Per chi invece lo ha fatto, è meglio non inoltrarsi in questa lettura, potrebbe rivelarsi deludente, perchè nel primo libro la storia viene narrata nel dettaglio, ma nel secondo dopo aver narrato per bene le avventure di Candy Candy nell'Istituto Saint Paul, la storia finisce per avere tanti salti temporali e la storia prosegue per mezzo di lettere, una narrazione epistolare, che per i fans del manga/anime non aggiunge niente di nuovo alla storia, e il finale aperto si lascia un po' l'amaro in bocca.
Da quanto ho letto nell'anime doppiato in italiano, hanno cambiato il finale riciclando scene vecchie dell'anime per creare un finale forse più gradito ai fans, non entro nei dettagli per non spoilerare nulla, comunque su youtube si trova un video riguardo questi due diversi finali, quello reale e quello falsificato, e forse persino quello del romanzo risulta persino diverso.
Nonostante tutto, anche se il finale risulta troppo aperto e sconclusionato, devo ammettere che è stata una lettura scorrevole e piacevole.
Di solito sono abituata a letture più impegnative, ma questa devo ammettere, che è stata una lettura leggera, ma allo stesso tempo molto emozionante,nonostante la semplicità e la fluidità del modo di scrivere di Keiko Nagita, da cui si intuiscono molti spunti autobiografici.
"Candy Candy" non è solo la storia di un'orfanella emancipata, è anche la storia della perdita delle persone care, tocca tematiche come la morte e la guerra, e le sue conseguenze negative, riuscendo a commuovere ed emozionare con delle parole così semplici, eppure cariche di una certa sensibilità tipicamente giapponese.
Anche se la storia è ambientata in Europa, si percepisce nel romanzo quella delicatezza e genuinità del Sol Levante.
A prima vista, sembra uno di quei libri di formazione,a come "Pollyanna", ma secondo me, è un libro meno infantile,che racchiude un significato più maturo e profondo, anche, perchè per certi versi risulta forse troppo crudo e triste per una fascia d'età poco matura. Ringrazio ancora la mia migliore amica per avermelo regalato, con la complicità del mio ragazzo per il secondo libro.
Solo la "Kappalab" poteva provvedere a tradurre e diffondere in Italia un libro come questo.
Non vedo l'ora di leggere altri libri di questa straordinaria casa editrice.

Nessun commento:
Posta un commento