mercoledì 5 settembre 2018

Anna Karenina di Lev Tolstoj

È difficilissimo fare una recensione su questo romanzo, dato che necessità di un occhio esperto, la capacità di analizzare anche il minimo dettaglio.Per esempio in una recensione che lessi su questo libro tempo fa, parlava degli efficaci  giochi di sguardi tra i personaggi, quando avviene l'incontro tanto atteso tra Anna Karenina e Vronskij.  Una cosa devo dirla, vi sconsiglio di vedere qualsiasi film su "Anna Karenina", soprattutto quello con Keira Knightley, mettendo da parte il mio odio personale per quest' attrice,il film è fatto malissimo e non rende minimamente giustizia al libro. Ma in realtà credo che nessun film possa rendere fedelmente la storia di questo libro, insomma è una storia che va letta, anche se è un mattone e mi rendo conto che questo possa demoralizzare qualsiasi lettore coraggioso, non ci sono vie di scampo né scuse, bisogna leggerlo almeno una volta nella vita. La trama in sé potrebbe risultare banale, ricordare "Madame Bovary", "L'amante di Lady Chatterley",ma in realtà Anna Karenina mantiene la sua unicità e identità. Tolstoj riesce a descrivere così minuziosamente l'animo umano  con i suoi pregi e debolezze, da umanizzare i suoi personaggi, renderli vivi,in carne e ossa. Inoltre la corposità del romanzo è solo apparente, dato che non ci sono periodi lunghi come nei romanzi  di Dostoevski.
Per quanto io ami Dostoevskij,  i suoi romanzi mi sono parsi molto  più complicati e pesanti da leggere. La parte noiosa è stata verso la fine, molto probabilmente l'espressione del suo pensiero cattolico non ha trovato il mio favore, in più alcune pagine verso la fine non mi sembravano strettamente necessarie ai fini della storia. Ma nonostante tutto è un romanzo che consiglio a pieni voti! Ho adorato tutti i personaggi, dalla complessa, contradditoria ed emblematica protagonista che perde la stessa ragione, man mano che va avanti il romanzo, la paura dell' abbandono da parte di Vronskij, innesca una serie di situazioni e meccanismi mentali malati e insani, che porteranno al triste, cruciale e inesorabile epilogo. Tolstoj, pur essendo un uomo riesce ad entrare in piena sintonia con il personaggio di Anna, riesce a cogliere tutte le sfumature delle sue fragilità e paure di donna, che teme l'abbandono del suo amante. Anna non è un bel personaggio, anzi in certe parti appare anche miserabile e turpe nei suoi comportamenti, anaffettiva nei confronti dei figli, come se il suo amore per Vronskij la prosciugasse a tal punto da non trovare spazio per un altro sentimento.
D'altro canto, anche nel suicidio, Anna non è un personaggio davvero da biasimare più di tanto, poichè a differenza delle trasposizioni cinematografiche nella quale il suo gesto appare disperato, nel romanzo in realtà il suo gesto appare molto vendicativo nei confronti di Vronskij.
D'altra parte Vronskij appare come una vittima delle follie di Anna, che vuole trattenerlo a se a tutti i costi, anche senza che ci sia nessun evidente pericolo che fugga da lei.
Nelle trasposizioni cinematografiche le intenzioni di Vronskij non appaiono quasi mai del tutto trasparenti,  allo spettatore sorge quasi il dubbio che forse le gelosie di Anna siano in qualche modo fondate. Nel romanzo si evidenzia che Vronskij dopo la morte di Anna, non trovi molte ragioni per continuare a vivere e quindi decida di andare in guerra, prestando aiuto militare in Serbia, nella speranza di non sopravvivere per non ricordare il viso di Anna e la sua tragica morte, di cui si sente responsabile.

Tuttavia, nonostante Anna, non sia un modello da seguire, anzi proprio l'esatto opposto, sembra un personaggio in carne ed ossa proprio per la sua imperfetta autenticità.

Nonostante Tolstoj, criticasse il naturalismo di Emilie Zola ritenendolo troppo esplicito e volgare, si coglie in questo romanzo un introspezione psicologica  accurata dai suoi personaggi tanto da farli risultare  reali e veritieri.

Inoltre, un personaggio che ho maggiormente amato è stato Levin, in cui si evidenziano tanti spunti biografici da parte dello scrittore, come se fosse l'alter ego di Lev Tolstoj. Forse il personaggio che ho trovato maggiormente insopportabile è stato il marito di Anna, ma alla fine anche in questo caso, Tolstoj non delinea un profilo di per se negativo del personaggio, non un  banale antagonismo, ma semplicemente un uomo austero, freddo e superficiale, che si cura più delle convenzioni sociali, insoddisfacente per lo spirito passionale di Anna, ma in molti passaggi appare evidente che Aleksej si penta di essere stato così padrone e controllato alla scoperta del tradimento di Anna, e si delineano spesso le sofferenze di un uomo affranto e tradito.
Forse la donna  dalla quale il marito si lascia manipolare è il personaggio  peggiore in assoluto e descritto in maniera un po' sbrigativa, lasciando spazio a varie interpretazioni, cioè o era matta e credeva veramente nel santone chiaroveggente, oppure era una turpe manipolatrice.

Ciò che si può apprezzare nella scrittura di Lev Tolstoj è la quasi  totale assenza di eccessive descrizioni, la sua scrittura si focalizza più sulle dinamiche umane, sui sentimenti e la mente umana, sviscerando tutte le paure, fragilità e sentimenti umani, i dubbi dell'uomo sull'esistenza e la morte.

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