lunedì 17 giugno 2019

Gridare amore dal centro del mondo di Kyoichi Katayama

Premetto che avevo visto il film giapponese di cui ho dei ricordi anche un po' vaghi, ma me lo ricordo veramente molto diverso dall'opera cartacea.

Era triste,  ma in realtà il film si soffermava più su altro, era forse un po' più freddo e distaccato nei confronti della ragazza di cui è innamorata il protagonista, il film prendeva una piega più matura, meno da teen-dramma adolescenziale.

Mentre invece il libro è più incentrato sulla storia d'amore adolescenziale fra i due protagonisti Sakutaro e Aki, un amore vissuto in modo molto lento e delicato.

Ma sfortunatamente le cose prenderanno una piega drammatica, ormai proposta da moltissimi altri libri come in "Bianca come il latte e rossa come il sangue" Di D'avenia,  "Tutta colpa delle stelle" di John Green, "I passi dell'amore" di Nicholas Parks e moltissimi altri, ma si differenzia molto da essi, poichè è un libro uscito molto prima, lontano dalla moda del teen dramma adolescenziale per eccellenza.

Lontano dal clamore, e dal seguire degli schemi ben precisi del genere teen-drama, con ragazza morente a causa di un tumore incurabile, che se ne parla ormai in un modo quasi viscerale, da aver perso la sua originalità e persino la delicatezza nell'affrontare certe tematiche nel modo più adeguato e corretto.

Sembra  ormai che si voglia solo dare alla "storia d'amore"  uno spessore commovente e struggente, così da aggiudicarsi facilmente il titolo di "best-steller", perchè si sa che se finisce in modo tragico si ha una maggiore presa sul pubblico, e poi hai trattato una tematica delicata e allora..."Oh wow!",

Il problema è che bisogna anche saperli trattare certi temi, e anche saper aggiungere qualcosa di  NUOVO e di non già detto, soprattutto quando di libri così ce ne sono  ormai a bizzeffe.

Quindi direi che un libro come "Gridare amore dal centro del mondo" , letto adesso dovrebbe perdere la sua carica di originalità, e invece no, riesce a mantenere una sua identità, a distaccarsi dalla moda, va totalmente controcorrente, forse perchè è giapponese, e il modo di narrare è diverso, si percepisce una sensibilità e delicatezza particolare, caratterizzata anche dai silenzi, quegli istanti di riflessione fra i due personaggi sulla caducità della vita.

Non resta confinato a teen-drama, nonostante sia un libro fluente e immediato, che constà di soltanto 5 capitoli, e si può finire in un solo giorno...

Nonostante la brevità e la scorrevolezza, il libro racchiude una grande profondità emotiva, si respira in esso, una  delicatezza puramente giapponese, nel modo in cui vengano espressi i sentimenti  e le emozioni dei personaggi, la morte viene percepita in un modo unico, singolare e indistinto, silenzioso, lento...Non come le cose plateali a cui siamo abituati noi occidentali.


Un libro che vale davvero la pena  leggere, molto commovente e struggente, tuttavia, non sfocia negli eccessi del dramma ridondante e fastidioso, da diventare quasi viscerale e patetico,  ma resta  contenuto e realistico.

Non si riduce  neanche alla malattia, all'amore e alla  morte della protagonista, ma induce a riflettere sull'esistenza stessa, sulla vita e la morte a livelli molto alti, non da solito teen-dramma in cui la tragedia deve essere solo un pretesto per farci commuovere, ma in questo caso diventa un' intenso spunto di riflessione sulla vita stessa, raggiungendo quindi livelli alti narrativi, e rappresentando il processo di maturazione stesso del protagonista che si interfaccia per la prima volta con la scoperta della morte, perdendo una persona a lui molto cara.








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