Mi sono documentata su internet, e ho scoperto che "Errico Malò" sta per progetto di scrittura a quattro mani, e questo spiega molte cose, per esempio la scarsa linearità della storia. Ammetto che mi sono addentrata in questa lettura con molte remore, però devo dire che come lettura breve da fare in treno prima di recarmi a lavoro mi stava catturando, mi piaceva questa esperienza del volo, perché principalmente il vero protagonista indiscusso all' inizio è proprio il cielo e il volo, e non avevo mai letto nulla di simile, prima di adesso, che potesse farmi veramente venire voglia di volare e trasmettermi questa sensazione di vita sospesa, di gente che plana sopra le cose e decide di tenere la propria vita in stallo per scelta.
Tuttavia, questo libro secondo me è poco intimistico e impersonale, è davvero difficile mantenere alto
l' interesse del lettore. Ho capito il senso finale della storia, ricorda molto "il deserto dei tartari" di Dino Buzzati, sul senso dell' esistenza, ma ahimé Dino ci riusciva decisamente meglio, senza annoiare il lettore, in questo caso direi che non ci siamo affatto.
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