non a caso la Heyer risulta essere più nota e altisonante, mentre di Clare Darcy sono stati tradotti ben pochi romanzi, benchè qualcuno la ritenga l'erede di Georgette Heyer, ma io la vedo un'erede ben poco prospera e finita nel dimenticatoio, benchè io abbia apprezzato "Lydia",con un leggero sorriso, non credo che purtroppo possa reggere il confronto con la vivace audacia della Heyer nella narrazione.
Amo leggere e scrivere, e ho deciso di realizzare questo spazio per recensire i libri che ho letto e leggerò.
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