domenica 4 febbraio 2018

L'uomo che credeva di essere sé stesso di David Ambrose

Un libro che presi alla biblioteca privata itinerante a Palermo, del caro signor Tramonte. Come anche "Lasciami entrare" e moltissimi altri che recensisco, ma questo libro a differenza degli altri si rivela essere una vera sorpresa. Lo presi attirat
a dal titolo così introspettivo "L'uomo che credeva di essere sé stesso", ma ero certa che non sarebbe stata una lettura semplice: Uno di quei libri dai forti richiami alla fantascienza che mi avrebbe di sicuro annoiato, invece mi sono ricreduta, non è una lettura affatto pesante e spiacevole.
É un libro abbastanza scorrevole e intrigante. La vicenda è incentrata su un  uomo di nome Richard, che a seguito di un incidente con la macchina, si trova stranamente catapultato in una vita diversa dalla propria, nella quale non ha nessun figlio di nome "Charlie".
E da qui, la sua vita si disgrega in due realtà parallele, in due personalità differenti : "Quella di Richard e di Rick" . Un mondo in cui lui e la moglie Anne sono una famiglia felice e affiatata, con un figlio di nome Charlie, e in un altro invece non hanno nessun figlio e sono insoddisfatti, nella quale si scopre che la sua Anne lo tradisce con il suo caro amico avvocato "Harold". Il tradimento della moglie con l'amico è stata la parte più scontata e fastidiosa del romanzo, ma se in un primo momento, mi sono presa del tempo per accettare questa scelta così banale e prevedibile dell' autore, andando avanti ho trovato il senso di questa scelta scialba e frettolosa dell' autore.
Sicuramente, non voleva essere il tradimento il colpo di scena, ma tutto quello che succederà in seguito a causa di esso.
Il romanzo, successivamente, procede sottoforma di giallo e mistero, si scorrono le pagine per capire cosa sia realmente successo a quest'uomo, se è pazzo o se è veritiera l'ipotesi dei mondi paralleli. 
Personalmente, non sono un'esperta di fisica quantistica, magari un fisico leggendo un romanzo del genere, storcerebbe il naso e analizzando altre recensioni in merito, anche gli appassionati di fantascienza potrebbero non ritenersi sufficientemente soddisfatti da un romanzo del genere.
Da persona non esperta di fisica, dico che è stato un romanzo piacevole, un pretesto per  scoprire e capire in maniera semplice ed elementare, la teoria di Hugh Everett sui mondi paralleli.
Inoltre è un romanzo che offre tantissimi spunti di riflessione, specie nella parte centrale del romanzo, mette in dubbio molte delle nostre certezze, facendoci riflettere sul fatto che il nostro "io" è determinato da eventi, azioni e scelte.
Chissà forse in un mondo parallelo "sono ricca" o "laureata", e conduco una vita migliore o "faccio la barbona", è stato un po' quello che mi sono divertita ad immaginare, tante diverse sfaccettature di me stessa, in tanti mondi paralleli.
Ritengo per questa ragione, che sia un libro che valga la pena leggere una volta nella vita, è un libro che non dà risposte, ma che offre tanti punti interrogativi e spunti di riflessione.
Certamente la parte finale, mi è parsa parecchio confusionaria e dispersiva, e a tratti deludente, però in compenso ritengo che un libro del genere non potesse essere terminato in altro modo.
Forse non potrà competere con "Philip K Dick" il maestro per eccellenza della fantascienza psicologica, come hanno sostenuto molti, ma secondo me, merita di essere letto e preso in considerazione almeno una volta nella vita.

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