L'uso della prima persona in questo romanzo diventa potente e spaventoso. Non so neanche se a preoccuparmi sia tanto la storia, il protagonista o lo scrittore che è riuscito a immedesimarsi così bene, da entrare nella testa di un uomo squilibrato e le sue ossessioni.
È incredibile come sia stato rappresentato perfettamente bene il protagonista, di cui sappiamo ogni suo pensiero, idea, azione e opinione, insomma veniamo catapultati controvoglia dentro la testa di uno psicopatico, nel seguire "il filo logico dei suoi ragionamenti", per quanto di logico non ci sia veramente niente.
Diventa anche faticoso per il lettore proseguire la lettura perché la prima persona diventa asfissiante, come se ci troviamo costretti controvoglia a guardare troppo in profondità nell' abisso della mente umana, e forse non vogliamo osservare e sapere cosa passa per la mente di queste persone. La scelta della prima persona è la cosa più azzeccata e potente di questa storia perché ci sconvolge e spiazza completamente, perché non appare sin da subito evidente che il protagonista sia un personaggio negativo, si percepisce che abbia dei problemi e delle proprie fissazioni, ma all' inizio si empatizza pure con il protagonista, e questo crea un forte disagio al lettore quando la storia prosegue e va avanti, prendendo una piega sconvolgente.
Libro agghiacciante e sconvolgente.
Non mi stupirei se lo scrittore avesse preso ispirazione da qualche noto serial killer americano realmente esistito, ne delinea un profilo mentale così chiaro e in un certo senso con "una sua logica".
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